Uno dei grossi problemi dell’immediato futuro legati all’uso del petrolio è che dovremo necessariamente diminuirne almeno del 50% i consumi, per far fronte ad un esercito composto da ben 2 miliardi di veicoli a motore. La richiesta di automobili è in continua crescita, dai Paesi in via di sviluppo a quelli del Terzo mondo, per cui è indispensabile attivarsi fin d’ora con importanti quanto stringenti provvedimenti, difficili, però, da far digerire, soprattutto a coloro che sognano magari da decenni di possedere un’auto, costata fatica e anni di privazioni. In pratica, dovremo orientarci verso modelli sempre più a consumi ridotti, limitando, quindi, cilindrate più appropriate a mezzi pesanti che non da città, come succede, invece, negli Stati Uniti. Le stime per il 2050 parlano di una crescita mondiale dagli attuali 700 milioni a 1,7 miliardi di vetture, solo considerando i 30 Paesi più sviluppati, ma altre fonti americane, più severe, valutano, invece, in un miliardo, i veicoli ad oggi, e in 2 miliardi, quelli che circoleranno a partire dal 2030. Per comprendere meglio lo scenario che si sta delineando, si pensi che oggi in USA e in Cina ci sono 150 e 30 milioni di auto, che, secondo le previsioni più ottimistiche, passeranno rispettivamente a 190 e 500 milioni già a metà secolo.

Oltre a destare forti preoccupazioni in ambito logistico/ambientale, come ampiamente dimostrato dai dati poco incoraggianti di inquinamento e di traffico, in particolare in contesti urbani, il fenomeno investe in pieno anche il settore energetico. A gennaio di quest’anno, infatti, su una domanda mondiale di 89 milioni di barili al giorno, ben 30 riguardavano combustibili per trasporto, dove al primo posto si conferma quello su gomma, molto al di sopra di quello aereo, fermo a 4 milioni di barili al giorno.

Se davvero dovremo riempire i serbatoi di 1,7 o addirittura 2 miliardi di veicoli sarà fondamentale pensare a qualcosa che non si limiti alle sole auto elettriche, soluzione comunque valida in ambito urbano. Along with the spinal decompression the chiropractor will often introduce a viagra prescription core-strengthening program of exercise, and manual therapies to reduce inflammation and help with herniated discs. Regular difficulties that rise amid these cost of prescription viagra developmental years incorporate melancholy, tension, substance misuse, social advancement issue and dietary issues, among numerous others. It increases the supply of blood in the muscles of the penis and blood flows into the corpus viagra prescriptions cavernosa leading to an erection. This leads to incompleteness while mating and there is dissatisfaction on the part sildenafil online of the females as well. In merito si sono espressi il programma ONU per l’ambiente, l’Agenzia dell’Energia, la Federazione internazionale dell’auto e l’International Transport Forum, che suggeriscono una riduzione del 50% dei consumi entro il 2050. Gli effetti benefici si concretizzeranno in un forte incremento nell’uso di biocarburanti e in un contenimento del 50-60% della quota di estrazione destinata ai trasporti e avranno ripercussioni a livello economico ed ambientale, con un risparmio, considerando un prezzo medio attualizzato di 100 dollari al barile, di 300 miliardi di dollari e un miliardo di tonnellate di emissioni in meno di CO2 nel 2025, valori che raddoppieranno nel 2050.

Ai fini del raggiungimento dei target fissati sarà determinante l’impegno che gli Stati Uniti metteranno in campo, dal momento che detengono il triste primato mondiale di consumo procapite di carburante: oltre 1.618 litri annui nel 2005 contro i circa 394 di inglesi e tedeschi, i 292 degli italiani e gli appena 224 dei francesi. Recenti studi hanno dimostrato che, riducendo e portando a livelli di media europea la cilindrata dei mezzi di trasporto americani, otterremmo un risparmio quantificabile in almeno 5 milioni di barili al giorno, pari al 25% dei consumi petroliferi totali degli USA e al 6% circa di quelli mondiali. Un obiettivo tutto sommato non impossibile da raggiungere e soprattutto di grande valore, ben 205 miliardi di dollari ai costi attuali di greggio, a cui sta lavorando con un certo interesse anche il presidente Obama. La stessa FIAT punta ad introdurre negli Stati Uniti auto urbane di cilindrata nettamente inferiore e assai più economiche di quelle attuali, molto poco attraenti in tempo di austerity.