Don Juan, il tentatore, il cavaliere dell’immoralità: la presenza invisibile, taciuta, temuta e contemporaneamente ambita dalle donne… In Carmelo Bene si evolve a mito dell’estremo, l’interprete di un percorso artaudiano sulla pratica amorosa e sessuale, che vuole condurre la sua ricerca fino ai confini dell’ammissibilità. Non vi è in verità un codice identificativo “morale” nel film, solo la descrizione visiva del percorso viziato, sofferto e insieme combattuto del divo d’amore per eccellenza. Il film parte in bianco e nero, diviene un’esplosione di cromatismo barocco ed eccessivo, in conformità alle reazioni nei confronti di un horror vacui epocale e latente durante tutte le scene del film. Il lungometraggio è muto, la musica è spezzata solo dai commenti a tratti ininglese, francese, italiano e spagnolo, fino alla fine, quando la bambina, oggetto monacale di preghiera e desiderio, esprime nel pianto alla madre il suo dramma personale vissuto nei confronti del “proprio” mito. Ma anche la bambina è a sua volta l’arcano opposto a Don Giovanni, una Santa Teresa di Lisieux con tanto di crocifissi ed icone – come una voce fuori campo riporta nell’emulazione – , che conosce nella madre l’intermediario ambiguo e compromissorio nei confronti di Don Giovanni. La sequenza è atemporale, la dimensione onirica diviene presto incubo, il ritmo ci riporta a tratti al video “maledetto” del recente capolavoro di Gore Verbinski The Ring… Non siamo quindi al riadattamento della commedia diMolière, ci si stacca anche da Dal Ponte dopo l’interruzione della musica di Mozart durante il Prologo in bianco e nero. Carmelo Bene nel Don Giovanni ha costruito la “sua” affermazione del mito, anticipando nel rapporto iconografico la cucina della crudeltà di Garcia, e nella violenza di un desiderio inespresso il Pasolini di Salò…Senza gli orpelli che, come ancore di salvezza di una retorica riduttiva, possono limitare la forza comunicativa impedendone lo sviluppo oltre i confini dello sperimentalismo vissuto. Unico…
Don Giovanni di Carmelo Bene – Italia 1970
Con Carmelo Bene, Lydia Mancinelli e Salvatore Venditelli
Regia di Carmelo Bene
Milano, Cinema Gnomo, giovedì 12 gennaio 2006