Foto: Milton Fernandez © Gaia Gulizia
Foto: Milton Fernandez © Gaia Gulizia
Foto: Milton Fernandez © Gaia Gulizia

“Liturgia laica delle parole” è un’iniziativa nata da una ribellione interiore. La distanza non era più tollerabile, la necessità intima di tornare all’Incontro era diventata urgente

Il rischio di assuefarsi ad una “nuova normalità” – secondo la inquietante terminologia corrente – fatta di virtualità quotidiana e assenza di contatto autentico fra le persone, può essere contrastato con lo strumento della cultura, da sempre veicolo di indipendenza del senso critico e nutrimento spirituale: così è nato il progetto di un rituale laico che reclama gli stessi diritti di celebrazione del rito ecclesiastico.

Milton Fernandez, drammaturgo, regista, attore, editore, traduttore e direttore artistico del Festival Internazionale di Poesia di Milano, ha avuto il merito di prendere l’iniziativa, e tendere la mano verso coloro che, condividendo lo stesso valore, nutrano la volontà di partecipare alla ri-Unione.

Ecco le parole con cui Milton Fernandez ha raccontato il progetto:
«Fino a qualche tempo fa, per quasi un anno, ogni giovedì ci siamo dati appuntamento in Piazza Duomo a Milano, per ricordare i morti in mare.
Lo facevamo conformando un girotondo, preso in prestito dalle Madres de Plaza de Mayo, in Argentina. Quelle pazze meravigliose che si rifiutarono di dimenticare nei tempi dell’amnesia obbligatoria.
Ogni tanto ci fermavamo, senza nemmeno darci un segnale, e uno dei poeti leggeva una sua poesia, un brano, un testo qualsiasi. Poi proseguivamo.
Alla fine – non importava quanti eravamo, se piovesse o nevicasse, se la nostra voce si fosse sentita nella baraonda generale di una città che correva all’impazzata, senza guardarsi intorno – siamo sempre rimasti con la sensazione che quel rituale collettivo avesse avuto più forza, più senso, di tante recite nei posti convenzionali.
Stavamo lasciando un segno.
Oggi torniamo a girare, in senso antiorario, come facevano loro, le Madres, come se potessimo riandare il tempo, per tornare a quello nel quale la cultura non veniva lasciata alla sua sorte, come se a nessuno importasse della sua assenza.
È storia della nostra storia: quando i poeti tacciono è sempre il preludio di una lunga notte.
Per questo ri-cominceremo a dar vita alla nostra Liturgia (laica) delle parole, ogni sabato, alla stessa ora in cui nelle chiese si celebra la messa.
Con le stesse norme di sicurezza. Con la stessa passione.
Lo stesso amore per la vita.
Noi saremo lì. Spero di vedervi.
Finalmente».

Per compiere un lungo viaggio è necessario iniziare con piccoli passi, e restare in ascolto.
Ci siamo riuniti in un cerchio di condivisione poetica senza inizio e senza fine, esercitando il donare e il ricevere in un atto simultaneo, come avviene nel rituale del teatro e dell’arte tutta.

Ogni domenica mattina alle 11 in piazza Duomo a Milano il cerchio sarà aperto ad accogliere chi vorrà aggiungere la propria voce in un’azione simbolica dal significato potente, per ricordare a tutti che: Senza cultura, una città lentamente muore.

INFO:
Festival Letteratura Milano

Articolo condiviso con Profondo Viaggio & Alchemica Mistura