Foto di un reperto © Museo Diocesano BresciaFino al 15 maggio 2013 al Museo Diocesano di Brescia sta rivivendo l’età del Rame (3400 – 2200 a.C.), un millennio fondamentale per l’umanità: “nascono” infatti l’aratro, la ruota, l’aggiogamento degli animali per la trazione, il carro a quattro ruote, lo sviluppo della metallurgia del rame, spesso in lega con l’arsenico, l’agricoltura e l’allevamento, attività che favoriscono nuovi assetti economici e sociali.

Questa mostra intitolata “L‘età del Rame – . La pianura padana e le Alpi al tempo di Ötzi” era attesa da anni da esperti ed appassionati, dato che dell’Eta del rame si sa molto, ma moltissimo resta ancora da scoprire e da definire. Così questa mostra di Brescia è l’occasione per fare il punto di tutte le nuove scoperte in Italia settentrionale, ambito fondamentale per questa civiltà.
A promuoverla, in collaborazione con le diverse Soprintendenze, il Museo Diocesano e la Fondazione CAB, è un apposito Comitato organizzatore affiancato da un qualificatissimo comitato scientifico presieduto da Raffaele .C. De Marinis.
La scelta di Brescia a sede dell’attesissima esposizione non è casuale, in quanto è proprio nel bresciano che sono tornate alla luce le testimonianze più rilevanti di insediamenti dell’età del rame in Italia. La necropoli di Remedello Sotto, in provincia di Brescia, dopo 128 anni dalla sua scoperta, costituisce ancora la documentazione principale per la ricostruzione dell’età del Rame in area padana. Nuove scoperte sono inoltre documentate a Volongo in provincia di Brescia, Fontanella Mantovana, Cumarola e Spilamberto in provincia di Modena, Bologna, Forlì e Cesena ed in altre località della pianura padana e dei primi contrafforti che la circondano: si tratta per lo più di necropoli, talvolta molto ricche di manufatti.
La mostra dà anche conto di altre suggestive testimonianze: le notissime statue-menhir che, insieme alle incisioni rupestri della Valcamonica, forniscono una iconografia fondamentale per la comprensione del periodo e che in mostra sono oggetto di ampia illustrazione attraverso l’esposizione di alcuni originali e di rilievi a grandezza naturale.
Il diffondersi, nell’Età del Rame, in tutta la regione alpina di queste stele antropomorfe, statue-menhir, grandi composizioni monumentali nell’arte rupestre, statue-stele, è tutt’ora oggetto di diverse interpretazioni: opere legate a nuove concezioni religiose, al culto degli antenati fondatori dei clan, al manifestarsi dell’ideologia indoeuropea o rappresentazione antropomorfica delle divinità. Il fenomeno non è circoscritto alla sola regione alpina, ma presenta una vasta diffusione dalle steppe a nord del Mar Nero fino alla penisola iberica.
Nella mostra viene illustrato tutto il complesso dei ritrovamenti avvenuti nel 1991 e 1992 al giogo di Tisa, al confine tra Italia e Austria, attraverso copie dei materiali, pannelli didattici e la ricostruzione a grandezza naturale dell’uomo del Similaun con tutto il suo abbigliamento ed equipaggiamento. On the national level, prices for cialis under the current circumstances. Night Fire generico cialis on line and Mast Mood capsules are being supported by specialized herbal oil which is used for treatment of migraines and anxiety. In case, you have a condition like diabetes then online viagra australia you might be more likely for suffering from impotence or erectile dysfunction. If a man realizes any doubt regarding the actual consumption of this tablet, then he must ask the viagra canada pharmacies pharmacist. Vengono inoltre forniti i risultati delle ricerche più recenti condotte sulla mummia: analisi del DNA, suo inquadramento negli attuali aplogruppi delle popolazioni europee, aspetti paleopatologici, stato di salute, cause che ne determinarono la morte a 3.150 m di quota. Particolare attenzione viene posta nel confronto tra i materiali posseduti da Ötzi (ascia in rame, cuspidi di freccia, pugnale in selce) e quelli relativi alla cultura di Remedello.
Il percorso della mostra si conclude con l’età del Vaso Campaniforme, documentata in provincia di Brescia dalle due importanti sepolture di S. Cristina di Fiesse e di Ca’ di Marco, a cui sono affiancate le tombe di recente scoperta a Parma.
Con l’inizio dell’antica età del Bronzo, tra 2200 e 2070 a.C. si stabilizza l’insediamento e vengono fondati i primi abitati palafitticoli lungo le rive meridionali del lago di Garda e nei bacini infra-morenici dell’anfiteatro benacense. Questa fase iniziale dell’antica età del Bronzo è illustrata attraverso l’esposizione di ceramiche e manufatti di metallo, in osso, corno, selce e fayence del Bronzo Antico I dal Lavagnone di Desenzano del Garda, e da Polada, in comune di Lonato, nonché dai ripostigli di asce a margini rialzati di Remedello Sopra e di Torbole Casaglia (BS). Dopo l’esposizione di archeologia bresciana del 1875, promossa dall’Ateneo di Brescia, è la prima volta che materiali di Polada della collezione Rambotti ritornano a essere esposti a Brescia.

L’età del Rame. La pianura padana e le Alpi al tempo di Ötzi

Museo Diocesano – via Gasparo da Salò 13 – Brescia

Fino al 15 maggio 2013

Orario: 9.00 /12.00, 15.00/ 18.00, mercoledì chiuso

Ingresso: intero 5, ridotti 2,50. Scolaresche ingresso gratuito
Informazioni e prenotazioni: Museo Diocesano tel 030-40233, fax 030-3751064

segreteria.etadelrame@gmail.com