Foto: Fortezza di San Leo © Castelli Emilia Romagna
Foto: Fortezza di San Leo © Castelli Emilia Romagna
Foto: Fortezza di San Leo © Castelli Emilia Romagna

Immersa in un magnifico panorama che spazia dal monte Fumaiolo al mare Adriatico, con boschi, calanchi, picchi rocciosi, rocche, borgate, case rurali, si erge maestosa la Rocca di San Leo

Il forte, conosciuto come Rocca di San Leo, è situato a San Leo, un abitato racchiuso tra Toscana, Marche e Repubblica di San Marino. in provincia e nell’entroterra di Rimini e si erge sulla cima di una cuspide rocciosa che domina la Valmarecchia.
Nel centro storico del grazioso paese, d’impronta seicentesca, si può visitare il complesso monumentale di carattere religioso, che comprende: Pieve, Duomo, Torre Campanaria, Convento di sant’ Igne, che fanno di San Leo una vera “città d’arte”, disseminata di iscrizioni marmoree e stemmi gentilizi sui palazzotti che si affacciano sulla piazza.
Dalla pianura lo sguardo si alza, per osservare un enorme scudo di roccia levigata e molto alta: ed è, dapprincipio, stupore.

La rocca: castello, fortezza, prigione, è senz’altro tra i siti meglio conservati d’Italia.
Con una struttura in stile rinascimentale, la sua costruzione ebbe inizio nel 1441: costruttore Francesco Di Giorgio Martini.
Queste le sue origini: quando, nel terzo secolo, giunse sull’altura sacra agli dei il Santo Leo, la ritenne luogo ideale per la diffusione del cristianesimo. Più tardi si configurò come Diocesi di Montefeltro.
Nel 1200 ebbe inizio qui, infatti, la signoria dei conti di Montefeltro e la rocca si ampliò per opera di F. Guglielmo Martini, architetto militare dei duchi di Urbino.
La fortezza, conquistata poi da Cesare Borgia, passò sotto lo stato pontificio ed ebbe la funzione di prigione fino ai primi anni del 1900.

La sua struttura consta di due parti: la prima, con il mastio dalle piccole torri quadrate e ingresso gotico (la parte più antica); la seconda, ala residenziale, con i torrioni rotondi e il lungo muraglione (la parte più recente).
La rocca, resa famosa oltre che dal fascino rimasto intatto nel tempo, dai nomi illustri dei prigionieri che qui vi hanno soggiornato, richiama ogni anno numerosissimi visitatori.
Fra i personaggi qui ospitati spiccano Felice Orsini, patriota del Risorgimento e il Conte di Cagliostro, alchimista e guaritore, al secolo Giuseppe Balsamo, massone, taumaturgo, mago.

Personaggio controverso, misterioso, dalla vita avventurosa, non ha perso il suo potere di attrazione e il fascino indiscusso che la sua vita ha prodotto nel tempo.
Basti ricordare che Mozart si ispirò a lui per un personaggio dell’opera Il flauto magico e, al contrario, Goethe lo derise nell’opera buffa Il Gran Copto. Schiller, Carlyle, Dumas ne scrissero.

Cagliostro fu condannato per eresia e punito, perché inviso al Papato.
Fu qui imprigionato per più di 4 anni, dal 1791 fino alla fine dei suoi giorni. Lo visitò l’Inquisitore Francesco Saverio de Zelada, mentre marciva in catene, ma si dice che ne rimase stupefatto per l’energia vitale che ancora possedeva.
Fu tumulato sul ciglio del monte su cui sorge la rocca, senza benedizioni e a notte fonda.
Il luogo della sepoltura, tuttavia, non è mai stato ritrovato.

Ci si aggira all’interno della Rocca tra tetre prigioni, armi e armature, ambienti residenziali, esposizioni temporanee, ma sempre nell’attesa di giungere al suo fulcro: la cella di Cagliostro.
Ed ecco che, dopo l’esposizione di oggetti di vita medioevale, il suo laboratorio degli esperimenti, gli strumenti di tortura, crudeli e quasi incredibili, piccola, disadorna e silenziosa, la cella del “pozzetto”, collegata all’esterno solo attraverso una piccola botola.
Ci si ferma a guardare -e a immaginare-: impresa non facile, ma oltremodo suggestiva.
E lì vicino, già ci attende l’uscita.

INFO e contatti:
Forte di San Leo, via Giacomo Leopardi, San Leo (Rimini)
info@sanleo2000.it