
Arlecchino
Tournée in Cina
(17 – 19 ottobre 2025)
Installazione di Angelo Bonello
(in occasione della “prima” milanese, 23 ottobre 2025)
Lo storico spettacolo di Giorgio Strehler, nella nuova messa in scena di Stefano de Luca, con Enrico Bonavera, Andrea Coppone e i giovani attori diplomati alla Scuola del Piccolo, torna a Pechino, dal 17 al 19 ottobre, dopo 17 anni.
Subito dopo, la “prima” milanese del 23 ottobre viene salutata da un’installazione dell’artista Angelo Bonello, appositamente realizzata per il Chiostro di via Rovello
«Arlecchino è sempre rinato dalle sue ceneri, mai identico, sempre in movimento». Così Giorgio Strehler, nel 1990, salutava l’Arlecchino “del Buongiorno”, con Soleri e i giovani della Scuola del Piccolo. Spettacolo dei record e produzione italiana più vista nel mondo, l’Arlecchino del Piccolo è rinato ancora una volta sul palcoscenico di via Rovello – per la dodicesima volta in settantotto anni – in una nuova edizione affidata a Stefano de Luca, con Enrico Bonavera, Andrea Coppone e un cast di attrici e attori diplomati alla Scuola di Teatro del Piccolo. La prima assoluta di questa nuova edizione è stata il 24 luglio 2024, nell’esatto giorno in cui lo spettacolo debuttava, nel 1947, a chiusura della Stagione inaugurale di via Rovello.
Questo nuovo Arlecchino, giovane ed eterno a un tempo, torna a indossare la sua veste di ambasciatore della cultura italiana nel mondo. Veste cucita su misura, fin dall’origine dello spettacolo, che nei suoi primissimi decenni di vita, tra il 1947 e il 1960, con ancora Marcello Moretti nei panni del batocio, aveva già toccato Europa, Stati Uniti, America del Sud e Russia. Da allora a oggi sono oltre 3.000 le recite contate e 50 i Paesi attraversati dallo spettacolo simbolo del Piccolo, incarnato, fino al 2018, da Ferruccio Soleri, vincitore del Guinness dei Primati per la più lunga performance di teatro nello stesso ruolo. Ora nei panni di Arlecchino è Enrico Bonavera, affiancato dal Brighella di Andrea Coppone (in alcune recite, i due zanni si scambiano i ruoli).
Arlecchino a Pechino (17-19 ottobre)
Le prime frequentazioni di Arlecchino con la Cina risalgono al 2002, quando lo spettacolo viene presentato al Century Theatre di Pechino. Nel 2006, Arlecchino realizza una tournée che, nel giro di un mese, visita cinque città cinesi (Pechino, Shanghai, Tianjin, Suzhou e Ningbo). In occasione delle Olimpiadi del 2008 il Piccolo Teatro viene invitato a inaugurare, come unico teatro europeo di prosa, il National Centre for the Performing Arts a Pechino e lo fa proprio con Arlecchino.
Nel 2006 viene stipulato con la Shanghai Theatre Academy un accordo di cooperazione produttiva e formativa, che nel 2010 riporta lo spettacolo al Shanghai Oriental Arts Centre, nell’ambito di Expo Shanghai 2010.
Arlecchino non tornava, quindi, a Pechino da 17 anni e da 15 in Cina dove, dal 17 al 19 ottobre, verrà rappresentato all’interno del Festival Internazionale di Teatro del Beijing People Art’s Theatre.
La tournée è organizzata grazie al sostegno di Clessidra Group (Tour Partner) e con il supporto dell’Istituto Italiano di Cultura a Pechino. Eni è Partner istituzionale del Piccolo Teatro di Milano.
L’installazione di Angelo Bonello
Giovedì 23 ottobre, Arlecchino servitore di due padroni torna nella sua Milano, nella sala storica di via Rovello, dove verrà accolto, nello spazio del Chiostro intitolato a Nina Vinchi, da un’installazione originale site-specific realizzata dal light artist Angelo Bonello, grazie alla collaborazione di Fondazione Banco dell’energia e A2A.
Si tratta di una scultura di luce e legno che riproduce le fattezze di Arlecchino e vuole essere, nell’immaginazione dell’artista, un omaggio alla Commedia dell’Arte e una metafora della complessità dell’uomo contemporaneo.
Su un piedistallo di legno antico, spartano, che evoca le origini umili della Commedia dell’Arte, si leva un Arlecchino moderno, luminoso, colto nell’atto di un’acrobazia impossibile: tenere in equilibrio il bene e il male del mondo, in una giocoleria di lettere e simboli, che diventano parole e significati.
Tutta la parte lignea, palco, cavalletti e fondale, sarà illuminata in controluce. Al contrario, l’Arlecchino e le lettere saranno sia materici sia rivestiti di LED, permettendo un’animazione variabile nelle cromie e nei movimenti.
L’installazione sarà visitabile fino al 2 novembre.
Sospesi tra memoria e ascolto vigile del presente, siamo felici di aggiungere un nuovo capitolo alle giravolte del capolavoro goldoniano che, dal 1947, continua a fare la storia del Piccolo Teatro. Ricordo gli anni delle lunghe tournée che segnarono il mio primo incarico, quando Arlecchino servitore di due padroni si affacciava sui grandi palcoscenici del mondo – dal Lincoln Center di New York al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi, da Rio de Janeiro a Shanghai, fino all’inaugurazione, nel 2008, del National Centre for the Performing Arts di Pechino – rivelando ovunque la forza universale del linguaggio della Commedia dell’Arte. Mai identico e sempre in movimento, il celebre allestimento ha attraversato il globo e i suoi stravolgimenti, misurandosi con le urgenze di ogni tempo, parlando la propria lingua e, insieme, tutte quelle del mondo. In questa lezione di universalità si radica oggi il nostro impegno ad ampliare le possibilità di accoglienza delle sale, restituendo a ogni spettacolo quello stesso spirito di apertura e di inclusione. Diciassette anni ci separano, infatti, dal suo ultimo viaggio a Pechino: nel frattempo, Milano è diventata una metropoli internazionale, abitata da oltre trecentomila cittadini stranieri. Anche a loro – milanesi internazionali, cittadini del mondo – vogliamo rivolgerci sempre di più, con il progetto Piccolo Open, ad esempio, e con le recite sovratitolate in inglese e italiano. Al contempo, la regia di Stefano de Luca – secondo la felice intuizione di Claudio Longhi – e la scelta di affidare i ruoli di questa edizione ad ex allievi della Scuola, traducono la visione strehleriana di un Arlecchino sempre giovane, capace di rivolgersi a ogni generazione; anche alle centinaia di nuovi abbonati under 35 che si sono aggiunti al nostro pubblico affezionato. A compimento della tournée in Cina – realizzata anche grazie al sostegno del Gruppo Clessidra, parte del Gruppo Italmobiliare – e in occasione del ritorno dello spettacolo nella sua casa di via Rovello, l’installazione site-specific di Angelo Bonello – in collaborazione con Fondazione Banco dell’energia e A2A – illuminerà il Chiostro Nina Vinchi: una statua di luce per celebrare il nostro eroe multicolore, vessillo di un teatro che, da sempre, fa, della propria tradizione, un faro per orientarsi tra le sfide del presente.
Lanfranco Li Cauli
Direttore generale Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
In un susseguirsi di nuove tappe dai confini geografici dilatati, lungo un ideale filo di congiunzione sospeso tra la tournée a Pechino (a distanza di 17 anni dall’ultimo viaggio nella capitale cinese) e la ripresa delle recite presso il Piccolo Teatro Grassi, continua il glorioso percorso nel tempo e nello spazio del capolavoro goldoniano Arlecchino servitore di due padroni reinventato, sul piano registico, da Giorgio Strehler. Uno dei segreti di questa longevità si annida, a ben vedere, in un (apparente) paradosso che rimanda alla sedimentazione della storia teatrale. Come ha evidenziato lo studioso Paolo Bosisio, Goldoni è sì l’artefice della “liquidazione” dell’Improvvisa, ormai nella sua fase decadente, ma, d’altro canto, mostra una manifesta fascinazione per la Commedia dell’Arte delle origini, in cui individua la possibilità di una «rappresentazione ricca di spirito» sostenuta da «una prepotente teatralità». Caratteristiche, queste ultime, che si incarnano, in particolare, nell’Arlecchino e si tramandano nei secoli (e nei luoghi), restituendoci l’essenza della Commedia dell’Arte: ossia, la sua natura universale, una sorta di “esperanto” capace di intersecare le varie latitudini del nostro pianeta e in merito al quale si potrebbe azzardare una corrispondenza con i «principi-che-ritornano» trasversali alle differenti civiltà teatrali, secondo la formulazione di Eugenio Barba. Il legame tra la Commedia dell’Arte e il Servitore è celebrato anche nell’installazione del light artist Angelo Bonello che, scegliendo il legno come materiale per il supporto fisico della sua scultura luminosa, richiama le precarie assi dei palchi su cui si esibivano gli interpreti dell’Improvvisa. Bonello trasla la sapienza acrobatica di Arlecchino in un funambolico “corpo a corpo” con una serie di parole che delimitano le contraddizioni della natura umana, scissa tra libertà e ipocrisia, giustizia e farsa, sogni e paura. L’invenzione artistica e la pratica scenica si confermano, così, strade maestre per orientare il proprio cammino: dalla sagoma di Arlecchino non può che
irradiarsi un bagliore che continua a rischiarare questo nostro tempo.
Claudio Longhi
Direttore artistico Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Siamo orgogliosi di avviare con il progetto “Arlecchino” la collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, che rappresenta fin dalla sua fondazione nel 1947 un’istituzione artistico-culturale importante per la città di Milano e per l’Europa, con la quale condividiamo l’idea che l’arte debba essere partecipata e accessibile. A2A da sempre sostiene le principali istituzioni teatrali coprogettando iniziative che associano la valorizzazione del patrimonio artistico all’inclusione sociale attraverso il supporto alla Fondazione Banco dell’energia Ente Filantropico, impegnata nel contrasto alla povertà energetica.
Roberto Tasca
Presidente di Banco dell’energia e A2A
La nuova edizione dell’Arlecchino servitore di due padroni rinnova la partnership di Clessidra Group con il Piccolo Teatro di Milano attraverso il sostegno alla tournée che porterà lo spettacolo a Pechino. Già nel 2008, in occasione delle Olimpiadi, il nostro gruppo sostenne il tour cinese dello spettacolo, nella convinzione, allora come oggi, che il teatro sia un ponte culturale che in tempi di volatilità informativa avvicina le persone, crea linguaggi condivisi e promuove rispetto e responsabilità. Il teatro parla a tutti, senza mediazioni e ci ricorda che la qualità italiana non è solo ciò che si indossa o che si mangia, ma anche ciò che fa pensare, che innova e che unisce.
Come piattaforma italiana di capitali che investe nelle eccellenze del paese, sentiamo il dovere di valorizzare la cultura italiana nel mondo. Sostenere il Piccolo significa quindi dare investire e promuovere professionalità e creatività che sono peraltro gli stessi principi che guidano i nostri investimenti.
Giulio Pesenti
Responsabile sviluppo strategico del Gruppo Clessidra | Tour Partner
PICCOLO OPEN
La Stagione di prosa del Piccolo si è riaperta con tre autori italiani (Calvino, Dante e Goldoni) tra i più tradotti al mondo: oltre ad Arlecchino, Il barone rampante (ancora in scena fino a domenica 12 ottobre) e Tre modi per non morire con Toni Servillo (che ha concluso le recite domenica scorsa). Tre spettacoli ascrivibili, ormai, al repertorio del Piccolo, che continuano a fare registrare il tutto esaurito. In linea con questa sorta di ambasciata inaugurale della cultura italiana nel mondo, il Piccolo squaderna un cartellone ad alta caratura internazionale che, non a caso, si chiuderà, nel maggio 2026, con il festival internazionale di teatro Presente Indicativo.
L’internazionalità è radicata nella matrice identitaria del Piccolo da sempre. Da quest’anno, si amplifica attraverso un capillare sistema di traduzione in lingua inglese: sovratitoli per tutti gli spettacoli di produzione e coproduzione nei weekend e traduzione di alcuni appuntamenti di Oltre la scena, insieme alla generale declinazione anglofona di tutti i materiali di comunicazione.
Una direttrice che mira a diventare strutturale, affinché il teatro che, con le sue tournée, fin dagli anni Cinquanta, ha parlato agli spettatori di tutto il mondo, dialoghi stabilmente con il mondo che quotidianamente vive o attraversa Milano, con le tante tipologie di pubblico straniero che abitano la città, lavoratori di ogni estrazione e professione e visitatori delle più svariate provenienze.
La replica di domenica 26 ottobre è arricchita da un touch tour guidato dalle operatrici e dagli operatori del Piccolo Teatro di Milano, dedicato al pubblico cieco e ipovedente, alla scoperta dei costumi e degli elementi scenografici, seguito dall’audiodescrizione dello spettacolo accessibile da cellulare con le proprie cuffie tramite l’app Lyri.
Per info e prenotazioni: accessibilita@piccoloteatromilano.it
Piccolo Teatro Grassi (via Rovello, 2 – M1 Cordusio), dal 23 ottobre al 2 novembre 2025
Arlecchino servitore di due padroni
di Carlo Goldoni
regia Giorgio Strehler
ripresa da Stefano de Luca
scene Ezio Frigerio
costumi Franca Squarciapino
musiche Fiorenzo Carpi
luci Claudio De Pace
movimenti mimici Marise Flach
assistente alla regia Andrea Coppone
con Enrico Bonavera
e con Andrea Coppone
e con Andrea Bezziccheri, Agnese Sofia Bonato, Clara Bortolotti, Simone Pietro Causa,
Miruna Cuc, Silvia Di Cesare, Marco Divsic, Ioana-Miruna Drajneanu, Pasquale Montemurro, Sofia Amber Redway, Edoardo Sabato, Simone Severini, Lorenzo Vio
musicisti Francesco Mazzoleni, Alessio Dal Piva, Lorenzo Bassani, Matteo Polce, Alessia Scilipoti
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro
Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – www.piccoloteatro.org