Foto: Giacomo PucciniEdgar, dramma lirico di Puccini, viene rappresentato nella suggestiva cornice del Teatro Comunale di Bologna (in coproduzione col Teatro Regio di Torino) in questo inizio d’estate e chiude in melodia la ricca e variegata stagione.

Il regista Lorenzo Mariani ha compiuto una scelta inusuale, ma ben riuscita: con determinazione e fiuto, è andato alla ricerca dell’edizione milanese originale in quattro atti (ripresa una volta soltanto a Lucca).

Questa prima stesura di Puccini risale al 1889 ed è stata ritrovata, infine, nella riduzione per canto e pianoforte.

Il libretto è ancora di Ferdinando Fontana dal poema drammatico “La coupe et les lèvres” di Alfred Musset.

Le scene e i costumi di Maurizio Balò creano per i personaggi un ambiente “atmosferico”, oltre che architettonico, “neogotico”, secondo le intenzioni registiche; un clima sulfureo, quasi luogo rituale, dove le passioni si compiono e si stemperano e si depurano, fino a restituircene come in un distillato di vino, il filtro dell’archetipo.

In questa suggestiva e quasi razionale operazione i colori, sulla scena e degli abiti, giocano un ruolo fondamentale.

Nel primo atto – l’alba e l’amore- si annunciano nel tripudio di bianco del mandorlo in fiore, nella lieve sonorità d’avorio di tutti i componenti del coro che a frotte, a gorgheggi, avanzano sul prato; e rabbrividisce l’aria per la violenza del rosso all’apparire di Tigrana, fuoco e scandalo e passione.

Si apre il secondo atto nell’interno del castello: ed è geometria pura: di grigio, di ferro vestita…un androne di sotterranea visionarietà, con il rosso ed il nero in cui si confondono e si smembrano in un’orgia collettiva convitati e cortigiane.

Sulla spianata erbosa dove si situa l’accampamento – e la guerra e la morte -, si erge il catafalco nel terzo atto.

Si assiepano, nel nero, soldati e armi e armature; corteggio funebre, dove il lutto di Fidelia e di Tigrana si avvicendano e si contrappongono.

Ed ecco, di nuovo, è il bianco, che nell’atto finale trionfa: macchia luminosa, ritorna l’albero fiorito e la speranza, nell’abito nuziale di Fidelia; e in tutti i fiori dei contadini – le rose bianche – che portano i bambini.

Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna sono un’inappuntabile partitura che fa da sfondo alla sonorità degli interpreti principali:Josè Cura dà prova della sua consueta bravura; Patrizia Orciani, nel ruolo di Fidelia, canta tutti i sentimenti dell’amore in una vocalità ariosa e chiara; Giuseppina Piunti è una Tigrana esuberante, espressionista, emotiva al massimo grado; la voce calda a tratti è troppo densa e risulta impastata.

Un’ opera minore di Puccini che meritava d’esser tolta dal cassetto.

Giudizio: ***

Edgar di Giacomo Puccini

Dramma lirico in quatto atti (vers. 1889)
Libretto di Ferdinando Fontana dal poema drammatico La coupe et les lèvres di Alfred de Musset

Direttore Mario De Rose

Regia di Lorenzo Mariani

Scene e costumi: Maurizio Balò

Luci: Christian Pinaud

Maestro del coro: Paolo Vero

Direttore del coro di voci bianche: Silvia Rossi

Bologna, Teatro Comunale, L.go Respighi 1

Fino a venerdì 25 giugno 2010

www.comunalebologna.it

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