Foto: Dacia Maraini © Giuseppe Moretti

Incontri internazionali di teatro e parola del lago Maggiore

Ascona /Arona, 8 -11 settembre 2011

Giovedì 8 settembre 2011 – Ascona (CH) – Teatro San Materno

Ore 18.00 – incontro con l’autore: Dacia Maraini si racconta

ore 20.30 spettacolo teatrale: Marco Baliani, Ho cavalcato in groppa ad una sedia (ITA)

Dall’omologo libro “Ho cavalcato in groppa ad una sedia”, di Marco Baliani. Editore: Titivillus

Contro una società che brucia le esperienze in un vortice di banalità, che uniforma il sentire secondo canoni pubblicitari, che appiattisce la percezione del mondo secondo schemi opachi, che costringe l’immaginazione a misurarsi col solo manifestarsi della realtà, contro tutto questo salgo su una sedia e mostro l’invisibile. O tento di farlo.

Che almeno per la durata di quelle parole, perse in un soffio nel momento stesso in cui vengono dette, ci sia la possibilità di scartare ed entrare in un altro tempo.

La battaglia continua e devo poter sempre immaginare che l’esito dello scontro possa essere incerto, che la macchina trituratrice si possa incrinare, un giorno, per il suono di una parola.

Venerdì 9 settembre 2011 – Arona

Ore 18.00 – incontro con l’autore: Dacia Maraini dialoga con PIERGIORGIO ODIFREDDI su “La divulgazione e la popolarizzazione della scienza” (ITA) – Piazza San Graziano

Ore 21.15: – spettacolo teatrale: NESSUNO PUO’ COPRIRE L’OMBRA” DEL TAKKU LIGEY THEATRE (SENEGAL) – Teatro San Carlo

Di Marco Martinelli e Saidou Moussa Ba. Regia Mandiaye N’Diaye. Con Abdou Lahat Fall, Moussa Gning,Mor N’Diaye.

“Non sono solamente gli uomini e i beni materiali che attraversano le frontiere ma ancora le idee, le tecniche, i valori; dico le civiltà.” Leopold Sedar Senghor

Un tappeto, tre attori e alcuni tamburi: i teatri europei si possono trasformare in un cortile africano, cosìcome un cortile africano può diventare un teatro italiano. Uomini di diversa provenienza dialogano

attraverso i linguaggi più semplici e immediati, quelli delle favole dell’antica tradizione messi in scena sul palco.

Nessuno può coprire l’ombra è un intarsio di racconti della tradizione senegalese, scritti per la scena da Marco Martinelli e Saidou Moussa Ba con un gusto attento alle evoluzioni di una coppia comica delle origini, tenendo presente Aristofane e la commedia dell’arte: attraverso narrazione, danze e percussioni ci vengono mostrate le vicende di Lek-la-Lepre e Buki-la-Iena, antichi archetipi della tradizione fiabesca wolof.

Impariamo che le iene non possono fare le uova, che la vita concede regali che bisogna dimostrare di meritarsi e che chi troppo vuole mangiare morirà di fame: notizie note a tutti, nozioni che i bambini hanno bisogno di apprendere, ma che talvolta è bene ricordare anche agli adulti.

Soltanto le fiabe hanno il potere di azzerare il tempo e di rendere uguali di fronte a chi narra bambini e anziani, tutti protesi a cogliere gli insegnamenti attraverso la magia della scena, in grado di azzerare distanze spaziali e temporali e di creare un mondo parallelo dove le brave lepri possono quasi risultare antipatiche e le cattive iene generare simpatia. I racconti di Lek-la-Lepre e di Buki–la-Iena hanno carattere circolare e l’attore che nella prima parte impersona la Lepre nella seconda diventa improvvisamente Iena, perché ogni essere non è riducibile a una piatta definizione, ma dentro ognuno di noi si nascondono più facce, e l’una è l’ombra dell’altra. Come le ombre che coprono il volto della Luna nel lirico, malinconico finale.

Sabato 10 settembre 2011 – Arona

Ore 11.00 – spettacolo teatrale “KLINKE” di MILA E OLIVIA – Replica ore 16 (Rocca di Arona)

Regia di Philip Radice. Con Olivia Ferraris e Milo Scotton

Lei viaggia il mondo in una scatola, Lui è pronto a tutto pur di star lontano dai problemi…
Un corteggiamento mozzafiato per una bizzarra storia d’amore.
In un magazzino postale, tra scatole, scale e valigie, nel ritmo prevedibile del quotidiano spunta l’insolito gioco di KlinKe: un diablo per brindare, una cascata di calzini, uno scambio di clave “all’arrabbiata” e un tessuto intrecciato di poetiche acrobazie.
Cosa potrà mai succedere al confine sottile tra poesia ed euforia se si è in balìa degli equilibri più incerti? A Milo e Olivia piace stravolgerli lasciandovi a bocca aperta.

Klinke è uno spettacolo che fonde e sublima le principali arti di rappresentazione (teatro, danza, tecniche circensi) inserendosi nel filone narrativo definito nouveau cirque o circo teatro. Una forma di intrattenimento capace non solo di tenere adulti e piccini incollati alle loro sedie col fiato sospeso, ma anche di divertire ed entusiasmare un pubblico di tutte le età con personaggi eccentrici.

Un postino, solo tra i suoi pacchi inizia il suo lavoro quotidiano fino a quando una scatola pare muoversi da sola…è fantasia o realtà? Una rincorsa tra i sentimenti di una storia d’amore per ricordare che sognare è fondamentale e un pizzico di pazzia per raggiungere i propri obiettivi non fa mai male!

Klinke, attraverso lo sguardo ironico che posa sulla realtà, è un invito a credere ancora nei sentimenti con tenerezza e complicità.

Un delicato equilibrio tra circo e teatro, in maniera da creare un intenso sistema tra gesti, acrobazie mozzafiato, parole, musica, luci e scenografia; Chissà se è più giusto parlare di un circo innovativo o di un teatro stravagante, Klinke è stato creato per emozionare, divertire, fare assieme al pubblico il primo passo verso l’inizio di un sogno…

Ore 11.00 Dacia Maraini dialoga con Michela Murgia rivisitando Maria di Nazareth (Piazza San Graziano)

Ore 21.15 spettacolo teatrale “La trilogia degli occhiali” di EMMA DANTE – Terzo Capitolo: Ballarini (Teatro San Carlo)

Testo e regia: Emma Dante. Con Manuela Lo Sicco, Sabino Civilleri. Scene di Emma Dante, Carmine Maringola.

La trilogia è composta di tre spettacoli autonomi ma indissolubilmente legati da temi di marginalità: povertà, vecchiaia e malattia. Tutti i personaggi della trilogia inforcano gli occhiali. Sono mezzi cecati. Malinconici e alienati.

Terzo Capitolo: Ballarini

So che un amore può diventare bianco come quando si vede un’alba che si credeva perduta. Alda Merini

In una stanza, una vecchia donna è china su un baule aperto. Si alza con in mano una spina elettrica e una presa; non appena le collega sopra la sua testa si accende il firmamento. Da un altro baule appare un uomo vecchio che la guarda e le sorride amoroso. Lui si avvicina a lei. Lei l’aiuta a indossare la giacca di un abito da cerimonia che prende dal baule. Ballano. Lui con la testa poggiata sulla spalla di lei. Lei aggrappata alla giacca di lui. Si baciano. Lui la tocca. Lei si fa toccare. Lui le strofina la coscia con una gamba. Lei gli tiene la gamba per non fargli perdere l’equilibrio. Lui si sbottona la giacca e poi la patta dei pantaloni. La stringe a sé. It contains Sildenafil Citrate a component that effectively blocks PDE-5 enzyme, allowing improved blood flow to the male organ, and the blood my drugshop generic sample viagra retains in the male organ. However, if you love to smoke cigarette, hookah and many more products, then you must draw your physician attention to cialis cheap no prescription treat the successive bad effects. In this present era, around 40% men over the age of 35 order generic levitra shouldn’t wait for more than 6 months for seeking professional help. Kamagra acts best when you are ready for an intercourse. http://davidfraymusic.com/events/theatre-croisette-cannes/ cheapest levitra Ha un orgasmo. Lei si soffia il naso e si gratta la coscia. Lui estrae dalla giacca un orologio da taschino: meno 5… meno 4… meno 3… meno 2… meno 1… al rintocco della mezzanotte lui fa scoppiare un piccolo petardo. Lui e lei si baciano. Lui infila la mano in tasca ed estrae una manciata di coriandoli. Li lancia in aria, festoso. La guarda. Lei lo guarda: “tanti auguri, amore mio.” Lui da un baule tira fuori una bottiglia di spumante. Lei dall’altro baule estrae un velo da sposa e se lo appoggia sulla testa, poi fa suonare un vecchio carillon. Si tolgono la maschera da vecchi, inforcano gli occhiali e riprendono a ballare. Sulle note di vecchie canzoni lui e lei festeggiano l’arrivo di un nuovo anno ballando a ritroso la loro storia d’amore.

Domenica 11 settembre – Arona

Ore 11.00 spettacolo teatrale per bambini Il sogno di tartaruga” il BAULE VOLANTE – replica ore 16.00 (Rocca di Arona)

Fascia di età: da 4 a 10 anni

Regia: Andrea Luglio. Collaborazione alla parte narrativa: Roberto Anglisani.

Una fiaba africana – Tartaruga fece un sogno. Sognò un albero che si trovava in un luogo segreto. Sui rami dell’albero crescevano tutti i frutti della terra: banane, datteri, noci di cocco, meloni, miglio, patate dolci, manioca e tanti altri. Tartaruga raccontò il suo sogno agli altri animali, ma tutti risero. “E’ solo un sogno”, dicevano. “No”, replicò Tartaruga,” sono sicura che esiste davvero. Andrò da Nonna Koko e lei saprà dirmi dove cresce”. “Aspetta! Andrò io, tu sei troppo lenta!”, disse la scimmia. E si mise in viaggio. Ma ai sogni occorre credere fino in fondo perché si avverino. E soprattutto non bisogna avere fretta! Tartaruga tutto questo lo sa molto bene. E Tartaruga aspettò con la sua nota pazienza, così alla fine… Il racconto di questo albero meraviglioso viene dall’Africa, un continente che tutti sogniamo, una terra che immaginiamo piena di colori, di suoni e ritmi, di una natura esuberante e vitale. Ed è così che vogliamo raccontare la storia, con vivacità e tanta musica, come in un sogno. I protagonisti sono gli animali della savana, rappresentati da pupazzi animati a vista. Le musiche sono eseguite dal vivo su ritmi e strumenti africani, con tutta la loro carica di energia, capace di coinvolgere gli spettatori di tutte le età. Premio Maria Signorelli 2008-2009 Rassegna Nazionale “Oltre la scena”– Roma. Premio “Gianni Rodari” 2010 Festival Nazionale “Lucciole e lanterne” – Roma

Ore 11.00 – incontro con l’autore: Beppe Severgnini su “L’Italia vista dall’estero” (Piazza San Graziano)

Ore 17.00 – incontro con l’autore: Andrea Bajani sul tema “L’insostenibile leggerezza della memoria”.

Ore 18.00 – spettacolo teatrale “MARY STUART” Oklahoma University – School of drama (Teatro San Carlo)

Dialoghi in lingua originale con sopratitoli.

Testo di Dacia Maraini. Regia di Susan Shaughnessy. Con Emily Jackson e Anna Fearheiley

Una sorta di congegno matematico, ci dice la Maraini… “da due corpi ho fatto scaturire quattro caratteri, da quattro caratteri, due psicologie”.

Maria esiste in quanto il suo pensiero è messo in evidenza dal dialogo con Kennedy, Elisabetta esiste in quanto il suo pensiero è messo in evidenza dal dialogo con Nanny.Tale scambio continuo dei ruoli sulla scena ha decretato per lo spettacolo un grande successo all’estero e, tra i testi teatrali della Maraini, questo ha avuto più rappresentazioni in tutto il mondo: dal Brasile all’Australia, dall’Inghilterra alla Spagna, dagli Stati Uniti all’Argentina sono ventidue le traduzioni e molte di più le messe in scena. La nota vicenda s’inserisce nel turbine delle frenetiche lotte politico-religiose legate alla successione al trono d’Inghilterra di Elisabetta, nata dalle nozze non riconosciute da Roma di Enrico VIII e Anna Bolena. Elisabetta, protestante, è sul trono, ma dalla vicina Scozia agita lo spauracchio delle pretese stuardiste Maria, cattolica, cugina di Elisabetta, vedova del re di Francia Francesco II.

Ora Maria è prigioniera di Elisabetta, dopo la condanna a morte a conclusione di un processo su falsi documenti e menzognere testimonianze.

Perché quattro caratteri e due psicologie? Due padrone e due serve. Cosa le accomuna? I loro ruoli sociali hanno decretato per tutte la stessa condizione di clausura psicologica e fisica. Ricche o povere, regine o serve, risultano incapsulate entro barriere sociali drammatiche e conflittuali, con il denominatore comune della solitudine.

L’interessante gioco scenico dei ruoli sdoppiati diventa quindi filtro della tematica donne e potere, assai cara alla Maraini, e lo spettacolo, assumendo e proponendo quest’ottica psicologica e sociale, ovvero una riflessione sulla difficoltà di essere “donne” nel mondo del lavoro senza dover abdicare alla propria femminilità, sia in attività più semplici (nel testo ne è metafora la serva), sia nel ricoprire importanti cariche (nel testo ne è metafora la regina) acquista una valenza di grande modernità… “ho trecento vestiti e non conosco il mio corpo…” dice Elisabetta.

Ore 21.15 – spettacolo teatrale Marco Baliani, Ho cavalcato in groppa ad una sedia (ITA) (Teatro San Carlo) – replica.

INFO: www.festivalduerocche.it