Albero senza ombra, foto di scena © ITC Teatro Bologna

«Non basta parlare, bisogna parlare sul serio»

Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate, atto V

a cura della Compagnia del Teatro dell’Argine

Da mercoledì 3 a domenica 7 e da mercoledì 10 a domenica 14 novembre la stagione si apre con la nuova produzione della Compagnia del Teatro dell’Argine, in collaborazione con il CIMES – Dipartimento di Musica e Spettacolo – Alma Mater Studiorum Università di Bologna: I cavalli alla finestra, di Matéï Visniec, con Micaela Casalboni, Giovanni Dispenza e Andrea Gadda per la regia di Andrea Paolucci. I cavalli alla finestra unisce la leggerezza di uno stile stralunato e grottesco all’universalità di temi come il rapporto col potere e l’assurdità della guerra. Il tutto concedendo alla regia, agli attori e agli spettatori ampi margini di divertimento, di immedesimazione, di riconoscimento. Con una lingua che riesce ad essere buffa e alta, quotidiana e lirica allo stesso tempo, Visniec ci porta a riflettere sul vuoto che si cela dietro parole come patria, dovere, eroismo e su come, in nome di queste parole, l’uomo possa essere ancora così facilmente manipolabile. Scritto nel 1987, bloccato dalla censura rumena la sera precedente la prima, I cavalli alla finestra è stato rappresentato con enorme successo in Europa, Stati Uniti e Giappone. Questa è la prima rappresentazione italiana.

A seguire (sabato 20 novembre) va in scena La signora che guarda negli occhi della compagnia M’Arte Movimenti d’Arte: uno spettacolo teso e appassionato che dà voce e azione a due fenomeni, il pizzo e l’usura, che per loro natura si fondano sul non parlare, sul silenzio, sull’omertà e sulla paura. La paura è infatti la signora che guarda negli occhi e costringe ad abbassare la testa. E la vergogna è una signora che negli occhi non si fa guardare. Scegliere di denunciare, avere il coraggio di guardare negli occhi i propri aguzzini: con quesiti quali la scelta e con questa vergogna si confrontano i tre protagonisti dello spettacolo, che nasce dalla necessità e dalla richiesta di un territorio dove l’infiltrazione mafiosa ha raggiunto, in questi anni, un potere massimo.

Si prosegue venerdì 26 novembre (1^ parte) e sabato 27 novembre (2^ parte) con la terza edizione di Ritagli di tempo che porta gli spettatori al centro di un anno cruciale della nostra storia, il 1970. Infatti nel 1970 viene “certificata” la conquista di precisi diritti, si formano i primi gruppi armati, viene tentato un colpo di stato in Italia, Salvador Allende vince le elezioni in Cile e muoiono musicisti straordinari quali Janis Joplin e Jimi Hendrix; mentre ai mondiali del Messico si gioca la mitica partita Italia-Germania 4 a 3, nell’isola inglese di Wight si svolge uno dei più importanti festival pop e nasce la teleselezione. Un anno pieno di avvenimenti di rilievo che saranno fatti rivivere attraverso le forme ormai consolidate di Ritagli di tempo: i testi di Stefano Tassinari, le immagini a cura di Luca Gavagna, le musiche eseguite dal vivo dai Têtes de Bois, le voci narranti di Lea Cirianni e Giovanni Dispenza e la partecipazione di ospiti d’eccezione quali Luciana Castellina e Gianni Mura durante la prima serata e Nada e Francesco Di Giacomo, voce del Banco di Mutuo Soccorso, durante la seconda serata.

Domenica 28 novembre il ritorno di una grande amico dell’ITC Teatro, nonché uno degli autori-attori più amati d’Italia, Ascanio Celestini che con Il razzismo è una brutta storia rinnova il suo impegno per la tutela dei diritti civili e contro ogni forma di discriminazione. «Quando l’ARCI mi ha chiesto di partecipare a questo progetto contro il razzismo ho risposto che l’avrei fatto volentieri, ma che non sarei riuscito a scrivere un nuovo spettacolo. Mi hanno detto che le avevano già sentite alcune storie mie sul razzismo, che potevo ripartire da quelle. Così ho fatto. Racconti scritti in fretta dopo l’incendio di un campo nomadi, dopo il naufragio di una barca di emigranti in fuga o dopo la dichiarazione folle e calcolata di qualche politico» (Ascanio Celestini).

Vista la straordinaria richiesta che ha fatto sì che i posti disponibili all’ITC Teatro andassero esauriti in poche ore dall’apertura della biglietteria, eccezionalmente lo spettacolo sarà in scena presso il Teatro Duse di Bologna. Grazie alla collaborazione con Arci e Teatro Duse, una possibilità per un numero maggiore di spettatori di godere dello spettacolo, nonché un’occasione per stare nuovamente tutti insieme in uno dei teatri simbolo della città. Data e orario della rappresentazione e costi dei biglietti resteranno naturalmente invariati; per prenotazioni e prevendita si farà come di consueto riferimento alla biglietteria dell’ITC Teatro e sarà inoltre disponibile per gli spettatori sanlazzaresi un servizio navetta dall’ITC al Duse previa prenotazione.

A seguire (da mercoledì 1 a domenica 5 e da mercoledì 8 a domenica 12 dicembre) dopo il debutto al Castel dei Mondi Festival Internazionale di Andria, arriva all’ITC Teatro I cavalieri – Aristofane cabaret: il nuovo spettacolo di Mario Perrotta dai testi di Aristofane con Mario Perrotta, Paola Roscioli, Lorenzo Ansaloni, Maria Grazia Solano, Giovanni Dispenza, Donatella Allegro e con le musiche dal vivo eseguite da Mario Arcari e gli attori della compagnia. Lo spettacolo rappresenta la seconda tappa della Trilogia sull
’individuo sociale
, un progetto di Mario Perrotta, coprodotto dal Teatro dell’Argine con alcune importanti realtà teatrali italiane.

«“Questo non è Aristofane. Questo è Aristofane rovistato e scorretto. Questa è una scorrettezza continua. Una fotografia fatta a sorpresa, alla futticumpagnu.” Se con Molière sono stato filologicamente corretto, con Aristofane sarò irriverente, lo prenderò a prestito per realizzare una fotografia d’Italia urticante, uno spaccato all’impronta di un popolo complice del potere, un popolo mai diventato nazione. E allora saranno martellanti insofferenze da condominio, musica oscena per rime triviali, intermezzi pubblicitari, gran varietà, cavalieri e carnezzari. Panem et circenses per tutti!» (Mario Perrotta).

Sabato 15 gennaio torna sul palcoscenico dell’ITC Teatro la bravissima Arianna Scommegna che in Cleopatràs, grazie alla sua profondità interpretativa e alla sua grande energia attoriale dà vita in modo unico e irripetibile a una lingua, quella di Testori, inventata e autarchica, entrata di diritto nella storia del teatro italiano. «Nel 2005 mi chiesero una lettura di Cleopatràs. Provai subito una forte attrazione e un senso di appartenenza a quella materia, a quei corpi, a quella lingua così legata alla mia città, Milano, alla forza di quella scrittura così feroce, impetuosa, travagliata, scioccante, una parola che si fa carne, una parola così complessa e sanguigna, capace di ribaltarmi le viscere» (Arianna Scommegna).

Sabato 22 gennaio torna all’ITC Teatrino Giullare che porta in scena La stanza, un testo prototipo di molti dei temi che dominano l’opera migliore di Pinter: una donna chiusa in un appartamento e il suo silenzioso marito sentono la loro casa minacciata da presenze enigmatiche. Teatrino Giullare (Premio Nazionale della Critica, Premio Speciale Ubu, Premio della Giuria Mess Festival di Sarajevo), dopo i progetti su Beckett e Bernhard, rivolge lo sguardo al quotidiano con un lavoro tragicomico sul senso di “sicurezza” e di “minaccia”, sulla paura di chi si rinchiude in casa per proteggersi dagli altri e dalle ombre degli stranieri.

Sabato 29 gennaio Stefano Massini, Daniele Bonaiuti, Luisa Cattaneo e Ciro Masella de Il Teatro delle Donne – Centro Nazionale di Drammaturgia con L’Italia s’è desta (catalogo No-strano) portano lo spettatore in un viaggio grottesco, ma purtroppo tragicamente reale, tra le assurdità, le contraddizioni, i vizi e le virtù del paese che si accinge ad auto-celebrarsi nel 150° dell’Unità. Immigrati cinesi stipati nelle fogne di Milano, bunker anti-invasione nelle ville del Nord Est, mattatoi ipertecnologici nell’Emilia dei prosciutti, un supereroe con tanto di mantello che volteggia per una Gotham City partenopea: autenticamente tratto dalle pagine di cronaca degli italici giornali, questo catalogo nostrano investiga impietosamente la geografia del Belpaese d’oggigiorno.

Sabato 5 febbraio, appuntamento da non perdere con Eleonora Danco in Me Vojo Sarvà – Nessuno Ci Guarda. Me Vojo Sarvà e Nessuno ci guarda sono due atti unici, due sguardi duri e appassionati che raccontano la condizione dell’uomo contemporaneo, nella città e nella sua interiorità. Ma sono stati soprattutto la rivelazione dell’attrice e autrice romana sia al pubblico che alla critica: «La Danco regala emozioni vere e stilettate dure»; «Scatenata energia, profonda palpabile disperazione e un raro o mai comune senso dell’umorismo»; «Il corpo corre, sbatte, accoglie in sé tutti i motivi del teatro»; «Eversiva, folgorante, fa ridere, sorridere, ma scortica il cuore».

Da giovedì 10 a domenica 13 febbraio, Agli angeli ribelli (dedicato a Francesco Lorusso), un reading letterario di e con Stefano Tassinari, con le musiche eseguite dal vivo da Fabio “Dandy Bestia” Testoni (chitarre), Massimo “Max Magnus” Magnani (basso elettrico), Gianni Battilana (percussioni) e con le immagini curate Luca Gavagna. Agli angeli ribelli apre una finestra su una vicenda drammatica del nostro passato recente, la morte di Francesco Lorusso. L’11 marzo 1977 a Bologna, in via Mascarella, nel corso di una manifestazione studentesca un carabiniere spara e uccide il giovane militante di “Lotta continua”. Da quel momento, Bologna diventerà il centro non solo di una grande ribellione giovanile di massa – con durissimi scontri di piazza – ma anche il luogo principale in cui si svilupperà l’ultimo grande movimento politico del secolo scorso, il cosiddetto “movimento del ‘77”. Con un linguaggio lirico e segnato dalle emozioni, Stefano Tassinari cerca da un lato di riflettere sulle passioni individuali e collettive di una generazione, e dall’altro lato di mettere a confronto quell’epoca storica con quella che stiamo vivendo.

A seguire, sabato 26 febbraio, un appuntamento imperdibile con il grande César Brie in Albero senza ombra: dal fondatore del Teatro de los Andes, un pezzo di teatro civile che fugge da qualsiasi tipo di retorica e di controinformazione, riempito invece di poesia, sincerità, sommesso dolore, che si declina nell’autobiografia e nell’ironia. «L’11 settembre 2008, a Pando, nella giungla boliviana, si è consumato un massacro di contadini: 11 morti accertati, centinaia di feriti per armi da fuoco e decine di scomparsi, tra cui donne e bambini, a cui nessuno sinora ha dato nome, volto, storia. The reason for this is very buy levitra obvious. Yet, do recollect to take this medication just once a day and ideally with water to fulfill your better half and yourself you should consider the treatments on hand since numerous can take up to an hour before anticipated cialis canada generico sex, with a glass of warm water once in 2 hours increases agni and digests ama. 6.Cook cup of rice with 4 cups of water with crushed ginger. After its intake you will see that your reproductive organ completely, so unica-web.com cheap cialis that you may satisfy yours and your partner’s intimate requirements. The tadalafil 50mg unica-web.com cause of masturbation may differ from individual to individual. Con questo lavoro non cerco di fare della con
troinformazione. Mi appartiene il dolore degli altri così come il mio dolore non appartiene a nessuno» (César Brie).

Sabato 5 marzo, nell’ambito di BilBOlBul – Festival Internazionale di Fumetto, il fumettista Gipi e la compagnia I Sacchi di Sabbia portano in scena Essedice. Essedice coniuga la poetica straniata e stralunata dei pluripremiati Sacchi di Sabbia con l’immaginario del grande autore di fumetti Gipi, che sale sul palco per la prima volta per raccontare, insieme agli attori della compagnia, la storia di suo padre Sergio, l’S. del titolo, la storia di un uomo di provincia, un padre di famiglia, che fugge dai bombardamenti del ‘43 insieme alla “fidanzata di S.”, ovvero la futura mamma di Gipi. Essedice sperimenta in scena divertenti e originali tecniche da cartoon artigianale, per cucire un insieme di racconti, ambigui, fantasiosi, reali, nei quali, attraverso improvvisi e cinematografici salti temporali, l’orrore della guerra di allora si incrocia con il nostro presente e una memoria individuale attraversa continuamente la memoria collettiva.

Da mercoledì 9 a domenica 13 marzo la Compagnia del Teatro dell’Argine e Epoché presentano nell’ambito del progetto Sonde della scrittura contemporanea, Volim Te, un testo di Giulia D’Amico e Lea Cirianni tratto da una storia vera raccontata da Stefania Desinano, con Lea Cirianni e Raffaello Lombardi, per la regia di Nicola Bonazzi. Volim Te nasce dalla storia vera di Sara, italiana, professoressa di matematica all’interno di un istituto penitenziario maschile, e Saša, montenegrino, detenuto e allievo di Sara. Una storia d’amore. Una storia personale a metà fra due culture, l’Italia e il Montenegro, ma anche uno sguardo sull’Italia di oggi, l’Italia degli immigrati clandestini, della difficoltà d’integrazione, della microdelinquenza, delle carceri, della burocrazia. «“Volim te significa ti amo in montenegrino”, ci spiega Sara, mentre ci racconta la sua storia e rilegge le centinaia di lettere che Saša le mandava dal carcere. La passione, l’energia e il coraggio che emana il suo racconto ci coinvolgono a tal punto da volerla raccontare a nostra volta…» (Lea Cirianni e Giulia D’Amico).

Sabato 19 marzo la stagione continua con lo spettacolo A tua immagine della compagnia Odemà. «Uno spettacolo di grande energia, un pastiche grottesco e divertente, dissacrante e ironicamente arguto su un dio-donna alle prese con un figlio da sacrificare e un diavolo con cui discutere. Gioco per tre attori possenti, con una scrittura che svela progressivamente e inesorabilmente il compromesso storico dell’Uomo costretto a fare i conti con la sua storia e con il bisogno di divino» (A. Porcheddu). Segnalato all’ultimo Premio Scenario, arriva all’ITC Teatro l’inedito e scatenato terzetto di personaggi e di attori della giovane compagnia milanese Odemà.

Giovedì 24 marzo due ospiti d’eccezione all’ITC teatro: Valerio Binasco diretto da Gabriele Vacis in Crociate. A partire dalla storia dell’ebreo Nathan, che, perduti moglie e figli in un pogrom antisemita, adotta un’orfana cristiana di nome Recha, Crociate offre molteplici spunti di riflessione sulla necessità di elaborare percorsi di pace e di reciproca tolleranza, indispensabili, ieri come oggi, per superare le diffidenze e favorire una reale integrazione tra le culture e le genti. «La modernità ci aveva illusi che le differenze tra le fedi fossero roba antica. Ma a volte l’antico e il moderno si intrecciano senza logica. Il teatro è antico. È il luogo della meditazione civile e può aiutare a comprendere» (Gabriele Vacis).

Da lunedì 28 marzo a domenica 3 aprile, nell’ambito del progetto Sonde della scrittura contemporanea, la Compagnia del Teatro dell’Argine presenta un’altra nuova produzione, I pachidermi, di Viviana Salvati, con Caterina Bartoletti, Giada Borgatti, Lorenzo Cimmino, Giulia Franzaresi, Ida Strizzi, Giulia Ventura per la regia di Andrea Paolucci. Sei voci per raccontare un’intera generazione: quella dell’ultimo bacio, quella dei bamboccioni, quella delle fronti stempiate davanti alla playstation. Lo spettacolo si svolgerà non all’interno del teatro, bensì nel Teatrobus (Cortile dell’ITC Teatro), la nuova sala itinerante dell’ITC Teatro che quest’anno inaugura i suoi primi viaggi spettacolari con alcune produzioni per bambini e che ospita anche le storie dei protagonisti de I pachidermi. Cinque donne e un uomo, tutti quasi trentenni, tutti da troppo tempo immobili, tutti imprigionati in quello strano limbo sotteso tra un’adolescenza ormai perduta e un futuro dove «diventare maturi significa essere pronti per essere mangiati». Grazie ad un testo corale, sincopato, a tratti musicale, i protagonisti si interrogano con cinismo, ironia e una buona dose di paura su famiglia, lavoro, amicizie, futuro.

Data la particolare collocazione dello spettacolo, i posti sono limitati, la prenotazione obbligatoria e ogni sera sarà presentata una doppia replica: alle 19.30 e alle 21.45.

Giovedì 13 e venerdì 14 aprile la stagione dell’ITC Teatro si conclude con Angela Malfitano e Francesca Mazza in Deux petites dames vers le nord dell’Associazione Tra un Atto e l’Altro nell’ambito del progetto Il Teatro di Pierre Notte a cura di Elena Di Gioia; con il sostegno di BCLA-Délégation Culturelle/Alliance Française di Bologna, Centro Teatrale La Soffitta Università di Bologna e nell’ambito di FACE A FACE Parole di Francia per scene d’Italia, Ambasciata di Francia, con la collaborazione del Teatro Biagi D’Antona di Castelmaggiore, la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori dell’Università di Bologna. In
Deux petites dames vers le nord – una sorta di road movie con due attempate Thelma e Louise – le attrici affrontano il tema della morte attraverso l’ironica scrittura di Pierre Notte.
Annette e Bernadette hanno appena perso la madre e deciso di inumare le sue ceneri vicino a quelle del padre, nel Nord del Paese. Ma inizia in realtà un viaggio rocambolesco che è reale e metaforico insieme, carico com’è di memorie e conti da chiudere. Un mix di humour corrosivo e di tenerezza.

Anche quest’anno sono molte le iniziative speciali. Quest’anno la Compagnia del Teatro dell’Argine inaugura una nuova collaborazione con il gruppo di critici Altre Velocità (www.altrevelocita.it) che, con Radio Zolfo e altri formati, dedicherà degli approfondimenti ad alcuni spettacoli della Stagione dell’ITC Teatro. Sono inoltre riconfermate le ormai tradizionali A Teatro con 1 €, che consente ai ragazzi delle scuole superiori di Bologna e di San Lazzaro di assistere a tutti gli spettacoli di prosa, pagando solo 1 €, e Teatro In Movimento – Segui l’ITC con l’ATC!, che garantisce a chi viaggia in autobus di ottenere l’ingresso a teatro a prezzo ridotto. Prosegue inoltre Teatro da guardare Teatro da leggere. Invito a teatro con sovrattitoli, in collaborazione con l’associazione audiolesi AGFA/FIADDA. Per consentire la fruizione di eventi teatrali anche a chi non sente, due spettacoli della stagione saranno sovrattitolati: I cavalli alla finestra (mercoledì 3 e mercoledì 10 novembre), Volim te (mercoledì 9 marzo). Prezzo simbolico del biglietto per gli audiolesi 1 €.

Inizio spettacoli: ore 21.00

UNICA ECCEZIONE DOPPIA REPLICA ore 19.30 e ore 21.45 I pachidermi

BIGLIETTI

Fascia A: Intero € 10,00; Ridotto € 8,00 (I cavalli alla finestra, La signora che guarda negli occhi, Cleopatràs, La stanza, L’Italia s’è desta, Me vojo sarvà, Essedice, Volim Te, A tua immagine, I pachidermi)

Fascia B: Intero € 14,00; Ridotto € 12,00 (I cavalieri, Il razzismo è una brutta storia, Albero senza ombra, Crociate, Deux petites dames)

Ritagli di tempo: Posto unico € 7,00; Abbonamento a 2 serate € 10,00

Agli angeli ribelli: Posto unico € 8,00

A teatro con 1 €: € 1,00

Carta ITC (dà diritto a 10 ingressi e può essere utilizzata nella stessa sera anche da due persone contemporaneamente: l’intestatario della Carta stessa + una persona a sua scelta): € 70,00

La Direzione si riserva la facoltà di sospendere tali riduzioni in casi particolari.

Info e prenotazioni: tel 051/6270150

e.mail: info@itcteatro.it

www.itcteatro.it