Foto: Polittico Griffoni, 1472-1473 circa - Francesco del Cossa, Angelo Annunciante © Gazzada, Collezione Cagnola
Foto: Polittico Griffoni, 1472-1473 circa - Francesco del Cossa, Angelo Annunciante © Gazzada, Collezione Cagnola
Foto: Polittico Griffoni, 1472-1473 circa – Francesco del Cossa, Angelo Annunciante © Gazzada, Collezione Cagnola

Fino a gennaio la mostra ospitata dal Palazzo Fava di Genius Bononiae con due parti espositive, “Il Polittico Griffoni rinasce a Bologna” curato da Mauro Natale, in collaborazione con Cecilia Cavalca e il sostegno della Basilica di San Petronio, e “La Materialità dell’Aura. Nuove Tecnologie per la Tutela” curata da Adam Lowe, Guendalina Damone e il team di Factum Foundation

È una storia affascinante e travagliata quella toccata in sorte al Polittico Griffoni che dopo 300 anni torna a Bologna presso la prestigiosa sede di Palazzo Fava di Genus Bononiae, ricostruito proprio così come Roberto Longhi aveva ipotizzato nel 1934 in Officina ferrarese.  Anche l’iter espositivo di questa mostra non è stato da meno: l’inaugurazione avrebbe dovuto tenersi a marzo, poi slittata per l’emergenza Covid, subisce in questi giorni novembrini un altro arresto a causa del nuovo lockdown che ha investito i luoghi culturali.

Sperando che l’esposizione possa riaprire a breve per essere fruita da numerosi visitatori, vediamo cosa racchiude e come è strutturata. Il percorso allestitivo consta di due parti: la prima curata da Mauro Natale e da Cecilia Cavalca, è incentrata sull’importanza della pala d’altare contestualizzata storicamente, la seconda, con la supervisione di Adam Lowe e Guendalina Damone, si addentra nel ruolo primario che sempre più riveste la tecnologia digitale nella tutela del nostro patrimonio culturale, soffermandosi nello specifico sull’operato di Factum Foundation.
Il piano nobile, oltre all’esposizione delle tavole originali, ospita la ricostruzione del polittico nel suo assetto originale proprio grazie a Factum Foundation e al suo fondatore Adam Lowe in collaborazione con la Basilica di San Petronio e Studio Cavina Terra Architetti.

La pala d’altare costituita da 16 tavole lignee a tempera all’uovo eseguita fra il 1470 e il 1473 dai ferraresi Francesco del Cossa e dal suo giovane e talentoso discepolo Ercole de’ Roberti, era stata commissionata dal nobile Floriano Griffoni per essere installata nella sesta cappella di sinistra del suo casato all’interno della Basilica di San Petronio. Nei secoli i Griffoni cedettero la cappella agli Aldrovandi e nel ‘700 il cardinale Pompeo Aldrovandi se ne impadronì e smembrò il polittico: in un primo momento in quadri da camera che sino al 1731 espose nella propria dimora, ma che poi immise nel mercato antiquario dividendoli in lotti. L’opera si disperse quindi in giro per il mondo presso vari collezionisti mentre la cornice intagliata da Agostino de’ Marchi da Crema andò distrutta, probabilmente diventando legna da ardere. Francesco del Cossa realizzò tutti gli scomparti principali del registro superiore e inferiore: suo è il ritratto di San Vincenzo Ferrer inquisitore e predicatore spagnolo di cui il polittico onora la memoria (beatificato solo 15 anni prima), sue le immagini di San Pietro e San Giovanni Battista così come la crocifissione, San Floriano e la splendida Santa Lucia dietro cui si celano gli stessi committenti, e i due tondi dell’Angelo Annunciante e della Vergine Annunciata.

La predella intitolata I miracoli di San Vincenzo, ma che in realtà ruota soprattutto intorno a scene di vita quotidiana immerse in paesaggi fantasiosi narrate con minuzia di dettagli, e le tavole di dimensioni più piccole dei santi dei pilastrini si devono invece a Ercole de’ Roberti.
Questo capolavoro, riunito nella incantevole sala affrescata dai Carracci con le Storie di Giasone e Medea, raccoglie opere custodite in Vaticano, nella Pinacoteca di Brera e Ferrara, nella Collezione Cini di Venezia e nella Collezione di Villa Cagnola di Gazzada, e provenienti inoltre dalla National Gallery di Londra, dalla National Gallery of Art di Washington, dal Louvre di Parigi e dal Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam.
Si capirà come questa sia una occasione unica per contemplare dal vivo la meravigliosa pala d’altare rinascimentale, riunita in tutta la sua ricchezza e originalità; un’opera che risulta straordinariamente moderna grazie al virtuosismo dei giochi prospettici, alla strutturazione dello spazio, alla carica inventiva e resa dei particolari oltre che all’incredibile poliedricità dei soggetti.
Una volta che la mostra chiuderà i battenti la ricostruzione del polittico sarà ospitata in una sala dedicata presso il Museo della Città di Bologna in un allestimento permanente.

bologna_polittico_locandinaIl Polittico Griffoni. La riscoperta di un capolavoro

18 maggio 2020- 10 gennaio 2021
CHIUSURA TEMPORANEA

Palazzo Fava
via Manzoni 2, Bologna
https://genusbononiae.it
Presente in TV su Sky Arte

L’evento è un progetto di Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Genus Bononiae. Musei nella città, in collaborazione con Basilica di San Petronio, Polo Museale Emilia Romagna, Pinacoteca Nazionale di Bologna, Factum Foundation, Comune di Bologna. Con il patrocinio di MiBACT Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, Pontificio Consiglio della Cultura, Regione Emilia Romagna, Chiesa di Bologna