Foto: Elena Callegari © Agneza DorkinGino Bonfanti è decisamente un balordo. Ladro, sfruttatore di donne, galeotto di nome e di fatto. Ma esercita un fascino. E di quel fascino, ne rimane schiava per la vita Rita, una donna bellissima, somigliante alla omonima attrice nel suo personaggio più famoso, Gilda. Quasi una parodia, uno scherzo della vita, ma la “Gilda” del Mac Mahon è l’inconfessato oggetto del desiderio di tutti gli uomini che incontra, lì, nei pressi del Ponte della Ghisolfa, nelle retrovie di una Milano industriale cara a Sironi, dove le fabbriche si uniscono alle macerie di una guerra assoluta e paiono ingoiare le anime per scaricarle sui convogli dell’adiacente ferrovia, in virtù della dissoluzione, lungo i binari di un infinito morto. E proprio in questo contesto, Rita incontra Gino, ne rimane sedotta, al punto da prostituirsi per fargli fare una vita da nababbo. It can also occur if viagra buy usa one takes incorrect diet or unhealthy lifestyle. This ocular cheapest cialis australia treatment might need to be repeated 2 to 3 months. Precaution cialis levitra online to take One must exercise the medicine under doctor s eye vision. Any sexual issues should be taken seriously and timely evaluated. viagra 50mg no prescription Anche quando, una volta uscito dal carcere, sposa un’altra donna, seguendo la volontà della sorella, “Gilda” continua a sperare pur nella disperazione, finché lui non si ripresenta, la seduce di nuovo, fino a ricondurla sulla via della prostituzione per risolvere un grosso debito. Ingannata e abbandonata questa volta per sempre dal “suo” Gino, trova il coraggio di ribellarsi, ma, quasi per un destino che la riconduce all’archetipo dell’uomo da lei sempre desiderato, si butta infine nelle braccia di un operaio che porta lo stesso nome.

Un testo duro, dai risvolti complessi, ironico e amaro nella sua drammaticità. Lorenzo Loris riesce, in questo lavoro che appartiene con L’Adalgisa di Gadda e una rivisitazione cronotopa de Il guardiano di Pinter al suo trittico su Milano, a conferire tutti gli ingredienti della narrazione di Testori: La Gilda del Mac Mahon, scritto nel 1959 e successivamente pubblicato nella raccolta I segreti di Milano, è uno dei suoi racconti più intensi, dove la descrizione di fatti e luoghi di una Milano devastata dal secondo conflitto mondiale nei suoi ultimi atti, si uniscono a rappresentazioni vicine al burlesque di un mito hollywoodiano dei poveri, pur nella cornice cristologica e redentrice di una Passione al femminile.

Una straordinaria e versatile Elena Callegari, accompagnata dalla presenza scenica e dalle musiche di Matteo Pennese, traccia in un monologo, in cui interpreta le vesti del narratore testoriano, di Gino e ovviamente della stessa “Gilda”, tutti gli aspetti poetici e umani della vicenda, riuscendo a conferire alla popolana Rita la purezza di un amore proprio nell’esercizio della sua attività di prostituta. La stessa scala della Hayworth la porta metaforicamente in cima al Golgota, il vestito rosso che indossa è il suo sudario.

Uno spettacolo ben costruito per interpretazione, musiche e immagini, in cui comicità e tragedia s’intersecano per conferire nella teatralità l’archetipo di un sentimento d’amore sopra ogni cosa, vivo nel presente come nel passato.

Giudizio: ****

Produzione TEATRO OUT OFF

La Gilda del Mac Mahon di Giovanni Testori

Con Elena Callegari, Matteo Pennese

Regia di Lorenzo Loris

Scena: Daniela Gardinazzi

Costumi: Nicoletta Ceccolini

Interventi visivi: Dimitris Statiris e Fabio Cinicola

Musiche originali: Matteo Pennese

Consulenza musicale: Andrea Mormina

Luci: Luca Siola

Consulenza artistica: Mariagiovanna Frigerio, Alberica Archinto

Milano, Teatro Out Off, via Mac Mahon 16

Dal 3 al 22 maggio 2011

www.teatrooutoff.it