Foto: Ritratto ufficiale del Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini (Stella, 25 settembre 1896 – Roma, 24 febbraio 1990) © Quirinale.it
Foto: Ritratto ufficiale del Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini (Stella, 25 settembre 1896 – Roma, 24 febbraio 1990) © Quirinale.it
Foto: Ritratto ufficiale del Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini (Stella, 25 settembre 1896 – Roma, 24 febbraio 1990) © Quirinale.it

A proposito dei principi legati alla Festa di Liberazione, in richiamo di pace, indipendenza e volontà dei popoli contro gli imperialismi e i disvalori del presente, ricordiamo l’intervento in Senato contro l’ingresso nella Nato di uno dei più autorevoli partigiani della Resistenza italiana: il futuro Presidente della Repubblica Sen. Sandro Pertini

Alla vigilia di quel 25 aprile che commemora la ritrovata indipendenza della nostra Patria contro l’occupazione tedesca e il nazifascismo, in un periodo di mistificazioni politiche e sociali in tutto l’Occidente dove la propaganda di guerra contro la Russia diviene pace e l’affermazione di una piena sovranità nell’autodeterminazione dei popoli un bieco “sovranismo razzista”, in virtù di una fantomatica ideologia “democratica progressista” di matrice globalista, che impoverisce le classi lavoratrici per una “decrescita felice” a favore della speculazione finanziaria internazionale, la stessa che recentemente ha sancito sperimentazioni geniche di massa come già avvenne in alcuni campi di concentramento nazisti e che attualmente proclama come diritto l’annullamento dei generi, l’aborto fino al nono mese di gestazione, la  cancel culture nonché gli insetti a tavola per l’inclusività e la salvaguardia del clima, la mercificazione di nuovi schiavi dal continente africano, la legittimazione della pedofilia, e altro contenuto in un’agenda sovranazionale avulsa dalla volontà dei singoli popoli, mi sento in dovere di restituire un contributo valoriale originario della ricorrenza e ricordare il discorso che il Sen. Sandro Pertini, membro socialista della Resistenza e futuro Presidente della Repubblica, tenne al Senato il 7 marzo 1949 contro l’ingresso italiano nel Patto Atlantico, rivendicando una posizione di pace e di reale indipendenza della Patria:

«Noi siamo contro il Patto Atlantico, prima di tutto perché questo Patto è uno strumento di guerra… Ma il nostro voto è ispirato anche a un’altra ragione. Questo Patto Atlantico in funzione antisovietica varrà a dividere maggiormente l’Europa, scaverà sempre più profondo il solco che già separa questo nostro tormentato continente…
Una “Santa Alleanza” in funzione antisovietica, un’associazione di nazioni, quindi, che porterà in sé le premesse di una nuova guerra e non le premesse di una pace sicura e duratura. Noi siamo contro questo Patto Atlantico dato che esso è in funzione antisovietica. Perché non dimentichiamo, infatti, come invece dimenticano i vostri padroni di oltre Oceano, quello che l’Unione Sovietica ha dato durante l’ultima guerra. Essa è la nazione che ha pagato il più alto prezzo di sangue. Senza il suo sforzo eroico le Potenze occidentali non sarebbero riuscite da sole a liberare l’Europa dalla dittatura nazifascista…E noi socialisti sentiamo che se domani per dannata ipotesi dovesse crollare l’Unione Sovietica sotto la prepotenza della nuova “Santa Alleanza”, con L’Unione Sovietica crollerebbe il movimento operaio e crolleremmo noi socialisti…
Parecchi di voi si rallegrarono quando videro piegata sotto la dittatura fascista la classe operaia italiana e costoro non compresero che, quando in una nazione crolla la classe operaia, o tosto o tardi con la classe operaia finisce per crollare la nazione intera… Oggi noi abbiamo sentito gridare “Viva l’Italia” quando voi avete posto il problema dell’indipendenza della patria. Ma non so quanti di coloro che oggi hanno alzato questo grido, sarebbero pronti domani veramente a impugnare le armi per difendere la patria. Molti di costoro non le hanno sapute impugnare contro i nazisti. Le hanno impugnate invece contadini e operai, i quali si sono fatti ammazzare per l’indipendenza della Patria!
Onorevole Presidente del Consiglio, domenica scorsa a Venezia, in piazza San Marco, sono convenuti migliaia di partigiani da tutta l’Italia e hanno manifestato precisa la loro volontà contro la guerra, contro il Patto Atlantico e per la pace. Questi partigiani hanno manifestato la loro decisione di mettersi all’avanguardia della lotta per la pace, che è già iniziata in Italia, essi sono decisi costituire con le donne, con tutti i lavoratori una barriera umana onde la guerra non passi. Questi partigiani anche un’altra volontà hanno manifestato, ed è questa: saranno pronti con la stessa tenacia, con la stessa passione con cui si sono battuti contro i nazisti, a battersi contro le forze imperialistiche straniere qualora domani queste tentassero di trasformare l’Italia in una base per le loro azioni criminali di guerra. Per tutte queste ragioni noi voteremo contro il Patto Atlantico.»

Va inoltre ricordato che il famigerato Patto di Varsavia, l’alleanza militare che raggruppava gli stati “oltrecortina” del socialismo reale filosovietico e la cui esistenza avrebbe giustificato la permanenza della Nato con tanto di basi missilistiche difensive anche sul nostro territorio, nacque solo il 14 maggio 1955, quindi sei anni dopo l’Alleanza Atlantica, nonché gli unici che utilizzarono l’arma atomica nella storia furono gli Stati Uniti d’America. Buona Festa di Liberazione!

Si ringrazia il Centro Gramsci di Educazione per la pubblicazione integrale dell’intervento del Sen. Sandro Pertini del 7 marzo 1949