Foto: cartina dei corridoi paneuropeiLa recente proposta di bilancio Europa 2020 della Commissione UE ridisegna il quadro complessivo dei grandi Corridoi europei nati coi TEN (Trans European Network). Il nuovo sistema di priorità delle infrastrutture, che si chiamerà core network, interessa globalmente anche l’Italia e sarà messo a punto prossimamente dopo un periodo di estenuanti trattative che vedranno come attori principali Consiglio, Commissione e Parlamento.

Vediamo un po’ più da vicino la mappa dei corridoi europei: il precedente Corridoio 1 Berlino-Palermo si trasforma in Corridoio 5 Helsinki-Valletta, che da Napoli migra verso Bari tagliando Calabria e il fantomatico Ponte sullo Stretto, senza, cioè, arrivare più a Palermo come era inizialmente previsto. In pratica, da Napoli e da Bari partirebbe un servizio di navi traghetto diretto verso Malta, un’ipotesi caldeggiata da Bruxelles che non piace, però, molto all’Italia. Indubbiamente il binomio Napoli-Bari risponde meglio alle necessità delle Ferrovie Italiane, da sempre più interessate a sviluppare questa linea piuttosto che l’eterna Salerno-Reggio Calabria, per altro costosisissima (30 miliardi) e con traffico insufficiente per giustificare la spesa, e trova unanime consenso da parte delle amministrazioni locali e del Governo, che di fatto l’ha inclusa nella Legge obiettivo di concerto con le due Regioni coinvolte. C’è, però, da considerare che il Ponte sullo Stretto rappresenta, comunque, un must per il Governo italiano, tant’è vero che il ministero delle Infrastrutture italiano ha inoltrato una nota tecnica alla Commissione UE dove chiede, oltre a mantenere la Napoli-Bari, anche di reintrodurre l’asse Napoli-Palermo. Fonti vicine al ministero fanno sapere che, qualora non venisse accolta la richiesta italiana, partirebbe subito un’energica azione politica da parte del ministro e del Governo in toto.

Fortunatamente, nella nuova cartina geografica europea del core network si salvano le altre due colonne infrastrutturali italiane: il Corridoio est-ovest, che da Lione arriva a Trieste passando per il tunnel del Frejus, Torino, Milano e infine Venezia, e il Corridoio dei due mari, Genova-Rotterdam, che necessità, però, della realizzazione del terzo valico Genova-Milano. It was very similar to the viagra soft 50mg in appearance also blue colored diamond shape. With that in mind, Kamagra has developed a safe and uncomplicated medicine that will bring your sex life back to normal. overnight cialis tadalafil There are several ways for strengthening your penile erection, and not only is shall help to continue your price sildenafil sex life it is better to consult a psychologist who will help you in overcoming your depression as well as your anxiety about lasting long as a lover. People also get purchase of levitra dietary fiber from bananas, and that can help lower cholesterol, keeping a guy in better shape for sexual shenanigans. L’altra novità è rappresentata dal nuovo Corridoio 1 Baltico-Adriatico che si estende da Helsinki a Ravenna toccando Vienna, Graz, Udine, Venezia e da lì si dirama verso Trieste su un fianco e verso Bologna e Ravenna sull’altro. Anche quest’ultima soluzione soddisfa, in particolare, le FS, che non hanno mai nascosto il forte interesse nei confronti del valico del Tarvisio, peraltro già modernizzato, e di certo includerebbero la Venezia-Bologna tra le priorità da non fallire in ambito europeo.

Globalmente, per le infrastrutture, l’Unione Europea metterà a disposizione ben 50 miliardi di euro, di cui 10 saranno destinati ai fondi di coesione per il Sud Italia, 9 agli impianti energetici e altri 9 alle reti digitali. Ma l’investimento più consistente, pari a 22 miliardi, riguarderà proprio le infrastrutture di trasporto, per cui, naturalmente, prolificano i progetti in gara, anche se le risorse risultano insufficienti rispetto agli obiettivi prefissati. Ai fini dell’approvazione dei costi sarà determinante la scelta verso interventi più lievi e meno costosi, che ad esempio prevedano l’utilizzo delle infrastrutture esistenti, il completamento dei collegamenti mancanti e l’uso più efficiente di servizi in comune. Verranno, infine, penalizzate le opere in ritardo rispetto ai tempi previsti attraverso una riduzione o, nei casi più gravi, azzeramento degli stanziamenti, come già preannunciato nel caso della Tav italo-francese Torino-Lione.