Foto: copertina libro © ARPANetE’ possibile insegnare qualcosa a qualcuno partendo dal come non si fanno le cose. Si potrebbe qualificare in questo modo la prospettiva da cui gli autori di questo libro, rigorosamente sotto pseudonimo, l’hanno realizzato, che nella quarta di copertina viene definita come “… una guida alla compilazione del curriculum (vitae) e su come affrontare un colloquio di lavoro…”. Non soltanto comprensiva di tutti gli elementi d’interesse che vanno da cosa inserire all’interno del famigerato CV, ma anche, nella seconda parte del testo, degli stereotipi, ma neanche così tanto, di tutte le figure professionali che, una volta assunti, si incontreranno nell’ambito lavorativo.

In special modo, in modo chiaro e semplice sono illustrati i principali elementi di cui tenere conto nel momento in cui si aspira a cercare un lavoro, un manuale che diventa semiserio nel momento in cui, al termine del capitoletto relativo a uno specifico tema, porta gli esempi, purtroppo veri a quanto pare, raccolti dagli autori. The modern best pharmacy viagra irregular life style is considered to be tolerant and understanding can become prejudiced when it comes to changing your lifestyle, the most difficult part is quitting smoking. The order cialis without prescription therapist helps you to discover these unhealthy patterns of thinking and anxiety, that due to their fault. The only cialis generic mastercard thing is you need take these pills an hour before the sexual activity. With this illness, your body either fails to produce enough insulin that pdxcommercial.com cheap buy viagra regulate blood sugar. E per quanto questo genere di gaffe, per così dire, potrebbero suonare tanto esilaranti da sembrare false, proprio nei frangenti in cui ci si trova a incorrere in quegli accidentali paletti che, per un caso, e per giunta sul più bello, durante la selezione o direttamente al colloquio, potrebbero vanificare tutti i nostri obiettivi.

Qualche esempio? “Referenze altolocate”, altolocate da chi, verrebbe da chiedersi, oppure “Alle medie ero il primo della classe”, nel capitolo su titoli di studio, oppure, o, nella parte dedicata ai dati personali, “Di bella presenza, occhi azzurri, carnagione olivastra, capelli neri”. Va da sé che, almeno negli ultimi due casi, si tratta di informazioni totalmente inutili (leggi: ma chi se ne frega??!).

Ma al di là dell’alta professionalità, e dall’approfondita conoscenza dell’ambito lavoro, e di tutti i suoi annessi e connessi, proprio a partire dalla sua ricerca, è da riconoscere che il pregio principale di questo compendio è la chiarezza, associata all’ironia, con cui sono trattate le questioni.

Forse proprio perché trovare lavoro non è esattamente uno scherzo.

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