Foto: M.° Emmanuel Tjeknavorian © Sergio Bertani - Milano, Auditorium L.go Mahler, Teatro Gerolamo - 28 e 30 novembre 2025
Foto: M.° Emmanuel Tjeknavorian © Sergio Bertani - Milano, Auditorium L.go Mahler, Teatro Gerolamo - 28 e 30 novembre 2025
Foto: M.° Emmanuel Tjeknavorian © Sergio Bertani

Virtuosismo, passione e grande repertorio

per due giovani talenti della musica sinfonica:

il debutto milanese di Obiso incontra l’energia di Tjeknavorian

STAGIONE SINFONICA:

Venerdì 28 novembre 2025 ore 20
Domenica 30 novembre 2025 ore 16

Auditorium di Milano, Largo Mahler

Michail Glinka
Ruslan e Ljudmila, Ouverture

Pëtr Il’ič Čajkovskij
Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 35

Sergej Rachmaninov
Sinfonia n. 2 in Mi minore op. 27

Orchestra Sinfonica di Milano
Andrea Obiso
Violino
Emmanuel Tjeknavorian Direttore

STAGIONE DA CAMERA:

Domenica 30 novembre 2025 ore 11
Teatro Gerolamo (Piazza Beccaria, 1)

Johannes Brahms
Sestetto per archi n. 1 in Si bemolle maggiore op. 18

Richard Strauss
Metamorphosen per sette strumenti

Emmanuel Tjeknavorian
Violino

I Solisti della Sinfonica di Milano
Nicolai Freiherr von Dellingshausen Violino
Miho Yamagishi Viola
Kirill Vishnyakov Viola
Tobia Scarpolini Violoncello
Nadia Bianchi Violoncello
Joachim Massa Contrabbasso

In collaborazione con il Teatro Gerolamo
Con il contributo del Ministero della Cultura
Fondatori Istituzionali: Regione Lombardia, Comune di Milano.
Fondatori Promotori: Città metropolitana di Milano, Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, Banco BPM, Pirelli, Intesa Sanpaolo.

Con il sostegno di Fondazione Cariplo

Un violino per due potrebbe essere il titolo perfetto per la settimana musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano. Giovedì 28 e sabato 30 novembre (ore 20 e ore 16) l’Orchestra di Largo Mahler ospita Andrea Obiso, spalla dei violini dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che debutta sul palco milanese sotto la guida del Direttore Musicale Emmanuel Tjeknavorian.

Il fine settimana prosegue domenica mattina al Teatro Gerolamo con un appuntamento cameristico che vede Tjeknavorian tornare al suo primo amore: il violino. Con il suo amato strumento, affiancato dai Solisti della Sinfonica, il direttore affronta due pietre miliari del repertorio: il luminoso Sestetto op. 18 del giovane Brahms e lo struggente Metamorphosen di Strauss nella versione per sette strumenti. Un dialogo tra due mondi: l’ardore romantico e la riflessione profonda del Novecento.

Una settimana “under 40” non solo per la freschezza dei protagonisti ma anche per una curiosa simmetria biografica: a 38 anni Čajkovskij compone il suo Concerto per violino, a 33 Rachmaninov firma la Seconda Sinfonia. Tjeknavorian, a soli trent’anni, è già nella sua seconda stagione alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano. Andrea Obiso, anch’egli trentenne, è già riconosciuto da critici come “enfant prodige” per le sue vittorie in competizioni internazionali prestigiose come l’ARD di Monaco e il Prix Ravel, è attivo come spalla dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, confermando una maturità artistica sorprendente. In scena, Obiso non si limita a eseguire: racconta un mondo sonoro fatto di lirismo, ardore e introspezione.

Giovani, talentuosi e appassionati, trasformano ogni nota in un dialogo vivo tra solista, orchestra e pubblico.

I PROGRAMMI:

«Dall’ouverture travolgente di Glinka al Concerto per violino di Čajkovskij -abbagliante e insieme tenero – fino alla sontuosa Seconda Sinfonia di Rachmaninov, questo programma esplora la passione, il lirismo e il desiderio che animano lo spirito russo. Un viaggio nel fuoco, nella nostalgia e nello splendore sinfonico”». (Emmanuel Tjeknavorian).

Il concerto sinfonico di questo settimana si apre con l’Ouverture da Ruslan e Ljudmila di Michail Glinka, vibrante preludio che mette in luce la potenza orchestrale e la freschezza stilistica di un repertorio rinnovato. È solo l’inizio di un viaggio nella musica russa che raggiunge l’apice con il Concerto per violino in Re maggiore op. 35 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, affidato alle mani di Andrea Obiso.

Il Concerto per violino di Čajkovskij e la Seconda sinfonia di Rachmaninov rappresentano due momenti intensi per la creatività dei due compositori russi che, forse più di altri, hanno espresso nella loro vita e nella loro musica la loro ferita umana e creativa.

Il Concerto per violino e orchestra nacque alla fine di uno dei periodi più fecondi della creatività di Čajkovskij, quello che aveva visto il compositore non ancora quarantenne concludere, nell’arco di un triennio, alcuni straordinari capolavori come il Concerto per pianoforte n. 1, il balletto Il lago dei cigni, la Quarta Sinfonia e l’opera Evgenij Onegin. La prima stesura avvenne a Clarens sul lago di Ginevra nel marzo 1878, a stretto contatto con il giovane violinista Josif I. Kotek, amico e allievo di Čajkovskij, che oltre a fornire qualche consiglio di ordine tecnico ne fu il primo interprete in una esecuzione privata col compositore al pianoforte.
La Seconda sinfonia di Rachmaninov giunge in un momento molto delicato nella vita creativa del compositore. Dopo il grande fallimento della Prima sinfonia, il giovane Sergej dove ritrovare la fiducia in se stesso e la vis creativa. Nel 1906, in cerca di tranquillità per potersi dedicare alla composizione, lasciò il suo incarico di direttore al Teatro Bol’soj di Mosca, e si trasferì con la sua famiglia a Dresda. Se la scelta cadde sulla città sassone non è solo – come vorrebbe Riesemann, uno dei biografi di Rachmaninov – in virtù dell’impressione che vi aveva provato tempo prima assistendo a una rappresentazione di Meistersinger, ma perché evidentemente pensava di potervi trovare l’ambiente musicale giusto e la tranquillità necessaria per lavorare nel migliore dei modi.

In programma al Teatro Gerolamo per il secondo appuntamento della Stagione da Camera Metamorphosen di Richard Strauss nella versione per 7 strumenti e il Sestetto per archi n. 1 in Si bemolle maggiore op. 18.
Metamorphosen è uno dei capolavori più alti e più desolati che mai siano stati concepiti in musica: ed è un capolavoro enigmatico. È un lungo compianto di severa bellezza musicale. Quando l’autore completa il lavoro è l’aprile del 1945 e la guerra sta per concludersi. In quel periodo, in Germania è annientata ogni fede, ogni speranza di umanità, di arte, di etica. Sull’immensità delle rovine dominano angoscia, infamia, morte. «Sono disperato. La mia amata Dresda – Weimar – Monaco tutto distrutto!» (febbraio 1945, lettera di Strauss a Gregor). L’8 marzo Strauss concluse la partitura sommaria di Metamorphosen, il 12 aprile la partitura definitiva.

Ben altro contesto è quello del Sestetto di Brahms. È il 1858 quando inizia a lavorarci, il Sestetto n. 1 in si bemolle maggiore op. 18 è un lavoro importante nel percorso artistico di Brahms, perché da un lato può essere considerato come una tappa del suo avvicinamento obliquo e titubante alla Sinfonia, per le ampie dimensioni e per la grande densità armonica, mentre dall’altro lato è uno dei suoi primi capolavori nel genere cameristico. Nonostante il respiro sinfonico, Brahms non forza in alcun modo l’organico cameristico prescelto e tutto resta nelle normali possibilità sonore e tecniche dei sei strumenti ad arco impiegati, con quel senso della misura che presiede anche all’equilibrata costruzione formale. Non è un caso che proprio nell’anno di composizione di questo Sestetto Brahms avesse proclamato la sua netta posizione a favore d’un ritorno al Classicismo, sottoscrivendo un manifesto contro la “nuova scuola tedesca”, che pretendeva di chiamare ispirazione l’incapacità di dare una forma finale perfetta a un flusso di idee senza guida, associate l’una all’altra soltanto nella mente del compositore.

CONFERENZA INTRODUTTIVA:
Venerdì 28 novembre alle ore 18.30 si terrà una conferenza introduttiva al concerto sinfonico nel Foyer della Balconata, intitolata “Rossiya!”. Fiaba, passione e nostalgia da Glinka a Rachmaninov, relatrice Anna Rastelli: «Un concerto che è un viaggio nella fantasia musicale della Russia romantica. Nell’Ouverture dell’opera Ruslan e Ljudmila di Glinka riconosciamo le doti essenziali di un musicista che è l’iniziatore dello stile musicale nazionale. Accenti di danza, temi vivaci e un colore strumentale accattivante, coinvolgono immediatamente l’ascoltatore. Il Concerto per violino di Čajkovskij ci immerge in un mondo di lirismo e virtuosismo, sapientemente calibrati. Innovazione, inventiva melodica e orchestrazione magistrale, sono gli elementi alla base di questo capolavoro della letteratura concertistica. La Seconda sinfonia di Rachmaninov ci avvolge infine in un abbraccio sonoro ricco di nostalgia e slancio emotivo, in un’atmosfera romantica a lungo vagheggiata».

BIGLIETTI:

Stagione sinfonica da 15 € a 40 €
Stagione da camera Da 10 € a 30 €

I biglietti sono in vendita presso la biglietteria dell’Auditorium di Milano, oppure online su Vivaticket.
Orari biglietteria Auditorium di Milano: Martedì-Domenica, 12 – 19.
Recapiti: T. 02 83389.401, e-mail: biglietteria@sinfonicadimilano.org

 

 

 

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