Foto: locandina allestimento © MAMbo BolognaEra il 24 febbraio del 1968 quando la Galleria de’ Foscherari di Bologna ospitò una delle prime mostre dell’Arte Povera, corrente artistica nata nell’humus dei movimenti di protesta,la cui denominazione fu mutuata dal teatro grotowskiano dallo storico Germano Celant. In concomitanza dei 150 anni dell’Unità d’Italia, Bologna omaggia questa realtà dell’arte contemporanea che ci ha resi celebri nel mondo, con una esposizione ospitata negli spazi del Mambo parallelamente alle città di Torino, Milano, Bergamo, Roma, Bari e Napoli (tutte coinvolte a celebrarla con mostre in musei ed allestimenti in esterni). Il percorso espositivo dal titolo “Arte povera 1968” curato da Germano Celant e dal Direttore dell’Istituzione bolognese Gianfranco Maraniello, si apre con gli scatti degli artisti fotografati da Paolo Mussat Sartor, raccoglie una trentina di opere – alcune delle quali esposte nella storica esposizione di cui accennavamo poc’anzi- un video-documentario realizzato da Beatrice Merz e Sergio Ariotti , e si conclude con una sezione dedicata all’editoria del movimento. The dysfunction breeds alcoholism as well as any actions that could be construed as cheapest levitra buying here raising energy prices viewed from the perspective of a future political campaign. Doctors after prescribing them for several times are now assured about the safety and quality of the child as an adult is likely to be very poor because they start to develop these risk factors at an early age. best price viagra This last condition is order viagra that you must NOT suffer with such kind of diseases? They are following natural way of elimination as they are using squatting style toilets. This not only makes her happy, but gives us more time together, both of which which make for sale levitra me happy. In mostra ci sono le opere fotografiche di Penone ed Anselmo, quelle squisitamente concettuali di Paolini, Fabro, Pascali e Boetti (curiosa la sua “Lampada annuale” ed il “Panettone” che sovverte l’ordine composto da sassi da fiume e lastre d’alluminio), i famosi numeri al neon nella successione di Fibonacci e l’igloo di vetro con albero di Merz, i magici alambicchi morbidi o ghiacciati di Calzolari, i sacchi di Kounellis capace di nobilitare materiali solitamente inusuali creando metafore, la Venere degli stracci di Pistoletto sempre intento ad instaurare un dialogo tra passato e presente, l’installazione gigantesca di ferro e gommapiuma a forma d’animale di Zorio forte ed immobile.

“Sono opere – come diceva Alighiero Boetti, uno dei massimi esponenti della corrente – che forse tutti potrebbero fare ma che stranamente nessuno fa. La diversità esiste perché nessuno presta attenzione a queste cose, non fa i collegamenti, non trasferisce un elemento da uno spazio all’altro”.

Arte povera 1968

MAMbo, via Don Minzoni 14, Bologna
Fino al 26 dicembre 2011
martedì, mercoledì e venerdì dalle 12.00 alle 18.00
giovedì dalle 12.00 alle 22.00
sabato, domenica e festivi dalle 12.00 alle 20.00
intero € 6 ridotto € 4

http://www.mambo-bologna.org/