Foto: frame di Dolorosa Mater © Francesca Lolli
Foto: frame di Dolorosa Mater © Francesca Lolli
Foto: frame di Dolorosa Mater © Francesca Lolli

Il 27 giugno una giornata di video arte chiude la stagione del PACTA SALONE

Mercoledì 27 giugno una rassegna di video arte parte del Progetto DonneTeatroDiritti chiude la stagione del PACTA SALONE di Milano: IL MIO CORPO POETICO, IL MIO CORPO POLITICO a cura di Francesca Lolli dalle ore 17.00 alle ore 22.00, ingresso libero, con presentazione alle 18:30, per celebrare il corpo delle donne e quelle donne che del proprio corpo fanno uso per liberare e concretizzare un’azione performativa.

« Il corpo delle donne – spiega la video artista Francesca Lolli – è da sempre stato al centro dell’attenzione delle società ed è spesso difficile usarlo come una tela bianca sulla quale operare senza che passino messaggi discriminatori o intrisi di pre-giudizi interiorizzati. Il mio corpo poetico, il mio corpo politico è una rassegna di video arte al femminile, incentrata sull’uso del corpo come veicolo del pensiero. Un corpo desessualizzato, liberato dalle imposizioni e dalle sovrastrutture della società ».

Le artiste partecipanti e i loro lavori sono:
Agatha Brum (Brasile) – Santa Agatha, video performance, (2014)
Ana Montenegro (Brasile – Argentina) – DUST, video performance, (2018)
Fenia Kotsopoulou (Regno Unito) – MY BODY IS, video performance, (2017)
Francesca Leoni (Italia) – REFL(ACTIONS), video performance, (2015)
Francesca Lolli (Italia) – Dolorosa Mater, video performance, (2017)
Eleonora Manca (Italia) – I sing the Body Electric_Borderskin, video performance, (2012)
Mandra Cerrone (Italia) – Sine Nomine, video performance, (2017)
Maria Korporal (Germania) – The Waltz, video e animazione sperimentale, (2010)
Patrizia Bonardi (Italia) – Uterine Lives, video loop (2006)
Sylvia Toy St. Louis aka Sylviatoyindustries (USA) – THE VICTIM, video experiment, (2016)

INFO:

PACTA SALONE
via Ulisse Dini 7, 20142 Milano
MM2 P.zza Abbiategrasso-Chiesa Rossa, tram 3 e 15, autobus 65, 79 e 230
Per informazioni: www.pacta.org – mail biglietteria@pacta.org – promozione@pacta.org – tel. 0236503740 – ufficio scuole: ufficioscuole@pacta.org 

Concept dei lavori e biografie delle artiste
IL MIO CORPO POETICO, IL MIO CORPO POLITICO

Agatha Brum
Santa Agatha, video performance, dur: 01:26 (2014)

La video performance è una riflessione sulla storia di Santa Agatha, protettrice del seno. Agatha, oggi santificata, dopo aver rifiutato una richiesta di matrimonio da parte del senatore romano Quinziano subì violente persecuzioni dallo stesso. Inseguita e accusata di appartenere a una setta fuorilegge del tempo, Agatha fu torturata e trascinata su pezzi di vetro e braci ardenti. Infine le furono strappati i seni con ferri taglienti.

Agatha Brum, 25 anni, nomade brasiliana. Ha studiato teatro a CAL, Casa das Artes Laranjeiras e Danza Contemporanea nella Facoltà e Angel Vianna Course, entrambi a Rio de Janeiro. Ha viaggiato per tre anni in diversi luoghi, tra il Sud America, l’Europa e l’Africa cercando riferimenti alle sue opere in una ricerca autonoma. L’universo femminile è stato, negli ultimi lavori, il suo punto focale. La sua linea di ricerca teorica e pratica segue le connessioni corpo/mente – arte/vita, usando espressione, performance, intervento urbano, video arte e installazione come piattaforme di espressione. Ha partecipato con video e performance a numerosi festival come il Rapid Pulse International Performance Art Festival, (Chicago / USA), Videoataq Brasil Festival e Multiplicity Imagem_Som_United, (Rio de Janeiro / Brasile), Art Video Israel – Il festival internazionale di video arte Israele – I Edizione, (Tel Aviv / Israele).
http://cargocollective.com/agathabrum

Ana Montenegro
DUST, video performance, dur: 03:39 (2018)

“Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, / finché non ritornerai alla terra, / perché da essa sei stato tratto: / polvere tu sei e in polvere ritornerai” (Genesi 3,19).
Il termine usato per “POLVERE”(`apar’ in ebraico) letteralmente significa la terra sciolta che giace sopra la terra, senza dover scavare.
L’artista, con la parte anteriore del corpo, le mani e l’orecchio sul suolo, in uno stato di immobilità, suggerisce di ascoltare la terra o di tornare alla polvere, al vuoto, alla profondità.
L’America Latina, la Terra nella quale l’azione ha avuto luogo, è la Terra di diversi Paesi e arricchisce e conduce il senso della Performance sulla questione dello spostamento e dell’immigrazione, solleva profonde riflessioni, esponendo la fragile situazione di tanti corpi, proprietari di un non-luogo, di una non-vita.

Ana Montenegroè un’artista visiva, performer con un background in architettura, scenografia e semiotica Peirciana. Vive e lavora in Brasile e in Argentina. Ha partecipato a quasi tutte le edizioni di “Event Verbo” nella galleria Vermelho, si è esibita in gallerie e istituzioni a São Paulo (SESC Pinheiros, Vila Mariana, Ipiranga, FUNARTE ecc.), Rio de Janeiro (MAM, Oi Futuro), Recife(FUNDAJ), Toronto (Canada), Junin, (Argentina), Santa Cruz de la Sierra (Bolivia), Interferenza urbana, Buenos Aires, Argentina. Ha partecipato alla Mostra internazionale “The VIDEOperformance 2018” (Art Web Gallery) e ha preso parte alla residenza presso IHH con il fotografo e performer Manuel Vason a Campinas (São Paulo).
Il suo lavoro esplora la relazione tra performer e pubblico, la fragilità umana, la vulnerabilità, l’isolamento e il confine tra realtà e finzione nelle relazioni contemporanee.
Lavora con fotografi, musicisti, coreografi, registi, ecc. Usa il termine “performance form” come premessa per ricercare l’interdisciplina e l’aspetto collaborativo nel linguaggio della performance. Nel momento in cui usiamo la “performance form” assieme alla musica, al disegno o a qualsiasi altro linguaggio espressivo, stiamo attuando un vero e proprio spostamento poiché la ricerca avviene tra due contesti, in una sorta di piega in cui il senso deriva da un sistema di differenze tra due forme mescolate.
Questo metodo suggerisce subliminalmente il carattere politico del lavoro rendendo gli elementi di un sistema funzionanti in un altro modo, dando alla realtà un carattere transitorio e precario, in contrasto con il discorso corrente.
vimeo.com/user15909189

Fenia Kotsopoulou
MY BODY IS, video performance, dur: 01:01 (2017)

L’opera è una concatenazione di immagini e parole che formano una risposta a me stessa, in modo che io non dimentichi e una risposta a te, così che tu ricordi: Il mio corpo è: la mia casa, territorio di nessun uomo, dove risiede il potere, rifugio delle emozioni, testimone, mappa del tempo, il mio strumento di espressione, dove esiste il piacere, dove la verità viene manifestata, il mio corpo è solo mio solo mio solo mio solo mio solo mio.

Fenia è un’artista interdisciplinare di origini greche con sede nel Regno Unito. La sua pratica comprende performance artistiche, danza, video e fotografia. Ha conseguito un MFA presso l’Università di Lincoln (Regno Unito), dove attualmente lavora come docente di danza, e un BA Hons in danza presso la National Dance Academy di Roma (Italia). Argomenti fondamentali della sua pratica rizomatica includono: il Corpo come luogo di trasformazione e come deposito di emozioni, la memoria personale e collettiva,la formazione e decostruzione dell’identità femminile. Le sue opere (danza, performance sperimentale, live-art e video-art), assieme a quelle realizzate con alcuni stretti collaboratori, sono state mostrate e premiate in numerosi festival e piattaforme artistiche.
feniakotsopoulou.wix.com/artist
vimeo.com/feniakotsopoulou

Francesca Leoni
REFL(ACTIONS), video performance, dur: 02:30 ()

Purificazione, nascita, benedizione, intuizione, rinnovazione. Questi sono solo alcuni dei significati simbolici dell’acqua, elemento presente in tutte le religioni e spesso utilizzato attraverso i riti. Nei sogni l’acqua rappresenta l’inconscio ed è anche strettamente legato al femminile. L’acqua, quindi, come nascita e morte, espressione del ciclo infinito della vita che diventa, in questo lavoro, il mezzo performativo per la ricerca più intima di se stessi.

Francesca Leoni è una video artista e performer italiana laureata in “Communication Studies” alla Univesity of North Carolina a Wilmington (USA). Durante gli anni dell’università ha iniziato a studiare teatro lavorando soprattutto sul corpo e le emozioni attraverso “il metodo”. Ritornata in Italia intraprende un percorso tra video e cinema, studiando con vari maestri nazionali e internazionali.
La sua ricerca verte sul corpo come cassa risonante d’emozioni mettendo in luce il rapporto tra l’essere umano e la vita contemporanea attraverso la performance, la video arte e il cinema sperimentale. Nel giugno del 2011 crea con Davide Mastrangelo il duo artistico Con.Tatto, con il quale produce opere di video arte e performance distribuite internazionalmente attraverso festival e piattaforme mirate.
www.leonimastrangelo.com

Francesca Lolli
Dolorosa Mater, video performance, dur: 03:14 (2017)

Il silenzio è spesso manifestazione di una limitazione esterna; un’imposizione fisica, psicologica e sociale che l’artista sceglie di mostrare concentrandosi sulla figura della donna, costretta a causa della sua identità sessuale a una costante lotta per la propria affermazione sociale ed espressiva.

Francesca Lolli, nata a Perugia si trasferisce a Milano nel 1998 dopo un breve periodo di studi in filosofia a Perugia. Si diploma alla scuola di Teatro ‘Arsenale’ come attrice e poco dopo si laurea in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Perugia. Durante gli anni dell’accademia lavora come attrice nella compagnia del Teatro Arsenale e partecipa a numerosi spettacoli tra cui ‘Il gioco dell’epidemia’ di E. Ionesco, ‘Il berretto a sonagli’ di L. Pirandello, ‘Pulp’ di C. Bukowsky, ‘La chiesa’ di L. F. Celine. Per la tesi decide di girare un documentario su un famoso fotografo newyorkese: Andres Serrano. Dal quel momento decide di cambiare la sua vita e di dedicarsi completamente alla video arte e alla performance. La sua ricerca si concentra sulle diversità di genere e le questioni socio-politiche. I suoi lavori sono stati proiettati in numerosi festival nazionali e internazionali.
vimeo.com/francescalolli
www.francescalolli.it

Eleonora Manca
I sing the Body Electric_Borderskin, video performance, dur: 03:49 (2012)

Da un verso di Walt Whitman nasce il progetto I Sing The Body Electric ruotante attorno il tema del corpo inteso come confine. Confine non nell’accezione negativa di essere “confinati”, ai margini, alienati, ma nell’accezione espansiva di linea netta, forte e presente di demarcazione fra il “sé” e il resto del mondo. Un confine fra pelle, struttura e spazio. Corpo, dunque, come linguaggio che fa coincidere l’io narrante con l’io narrato dove il corpo diviene segno di tutti i corpi; esplorandosi si archetipizza dimenticando la propria soggettività rivendicando l’umiliazione estrema di essere segregati in un soma unico e sessuato e al contempo la nostra natura di essere fragili tanto nella carne quanto nello spirito. Il pensiero comunica con il corpo e scrive su di esso le proprie emozioni recuperando incessantemente i contenuti della memoria. Ogni corpo è memoria ed essa si stratifica a tal punto che ogni nostro atto è inevitabilmente legato ai ricordi che il pensiero cosciente tende ad annullare, ma che sostano inattaccabili nel corpo. Mentre la mente opera secondo azioni di conoscenza e di rimozione, il corpo non dimentica nulla e mantiene nelle proprie cellule ogni avvenimento, ogni pensiero, ogni sguardo, ogni parola. L’idioma del corpo è dunque l’inesplicabile linguaggio della memoria.

Eleonora Manca (Lucca, 1978), laureatasi con una tesi sulle Avanguardie russe, è un’artista visiva, che utilizza vari media (principalmente fotografia, video, videoinstallazioni, installazioni di poesia visiva e libri d’artista) al fine di creare percorsi comunicativi mediante installazioni e micro-narrazioni (spesso attraverso la compenetrazione tra immagine e parola col fine di dare origine a una forma ibrida di codice poetico). Il suo lavoro ruota attorno i temi della metamorfosi, della memoria e della memoria del corpo. Dopo una formazione in Storia dell’Arte Contemporanea presso Lettere Moderne a Pisa, si specializza in Teatro e Arti della Scena presso Scienze della Formazione a Torino. È stata “artista del mese” per il centro IGAV di Torino (marzo 2015), l’opera video Skia è entrata a far parte dell’Esposizione Permanente dell’IGAV presso la Castiglia di Saluzzo (Cn), Il video Reverse Metamorphosis è stato vincitore de Magmart IX edition, a cura di Enrico Tomaselli, lo stesso video è parte della collezione permanente del Cam-Casoria Contemporary Art Museum, molta della sua produzione video fa parte di C.A.R.M.A (Centro d’Arti e Ricerche Multimediali Applicate di Roma), una produzione fotografica è stata acquisita dall’Archivio Italiano dell’autoritratto fotografico (MUSINF di Senigallia, a cura di Carlo Emanuele Bugatti e Giorgio Bonomi), è parte del TPA (Torino Performance Art), è tra gli artisti di VisualContainer, è nel volume: Il corpo solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea Vol. II (a cura di Giorgio Bonomi) nella sezione “Il corpo come denuncia e scandalo”. Ha esposto in numerose collettive e personali, in Italia e all’estero. Vive e lavora a Torino.
http://eleonoramanca.wixsite.com/eleonoramanca
https://vimeo.com/eleonoramanca

Mandra Cerrone
Sine Nomine, Video performance, dur: 9:50 (2017)

L’azione è un gesto poetico dalla portata psicomagica per liberarsi dai legami transgenerazionali; togliendoci di dosso l’invisibile lealtà che ci lega indissolubilmente ai nostri antenati ci si libera dal loro giudizio e da un’eredità psicoaffettiva che non ci appartiene veramente.

Mandra è un’artista visuale e performer. I suoi lavori sono stati presentati in numerosi Musei e Festival internazionali. Tra le sue ultime esposizioni ricordiamo: Corpo, Festival delle Arti Performative, San Servolo, Venezia (a cura di Ivan D’Alberto e Sibilla Panerai), Bios, Magfest, Spazio Matta, Pescara (a cura di Maria Letizia Paiato e Sibilla Panerai), ArtPerformingFestival Video arte al PAN Palazzo delle Arti di Napoli (a cura di Sergio Curt e Gianni Nappa), Magvideo, La donna come corpo sociale (a cura di Maria Letizia Paiato), PerfoArtNet, V International Biennial of Performance, Pabón Consuelo – Pentagono Progetto – Cultura Min, Bogotà, Abruzzo Contemporaneo Ripa Teatina, Chieti, PRIVATA Museo Civico di Sansepolcro, Arezzo (a cura di Antonio Zimarino), Other Identity, Loggia delle Mercanzie, Genova (a cura di Francesco Arena).
www.mandracerrone.com

Maria Korporal
The Waltz, video e animazione sperimentale, dur: 03:11 (2010)

Nel video The Waltz figurano uccelli che volano liberi e una coppia di donne (possono essere sorelle, amiche, amanti) che sono rinchiuse in una gabbia e ballano infinitamente sul ritmo di un valzer. Alla fine riescono a liberarsi…
Il video ha chiari riferimenti ai gender issues e all’emancipazione femminile.
È il primo video del progetto “Korporal Zoo”: una serie di video di Maria Korporal in cui il mondo animale e umano è osservato da diversi punti di vista – culturale, sociale, ambientale. Il progetto è un work in progress iniziato nel 2010. I video di “Korporal Zoo” sono stati realizzati con una grande varietà di tecniche e ogni opera è un mix animato di foto e filmati, nonché disegni e collage.

Maria Korporal è nata nel 1962 a Sliedrecht, Olanda. Ha studiato all’Accademia delle Belle Arti St. Joost a Breda, Olanda. Dopo gli studi, nel 1986, si è trasferita in Italia, prima a Roma, poi a Sant’Oreste (Roma), dove ha vissuto fino al 2013. Dal 2014 vive e lavora a Berlino.
La sua produzione artistica include videoarte, installazioni, imaging digitale e performance. È inoltre attiva nel campo del web design e della grafica. Le sue opere sono state presentate in tutto il mondo.
www.mariakorporal.com

Patrizia Bonardi
Uterine Lives, video loop 1 min (2006)

“Suoni fisiologici, organici mentre nulla succede se non il lento movimento di tre identità aggrovigliate una sull’altra, in un’armonia uterina”
Nel 2006 Bonardi ha incontrato da poco gli scritti sociologici di Zygmunt Bauman che l’avvicineranno al legame con la sociologia, come compagna di ricerca artistica. Così, pur immersa in vissuti personali, è consapevole che ciò che è in gioco è politico, perché il corpo delle donne lo è da sempre. Il lavoro viene concepito dall’artista legandolo direttamente al suo vivere, come presa di coscienza dell’inizio di una svolta, l’affacciarsi alla pre adolescenza della figlia primogenita. Bonardi cristallizza, un momento di perfetta armonia, la fase infantile dei suoi tre figli; lo fa tracciando un filo d’unione fra infanzia e gestazione.
Per questo il video vuole immergerci in una sorta di vita uterina, aiutati dal piccolo spazio a disposizione per i bimbi, che stretti l’un l’altro, occupano un’area idealmente sferica, con movimenti ridotti al minimo. Vi è l’uso della cera d’api come filtro all’immagine, voluto perché venga letta con discrezione, cura, rispetto, come chi guardi qualcosa di intimo, appunto di uterino, mettendo fra lo spettatore e i bimbi il corpo stesso dell’artista. Si tratta di uno dei primi utilizzi della cera d’api, quello che diventerà per Bonardi materiale principe dei suoi lavori scultorei e installativi.

Patrizia Bonardi porta l’arte a dialogare con la sociologia attraverso una poetica che spazia dalla ricerca materica fino alla videoarte. La volontà di vivere una cittadinanza attiva in arte caratterizza il suo lavoro su tre tematiche ricorrenti: ambientalismo, parità di genere e integrazione che vengono potenziate dall’interesse verso la sociologia e la collaborazione con i sociologi. La sua ricerca si lega a materiali naturali e si contraddistingue per l’uso della benda intinta nella cera d’api, con cui costruisce lavori che possono presentare grandi dimensioni installative come Nassa / Pot break free 2017 , Colonne d’acqua / Sea columns 2017 oppure Quasar 2008. I video di Bonardi hanno partecipato a molti festivals internazionali grazie a Visualcontainer di Milano. Patrizia Bonardi è fondatrice dello spazio no-profit di ricerca fra arte contemporanea e sociologia BACS di Leffe di cui è art director, collabora con l’associazione artists.sociologists di cui è presidente, formata da numerosi artisti e sociologi a livello nazionale, ispirata alla sua tesi di ricerca “Incontri inattesi quando artisti e sociologi dialogano” 2009 Accademia di Belle arti G.Carrara di Bergamo.
www.patriziabonardi.net

Sylvia Toy
Sylviatoyindustries
THE VICTIM, video experiment, dur: 04:04 (2016)

THE VICTIM è un monologo filmico sul bullismo, la paura e il coraggio.
Sylvia Toy St. Louis aka Sylviatoyindustries è un’attrice, regista sperimentale e un’artista del green screen che crea un teatro cinematico. Sylvia ha un passato da attrice teatrale professionista (dal 1985 al 2007) e da scultrice professionista (dal 1985 al 2010).
https://www.youtube.com/user/SylviaToyStLouis