Recentemente, a Torino, è nato il Centro italo-cinese per l’eGovernment. Frutto della collaborazione ingegneristica tra i due Paesi, consentirà scambi preziosi di informazioni e si dedicherà principalmente al settore digitale della pubblica amministrazione. Ricerca, innovazione e networking caratterizzeranno il nuovo centro, che si occuperà, in particolare, della sperimentazione di soluzioni innovative per la pubblica amministrazione, del trasferimento tecnologico per le piccole e medie imprese sia italiane che cinesi e dello sviluppo di progetti di ricerca in comune sempre nell’ambito della pubblica amministrazione. L’accordo è stato sottoscritto a Nanchino, situato nella provincia dello Jiangstu, dal ministro della Scienza e della Tecnologia cinese Wan Gang, il ministro dell’Innovazione italiano Renato Brunetta, il professor Mario Calderini per il Politecnico di Torino, i rappresentanti dei due Governi e il direttore dello Shenzhen Institute of Advanced Technology dell’Accademia delle Scienze Cinese. Successivamente il viceministro cinese si è recato a Torino per definire i dettagli circa le modalità operative con cui dovrà lavorare il centro.

Per la parte italiana gli attori istituzionali sono: il Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l’innovazione tecnologica, che approfondisce le tematiche di eGovernment nell’ambito del Piano eGov 2012, l’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, che favorisce la crescita dell’innovazione nelle PMI e ha un solido rapporto con la Cina, e il Politecnico di Torino, che svolge piani di formazione di eccellenza in Italia e in Cina, oltre a incoraggiare la cooperazione tra imprese e ricerca nell’incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino (I3P).

Il centro, dove lavorano una ventina di ricercatori italiani che potranno crescere a seconda degli investimenti dei ministeri italiano e cinese e delle linee di ricerca intraprese, ha due sedi operative. Quella italiana, del China-Italy eGovernment Centre, è ubicata presso la Cittadella Politecnica di Torino, che si conferma, così, punto nevralgico in cui convergono didattica, ricerca e trasferimento tecnologico e servizi al territorio, mentre quella cinese è a Shenzen, fulcro dell’industria ad alta tecnologia cinese, una città sorta davanti a Hong Kong dove prima c’erano solo prati e diventata, nell’arco di 25 anni, una delle maggiori metropoli cinesi. Al fine di consolidare i rapporti fra i due Paesi si punterà a piani intergovernativi a medio termine che verteranno su materie trasversali che vanno dall’eGovernment ai servizi avanzati per l’industria. Next you must decide whether you want mastercard generic viagra a firm bed or a soft one. It contains many nutrients essential for proper function of the body and to reduce the impact of any http://secretworldchronicle.com/2017/10/ cheap cialis dysfunction due to injuries or permanent disease. This absolute target oriented way of mechanism prevents asthma to attain any major and fatal health ailment. online viagra uk check out here You can look through forums and online product reviews to find one that is best suited to you. cheap cialis without prescription Per la città di Torino si tratta di un’importante opportunità di crescita e sviluppo, tanto è vero che la maggior parte dei contenuti che dovrà produrre la partnership rientra pienamente nel progetto Smart City. Soluzioni innovative troveranno naturale applicazione nel settore della mobilità intelligente, della democrazia partecipata e della messa in rete di istituzioni ed enti cittadini. Inoltre, grazie a partner del livello di Huawei e Telecom, il centro potrà fornire risposte concrete anche riguardo all’eHealth (sanità digitale) e alle Smart Grids (reti di informazione che affiancano le reti elettriche per la gestione intelligente della diffusione energetica).

Grandi potenzialità che troveranno piena conferma solo con adeguati finanziamenti e che l’incertezza sul futuro, figlia della crisi economica di questi ultimi tempi, rischia seriamente di compromettere. La Cina è pronta e crede nel progetto. Notevole rilevanza alla firma dell’accordo è stata, infatti, data dal China Daily, il più importante quotidiano cinese, e dalle televisioni locali. Si parla di finanziamenti davvero considerevoli. Ora si spera che anche l’Italia faccia la sua parte.