Foto di scena © Teatri PossibiliUn aereo che non può volare. Forse. E comunque, su questo aereo, Corrado d’Elia riesce a navigare nello spazio con la forza invincibile dell’immaginario poetico. Due storie contemporanee, parallele; parlano di sogni, di viaggi, di possibili realizzazioni, di orizzonti. Entrambe in realtà semanticamente legate alla terza, l’essenza dell’aspettativa sognata e mai pienamente raggiunta, la storia folle e avventurosa di Don Chisciotte della Mancia. Testo che fu scritto da Cervantes durante una convalescenza a Messina dopo l’estenuante battaglia di Lepanto, e che mischia i sapori della piccardia con forti toni epico-cavallereschi, non senza inserimenti che richiamano il grottesco. Una fiaba che D’Elia racconta al pubblico, ma che in realtà è terreno di ricerca per se stesso, per il suo teatro, o meglio ancora, per il suo modo di fare e vedere il teatro. However, erectile-dysfunction meds preferred more than any other similar order levitra drugs available in the market and there are lots of online pharmacies that are offering lots of offers of free sample for use and sometimes free shipping across the globe. Take soy products in diet as it impedes the cell receptors in body. sildenafil generic cheap levitra australia You spend less time in making love and more time staring at your screen. Increased secretion of interleukin-1 and interleukin-2 aids against inflammation and destroys infected cells by viagra on line pharmacy http://downtownsault.org/downtown/dining/subway/ releasing phagocytes. Se già in Redenta Tiria la narrazione ha assunto connotati fiabeschi sullo spunto di racconti e tradizioni etniche che potevano essere proiettati sullo schermo mitografico del sogno e della speranza, abbozzando un percorso teatrale diversamente poetico, con Don Chisciotte Corrado d’Elia ha superato il guado, annunciando il suo manifesto teatrale, quello di un teatro-nonostante-tutto che è vita, illusione, ma anche e soprattutto l’espressione più concreta del sogno. L’attore qui svanisce, non vi è più una semplice rappresentazione, il teatro ormai è terreno di confronto diretto con l’umanità intera sulla solidità del suo tessuto inorganico. Sancho Panza è l’espressione, con connotati che a tratti richiamano l’assurdo, di questo tessuto, così come il personaggio di Don Quijote costituisce la mitografia letteraria che plasma le coscienze dei poeti. Al pari di un taglio sulla tela di Lucio Fontana, la narratività di D’Elia commuove commuovendosi, si accompagna a musiche studiate che creano sinergia sonora, e vola alta, fino a coniugare l’infinito e l’impossibile con il presente. Si può addirittura sostenere che con questo lavoro si sia varato un nuovo modo di essere teatro, il Teatro del Sogno, quel sogno che qui non è solo appellativo di oniricità, ma soggetto drammaturgico a pieno titolo, anzi, il soggetto per definizione, senza il quale la stessa espressività teatrale diviene sterile. Poiché, in fondo, il sogno è poesia. E la poesia è pietra, la trama rocciosa che rende solido l’amore, quanto la fede e la speranza disegnate sulla linea impalpabile di un orizzonte sconosciuto e lontano.

Giudizio: ****

COMPAGNIA TEATRI POSSIBILI

Don Chisciotte, diario intimo di un sognatore da Miguel de Cervantes

Progetto e regia di Corrado d’Elia

Con Corrado d’Elia

Milano, Teatro Libero, via Savona 10

Fino al 17 luglio 2011

www.teatripossibili.it