Foto: catalogo Chardin (cover) © Ferrara ArteA questo grande protagonista del Settecento, uno dei più straordinari pittori di tutti i tempi, Ferrara Arte dedica fino al 30 gennaio 2011 un’importante e splendida mostra, la prima mai consacrata a questo artista in Italia: “Chardin. Il pittore del silenzio” allestita nelle sale della Pinacoteca Nazionale del sensazionale Palazzo dei Diamanti di Ferrara, oltre a conferenze, concerti su musiche del ‘700 e film, per un’offerta culturale di grande respiro, che vuole coinvolgere tutti, compresi i bambini e le scuole.
L’esposizione è organizzata in collaborazione
con le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, il Comune di Ferrara, la Provincia di Ferrara, la Regione Emilia-Romagna, ENI, la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, la Cassa di Risparmio di Ferrara e Parsitalia Real Estate, ma soprattutto con il Museo del Prado di Madrid, che la ospiterà dopo il debutto a Ferrara, ed è curata da Pierre Rosenberg, massimo esperto di Chardin, Accademico di Francia e Presidente-direttore onorario del Musée du Louvre.

“Amo Chardin da sempre e lui amava moltissimo l’Italia: per questo voglio far innamorare gli italiani di lui e del suo modo di dipingere la poesia della realtà e dell’evasione con questa mostra. Alcuni capolavori sono presentati in due o tre versioni e questo perché lui era un assoluto perfezionista e spesso rifaceva lo stesso quadro per migliorarlo” ha affermato entusiasta il curatore Pierre Rosenberg

L’aver elevato gli oggetti di uso quotidiano e i gesti delle persone comuni a materia di rappresentazione artistica e la sua straordinaria tecnica pittorica fanno di Chardin uno degli artisti più amati da pittori moderni come Cézanne, Matisse, Morandi e Paolini. Per non dire di Vincent Van Gogh che lo riteneva «grande come Rembrandt».

Chardin è stato infatti uno dei più originali artisti del suo tempo: rifiuta, sin da giovanissimo, i percorsi didattici accademici ed è uno dei pochi a non aver mai effettuato un viaggio in Italia. Inoltre, tra tutti i generi pittorici evita proprio quelli che, nella Francia del secolo dei lumi, sancivano la fortuna degli artisti, e cioè i dipinti di soggetto storico o mitologico. Nonostante ciò, nel 1728 l’Accademia Reale di pittura e scultura, alla quale Chardin aveva sottoposto la sua candidatura presentando le proprie prime impressionanti nature morte, riconosce la sua qualità e lo accoglie nei suoi ranghi come pittore specializzato «nella raffigurazione di animali e frutta». La scelta del genere della natura morta, allora considerato minore, non ne vincola il successo e Chardin si impone presto sulla competitiva scena parigina.
Nel corso del decennio successivo, egli estende la propria ricerca anche alla figura, con esiti ancora una volta impressionanti. Infatti, ad una pittura dedita a rappresentare la contemporaneità attraverso la descrizione della vita di corte, Chardin oppone un’altra realtà: scene di interni in cui i domestici e i rampolli della borghesia francese sono raffigurati nelle più semplici attività di tutti i giorni. Ogni dettaglio ornamentale è bandito, la pittura diviene poesia del quotidiano, un mezzo per esaltare con sensibilità i gesti delle persone comuni che Chardin trasforma in grandi protagonisti della sua epoca. Proscar is available in 5mg preparations (tablets) and Propecia is available in 1 mg preparations (tablets). levitra low price Reduced blood flow is one of the reasons for infertility, IUI can navigate here cheap viagra order be coordinated with your normal cycle or with fertility medications. Ideas to Buy Generic Medication Without any hesitation at pocket friendly prices. online prescription viagra without is a superb confirmation in therapeutic science that has made the aggravating existence of man euphoric, enthusiastic and brimming with bliss. The viagra sale effect of this solution helps us to successively become able to overcome the pinching and suffocated symptoms of the burning sensation. Nascono così capolavori come Il garzone d’osteria, La governante o Il giovane disegnatore ai quali si affiancano le toccanti raffigurazioni delle attività ludiche dei giovani come le Bolle di sapone, la Bambina che gioca col volano o il Bambino con la trottola. In ciascuna di queste opere, attraverso una tecnica pittorica stupefacente, incentrata sul rapporto tra tono e colore e sulla variazione degli effetti di luce, l’artista riesce a trasmettere all’osservatore l’emozione provata di volta in volta di fronte al soggetto.

«Ci si serve dei colori, ma si dipinge con il sentimento» era il motto preferito di Jean Siméon Chardin (1699-1779), che, contrapponendosi alle regole accademiche allora in voga, sintetizzava così il suo modo di fare arte, all’epoca totalmente rivoluzionario.
È con questo spirito che il parigino Chardin continuerà a dipingere, anche quando, tornato alla raffigurazione di nature morte, realizza capolavori come il Mazzo di garofani, tuberose e piselli odorosi di Edimburgo, riguardo alla quale Charles Sterling, uno dei più grandi storici dell’arte del secolo scorso, scrisse: «Chardin è con Poussin e Claude Lorrain l’artista francese anteriore al XIX secolo che ha avuto la maggiore influenza sulla pittura moderna. Certe ricerche di Manet e di Cézanne sono inconcepibili senza Chardin e sarebbe difficile immaginare qualcosa di più “avanzato” nella composizione e nel trattamento pittorico del Vaso di fiori di Edimburgo. Esso sorpassa tutto ciò che dipingeranno in questo genere Delacroix, Millet Courbet, Degas e gli impressionisti successivamente: solo in Cézanne e nel suo seguito si può pensare di trovare tanta forza in tanta semplicità».
Il successo della pittura di Chardin è sancito anche dalle reazioni del pubblico alle tele che l’artista espone al Salon a partire dal 1737: ad accoglierle con entusiasmo fu anche gran parte della critica, ad esempio una celebrità come Denis Diderot, che nel 1763 osanna pubblicamente il realismo delle nature morte del pittore. Chardin è molto apprezzato anche dal re di Francia Luigi XV, al quale dona la Madre laboriosa e il Benedicite, ricevendo in cambio la stima del sovrano e, nel 1757, perfino il grande privilegio di dimorare e lavorare per l’allestimento delle mostre al Museo del Louvre, dove poi si spegnerà all’età di 80 anni.
Verso il 1770 infatti i problemi di salute lo inducono a rallentare l’attività e ad abbandonare progressivamente la pittura ad olio. Tuttavia, senza perdersi d’animo, l’anziano maestro inaugura una nuova stagione della sua arte dando vita, con la delicata tecnica del pastello, a ritratti di straordinaria intensità psicologica. Con queste opere si conclude la lunga carriera di un artista
che per tutta la vita aveva concepito la pittura come un mezzo per conoscere la realtà e rappresentarla, e che, evitando i contenuti aneddotici, ha raggiunto un’arte senza tempo che riflette un’armoniosa perfezione tra forma e sentimento.

La mostra di Ferrara e, dal 28 febbraio 2011, a Madrid, “Chardin. Il pittore del silenzio”, offre l’occasione unica di ripercorrere le tappe salienti del percorso artistico di Jean Siméon Chardin attraverso un’ampia selezione di opere provenienti da musei e collezioni private di tutto il mondo tra le quali emerge, per numero e qualità dei dipinti concessi, ben dieci capolavori, l’eccezionale collaborazione con il prestigioso Musée du Louvre, che già in passato ha sostenuto Palazzo dei Diamanti accordando in prestito opere di straordinaria bellezza e importanza.

Chardin. Il pittore del silenzio

Ferrara, Palazzo dei Diamanti , C.so Ercole I d’Este, 21- Fino al 30 gennaio 2011 –

Madrid, Museo Nacional del Prado – 28/02/11 – 29/05/11
Orari: Aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso, dalle 9.00 alle 19.00
Aperto anche 25 e 26 dicembre 2010 , 1° e 6 gennaio 2011
Prezzi: Intero € 11,00 – Ridotto € 9,00

Gruppi € 8,50 – Scuole € 4,00
Catalogo a cura di Pierre Rosenberg, edito da Ferrara Arte.
Info – Call Center Ferrara Mostre e Musei, tel. 0532.244949 – e-mail: diamanti@comune.fe.it
www.palazzodiamanti.it