Foto: Glen Matlock, bassista, chitarrista, autore e cantante, membro fondatore dei Sex Pistols © Archivio dell'Artista
Foto: Glen Matlock, bassista, chitarrista, autore e cantante, membro fondatore dei Sex Pistols © Archivio dell'Artista
Rewind Scotland Festival 2017- Foto: Glen Matlock, bassista, chitarrista, autore e cantante, membro fondatore dei Sex Pistols © Archivio dell’Artista

Dopo il live di una tappa italiana, l’incontro con il mitico bassista dei Sex Pistols

Qualche breve cenno biografico non nuoce. Glen Matlock fu membro originario dei Sex Pistols, e co-autore della quasi totalità dei brani. Rimane nella band fino al 1977, poco prima dell’uscita di “Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols”. Se ne va per divergenze personali. Arriva Sid Vicious. Argomento spinoso perché i giornali di allora titolarono che fosse stato “licenziato” dal manager Malcolm McLaren perché aveva affermato che gli piacevano i Beatles!

Sta di fatto che non ha mai smesso di collaborare con innumerevoli musicisti. Qualche nome a caso tra le sinergie? Sid Vicious (per un unico concerto – glorioso – dei Vicious White Kids), Midge Ure, The Damned, Iggy Pop, Johnny Thunders. Non ha mai smesso di fondare gruppi: The Spectres, The London Cowboys, The Role Models, The Philistines. Queste solo alcune delle formazioni a cui ha preso parte…

La mia missione inizia sotto una buonissima stella: appena arrivata al Peyote Cafè di Magenta (MI) – il 29 Marzo – per una delle date italiane in solo acustico, intravedo Glen Matlock sullo spazio antistante il locale intento a fumare una sigaretta. Indossa un sobrio cappotto blu dalla foggia classica.

Mi faccio una faccia di bronzo e lo abbordo salutandolo e dicendogli che lo avevo già incontrato un’altra volta facendomi fare degli autografi, occasione in cui gli avevo detto di essere stata una punk rocker teenager…I due fatti sono veri: in occasione della presentazione nel 2017 del libro “La Storia del Punk” di Stefano Gilardino, l’avevo visto alla libreria Hoepli di Milano e gli avevo detto – in una raffica abbastanza ben riuscita di  discorsi segnati dall’emozione – di avere “militato” in due band degli anni 80 in cui facevamo proprio le cover dei Sex-Pistols.

“Anche io sono stato un teenage punkrocker!”, mi risponde con humour. Rilancio: “Sì, come dice il titolo della tua autobiografia, vedi che ho fatto i compiti! Glen, dopo vorrei parlare col tuo manager perché vorrei intervistarti…”.
[Ndr. l’autobiografia – appena aggiornata – si chiama “I Was a Teenage Sex Pistol”]

Sta entrando nel locale, mi invita a fare lo stesso – cedendo il passo – la classe non è acqua! –  e mi mette subito in contatto con la persona giusta. “Devi parlare con lei…”. Indica una ragazza dalla rassicurante frangia blu che mi fa subito simpatia. Ok Fatto…! Ci siamo. Mi accredito. Avevo già un mezzo appuntamento tramite il direttore artistico del locale, ma questa fortuita situazione mi entusiasma e mi carica al punto da essere molto convincente nel presentarmi.

Il concerto si snoda tra brani dell’ultimo E.P. “Sexy Beast”, cover e pezzi storici dei “Sex Pistols”. Si inizia con “God Save the Queen”. Nel corso della serata si procede con “Pretty Vacant” e “Stepping Stone”. Glen Matlock – che si accompagna alla chitarra in rigoroso solo – chiedel’apporto del pubblico che risponde con cori perfettamente a tempo. Si sentono echeggiare i famosi versi “No Future, No Future, No Future for you!” o “We’re Vacant!” e in ultimo “…And We don’t care!”.

Ma va oltre, vira verso il Rockabilly, c’è del Rock and Roll, del Blues della vecchia scuola, e si trascendono i generi. C’è spazio per una cover di Screamin’ Jay Hawkins, “I put a spell on you”, per una di David Bowie “John, I’m only dancing” e ancoraper la “Blank Generation” di Richard Hell (vedi alla voce The Voidoids” della No Wave diNew York). Ma riecheggia anche Iggy Pop

Dopo il live acustico ecco la fila di fan per gli autografi. Tra loro una coppia – Sara e Roby – con un vinile rarissimo della prima edizione di “Never Mind The Bollocks. Here’s The Sex-Pistols”.

Finalmente arriva il momento. La tour-manager, ufficio stampa e poi – scoprirò – anche owner della etichetta IndieBox – che pubblica l’ultimo E.P. – mi fa entrare nel camerino.

Scatta la prima domanda. Non posso non riallacciarmi al ricordo della prima scena punk-rock milanese che ho avuto il privilegio di vivere in prima persona.

Lucy Lo Russo – Punto e Linea Magazine: Glen, in Italia ai tempi in cui i Sex Pistols erano attivi e anche dopo, c’è stata una scena musicale che si è formata sui vostri pezzi e che attraverso voi ha sognato di poter suonare, attraverso voi ha creato gruppi che inizialmente facevano le vostre cover per poi realizzare brani originali. Sei cosciente e orgoglioso di questa eredità che avete lasciato?

Glen Matlock: Certo, in tutto il mondo, in America, in Giappone, in Australia, in Europa, ad esempio, ho sempre una grande risposta. Tutti conoscono e amano i Sex-Pistols.

Certo! È incredibile. La gente sa le parole e le canta con te…Tu riesci a trascinarli…Glen, ti faccio una domanda scomoda. C’è qualcosa che rimpiangi nella tua storia con i Sex Pistols?

G.M. Vuoi dire rispetto al fatto che me ne sia andato? Beh! È così che doveva andare. Non andavo d’accordo con Johnny. Nessuno del resto. Ma sono contento di una cosa. Nel 1996 – quando c’è stata la reunion [ndr la prima. La seconda è del 2002 e vi sono stati tour successivi] – è stato riconosciuto il mio valore. Intendo a proposito del mio apporto alla band in sé e alla creazione dei brani. Ci sono voluti venti anni, ma alla fine è successo.

Comunque, pensando a tutte le collaborazioni che hai fatto in seguito, direi che non sei stato fermo….

G.M. Infatti a me piace cambiare, lanciarmi in nuove avventure. Amo tanti generi musicali, amo la buona musica, quando è fatta bene…

Sei eclettico in questo. Ho visto che ora stai promuovendo un nuovo EP “Sexy Beast”. Parlamene un po’.

G.M. Sì, è un E.P. ma ci sarà presto un album. “Sexy Beast” è il brano che è andato molto in radio ed è nuovo e scritto da me. Poi come vedi c’è una cover di Richard Hell, “Blank Generation”, una di David Bowie, “John, I’m only dancing”, e una di Pharrell Williams, “Happy”. Le hai sentite stasera ad eccezione di “Happy”.

Se si parla di David Bowie, non posso fare altro che dire che anche lui – come segno distintivo della carriera – ha avuto il cambiamento…Lo hai conosciuto?

G.M. Sì, l’ho incontrato un paio di volte. Certo il cambiamento gli ha portato bene…

Sì, quando i fan piangevano la morte di un personaggio o di una fase, lui sapeva già dove li stava portando…

G.M. Ritorno al fatto che mi piace mischiarmi…Guarda i componenti dell’E.P.: Slim Jim Phantom è il batterista degli Stray Cats, Earl Slick, chitarrista, ha suonato con David Bowie – ci siamo incontrati in sala di registrazione e la collaborazione su questo brano è nata lì.

Ora ti faccio una domanda “da un milione di dollari”: quanto è cambiata Londra dai tempi degli esordi del Punk? Ho visto un programma televisivo in cui Steve Jones andava in giro per Soho e nei pub e locali storici, un altro servizio in cui Paul Cook commentava fotografie dei vostri esordi…

G.M. Londra è sempre in movimento. Cambia in continuazione. Del resto io vivo a Londra ma ci sto pochissimo. Sono sempre in tournée. Proprio adesso ho terminato un tour europeo. Quando sono a casa mi rilasso. Per esempio vado al supermarket a fare la spesa…

Ottima idea…

G.M. Sì, e lì però incontro Paul Weller, Chrissie Whine, Noal Callagher che stanno nella mia zona…

È un bell’incontrare! Sei reduce da un tour europeo in cui hai condiviso il palco con Dropkick Murphhys e Flogging Molly…

G.M. Sì, con loro ho fatto diverse date, ma ognuno col proprio repertorio.

Pensi che tornerai a breve in Italia?

G.M. Sì, in situazioni come queste, nei piccoli club. In linea di massima li prediligo. Sì, torneò coi nuovi brani.

Allora ci vediamo presto. Per l’uscita del tuo nuovo album…Grazie Glen!

L’intervista vera e propria finisce qui, a parte quelle chiacchere che si fanno per mantenere l’empatia. Più qualche gossip da non rivelare…

Ho economizzato un po’ di energie residue per procedere anche io con gli autografi. Ho portato degli spartiti e altri libri. Mi do un contegno. In fin dei conti sono una timida. Mi fermo a una dedica sul CD e ad una sul libro contenente testi e accordi dei Sex Pistols. “Un pezzo di Storia” commentiamo insieme. Poi gli chiedo se posso fare venire un’amica per un paio di scatti. La cosa diventa una divertente gag…

Ci salutiamo. Saluto la manager. Esco elettrizzata coi miei amici, senza i quali la serata non sarebbe stata la stessa. Ripercorro subito con loro i cenni più importanti dell’intervista e mi vengono in mente nuove domande che avrei voluto fargli. Le farò la prossima volta. Questa sera è solo da godere così. Col sorriso stampato in faccia per almeno una settimana. O due.

Dimenticavo. A volte capita che il pezzo esca con uno scarto di tempo. Sono certa che l’emozione non sarà diminuita. Mi porto avanti. Controllo le date estive “nelle vicinanze”…
Glen Matlock suonerà dal 30 Luglio al 3 Agosto – in cinque date – a Londra al Boisdale of Canary Wharf.
Chissà, magari una seconda missione la faccio. Divento “stalker”. E voi?

 

Foto: cover dell'EP "Sexy Beast", 2018 per IndieBox e Self Distribuzione
Foto: cover dell’EP “Sexy Beast”, 2018 per IndieBox e Self Distribuzione

PER SAPERNE DI PIÙ

AUTOBIOGRAFIA: Glen Matlock, “I Was a Teenage Sex Pistol”, 1990, 2012, Rocket88

LIBRO GRANDE FORMATO: Johan Kugelberg (a cura di), “God Save Sex Pistols”, 2016, Rizzoli

TUTTO IL PUNK – DA CONSULTAZIONE: Stefano Gilardino, “La Storia del Punk”, 2017, Hoepli

L’ARTISTA su Facebook: https://www.facebook.com/GlenMatlockOfficial/
oppure https://www.facebook.com/glen.matlock.50?fref=ts

L’ARTISTA su INSTAGRAM: glenmatlock1

WIKIPEDIA: https://it.wikipedia.org/wiki/Glen_Matlock

SITO UFFICIALE DEI SEX PISTOLS: http://www.sexpistolsofficial.com/bio/glen-matlock/

TWITTER: https://twitter.com/GlenMatlock

ENTS24 per le DATE ESTIVE 2018 A LONDRA: https://www.ents24.com/uk/tour-dates/glen-matlock