Foto: Maurizio Sacquegna
Foto: Maurizio Sacquegna
Foto: Maurizio Sacquegna

Giovanni Matteo Asola, Stefano Bernardi e Orazio Colombani
Le classi del Liceo Musicale Campostrini editano Musiké
digitalizzando antichi spartiti

A confronto con la musica sacra.
Gli allievi del Liceo Musicale dell’Istituto Campostrini hanno trascritto alcune opere inedite opere musicali/vocali a stampa di musicisti Rinascimentali veronesi. L’attività degli studenti si è concretizzata in un vero e proprio progetto editoriale: “Musiké”.

Fino ad ora sono state realizzate due pubblicazioni: una sul musicista veronese Giovanni Matteo Asola (1524-1609) e una su Stefano Bernardi (1580-1637), anch’esso di origini veronesi. Attualmente è in lavorazione l’edizione con i Salmi a 5 e 6 voci per il Vespro del compositore e minore conventuale Orazio Colombani (1535-1595), anch’egli nato nella città scaligera.

Il lavoro – spiega Maurizio Sacquegna, insegnante di tecnologie musicali nel Liceo Musicale Istituto Campostrini – è così organizzato: in primo luogo si acquisiscono le fonti stampate rinascimentali tramite i database digitalizzati di musei, biblioteche e archivi. Gli allievi ricevono poi una prima infarinatura su come trascrivere dalla notazione mensurale bianca, presente nelle stampe antiche, al moderno linguaggio musicale così da rendere fruibili le opere alle moderne compagini corali. Essi provvedono alla trascrizione tramite dei software di videoscrittura musicale, come Finale e MuseScore. Infine, come curatore del progetto, provvedo alla stesura dei testi a corredo delle partiture create dagli alunni.
Provvede poi alla realizzazione delle edizioni, come delle vere e proprie pubblicazioni, con codice ISBN, che possono essere acquistate ed usufruite.

La pubblicazione – spiega Rosa Meri Palvarini, preside dell’Istituto Campostrini –  è in linea con la filosofia dell’Istituto che vuole essere una piattaforma di incontro tra i vari attori culturali e un punto di riferimento per il dibattito sull’evoluzione della società odierna narrando e documentando le loro storie, promuovendo l’interazione e lo scambio tra comunità culturali diverse. Aspiriamo ad offrire ai nostri ragazzi gli elementi per un confronto tra antico e moderno che vada a costruire un pensiero critico. Una modalità di apprendimento che serva loro a valorizzare la cultura moderna, quanto quella antica che ne è il fondamento.

I MUSICISTI
Giovanni Matteo Asola
, musicista e prete veronese fu tra i più prolifici musicisti di tutto il Rinascimento avendo dato alle stampe più di sessanta raccolte dedicate prevalentemente alla musica sacra. Nonostante ciò ancora oggi gli studi e le edizioni delle musiche di questo autore risultano piuttosto scarse.
Allievo di Vincenzo Ruffo nel Duomo di Verona, fu maestro di cappella nelle cattedrali di Treviso (1577 – 1578) e Vicenza (1578 – 1582). Di seguito fu a Venezia come cappellano della chiesa di San Severo, dove conobbe Gioseffo Zarlino, per poi tornare a Verona dove fu maestro di cappella nella Cattedrale (1590 – 1591). Dal 1591 fu nuovamente a Venezia a San Severo dove trascorrerà il resto della sua vita fino alla morte che lo colse il 1º ottobre 1609. Fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo da cui San Severo dipendeva.
Stefano Bernardi, detto il Moretto, studiò musica con il compositore Ippolito Baccusi, maestro di cappella del Duomo di Verona. A 23 anni, nel 1603, è già menzionato come musicista attivo presso l’Accademia Filarmonica di Verona. Avendo preso gli ordini minori, fu cappellano della cattedrale veronese. Nel 1607 divenne maestro di cappella alla chiesa della Madonna dei Monti a Roma. Nel 1611 ritornò a Verona per prendere il posto del defunto Baccusi, dando notevole impulso all’attività musicale nel duomo scaligero. Fu nominato anche magister musicae dell’Accademia Filarmonica di Verona, offrendo un notevole contributo all’attività musicale del sodalizio veronese. Dopo undici anni di servizio nella cattedrale di Verona, Bernardi si trasferì nel 1622 a Bressanone per assumere l’incarico di maestro di cappella nel locale duomo. Nel 1624 fu chiamato a Salisburgo dall’arcivescovo conte Paride Lodron come maestro della musica da camera. Tuttavia ebbe modo di collaborare anche alle musiche del duomo salisburghese. Autore versatile e fecondo, la sua vasta produzione tocca quasi tutti i generi musicali del periodo dimostrando nei suoi lavori grande fantasia, creatività e solida scrittura contrappuntistica; contribuì inoltre a diffondere nell’area austriaca il nuovo stile concertato nell’ambito della musica sacra. Fu tra i primi compositori a riportare, nei brani strumentali, le indicazioni solo e tutti, dimostrando una pronta adesione al nascente stile concertante.
Colombani Orazio, nacque a Verona probabilmente verso il 1554; la sua provenienza è attestata dalla qualifica di “veronese” che accompagna regolarmente il suo nome nei frontespizi delle sue opere a stampa. L’inizio della carriera vede il Colombani maestro di cappella della cattedrale di Vercelli nel 1579 . Nel 1583 era già a Milano, donde sottoscriveva la dedica dei Magnificat editi in quello stesso anno: probabilmente vi aveva già assunto la direzione della cappella musicale della chiesa di S. Francesco. Nel 1585 ricopriva il medesimo ufficio nella chiesa di S. Francesco a Brescia: nel corso del medesimo anno assumeva la direzione della cappella musicale di una delle più ragguardevoli chiese del suo Ordine, quella di S. Maria Gloriosa dei Frari a Venezia. Il C. lasciò Venezia per recarsi a Urbino, dove fu attivo come maestro di cappella di quella cattedrale dal 3 maggio 1591 al 30 marzo 1592; avendo concorso alla direzione della cappella musicale del Santo di Padova, ne riuscì eletto il 26 maggio 1592.