Foto: luogo del Festival © Ultima Luna d’Estate XIII Edizione

13^ edizione

27 agosto – 5 settembre 2010

Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone

provincia di Lecco, Lombardia

Gli italiani. L’italiano.

Come siamo cambiati nei 150 anni che ci distanziano dalla nascita dello stato unitario? Chi sono gli italiani? E’ più italiano Javier Zanetti (nonni “padani” e doppio passaporto, ma non può giocare in nazionale), o Fiona May (anglofona antillana ma “azzurra”)? Gustav Thoeni o Mario Balottelli? E poi esiste ancora l’italiano, inteso come lingua? O non bisogna anche in questo caso parlare di “italiani”, di numerose e varie lingue italiane?

Fino a 30 anni fa la lingua del teatro (e del cinema e della televisione) era l’italiano della “dizione”, una lingua artificiale, con le sue regole di “e” strette e larghe, di “z” sorde e sonore. Oggi, anche il tg1 è scandito in romanesco, e il cinema italiano è un florilegio di “prese dirette” con accenti regionali.

Per quanto riguarda il teatro, la drammaturgia italiana più interessante è sempre stata, in fondo, dialettale: Goldoni, Maggi, Eduardo, Fo. Da almeno 25 anni, poi esiste una “corrente”, che coinvolge teatro di narrazione e di ricerca, che individua nel dialetto la forma espressiva più efficace, grazie da un lato alla sua immediatezza e dall’altro ai suoi rimandi arcaici, rituali. Laura Curino, Marco Paolini, Le Albe, Scena Verticale, Emma Dante, Davide Enia, Mario Perrotta, Ascanio Celestini sono solo i più emblematici tra gli artisti che hanno utilizzato il vernacolo come “lingua teatrale”.

E del resto, il problema di quale codice linguistico usare quando si scrive un testo teatrale appare oggi fondamentale. Ed ecco allora la riscoperta di autori che mescolano il linguaggio classico e aulico a quello popolare, la poesia al tecnicismo, il dialetto al latino o all’inglese o allo spagnolo: gli esempi grandissimi dei “lombardi” Gadda e Testori. Oppure vediamo spuntare nei testi contemporanei il gergo giovanile, quello televisivo, il linguaggio dell’email o dell’sms, gli accenti degli italiani provenienti dall’Africa o dall’Europa dell’Est, il neologismo, il politichese.

Abbiamo cercato di avere queste riflessioni come fil rouge nelle scelte artistiche di quest’anno.

Quale Italia e quali italiani festeggeranno i 150 dell’Unità nazionale?

Un’Italia ancora divisa tra destra e sinistra come ai tempi di Don Camillo e Peppone, rievocati nello spettacolo di Elsinor Teatro.

Un’Italia ancora divisa nel confronto Nord-Sud, in un “duello a distanza” tra il Milanese di Enzo Jannacci (Roba minima s’intend dell’Atir) e il napoletano di Marco Manchisi (Il corpo di Totò); tra il romagnolo dei burattini del drago, l’umbro di Racconti con guerra e il sardo di Laribiancos dei Cadadie Teatro; o tra il bresciano di Urteatro (Ameleto dei porselli) e il calabro-lucano di Saverio La Ruina (La borto, storia al femminile, benché recitata da un attore maschio, tutta italiana, di maschilismo, miseria e mammane). O compendiati nella recitazione di un’unica attrice che mette in scena sette personaggi, tutti di regioni diverse (Qui città di M di Piero Colaprico con Arianna Scommegna).

Ma è malgrado tutto anche un’Italia dove le donne si stanno conquistando uno spazio sempre più ampio, per noi esemplificata dall’Erodiade di Testori, portata in scena da Iaia Forte o nelle parole poetiche recitate da Lella Costa in Femminile, singolare.

E’ un’Italia sempre più Europa, in cui i giovani crescono come figli di un unico crogiolo, come testimoniato dallo spettacolo U, due, tres, tentativo di comunicazione che va oltre le lingue nazionali (italiano, spagnolo e portoghese, in questo caso).

Ed è un’Italia che è sempre più Africa, come ne La nave fantasma di Bebo Storti e Renato Sarti, tragica cronistoria di uno sbarco di clandestini in Sicilia.

E’ in mezzo a queste contraddizioni che abbiamo voluto navigare, certi che il nostro ruolo non è quello di sostituirci alla politica, ma di essere, come diceva Shakespeare, “specchio alla realtà”

Luca Radaelli

Direttore artistico Festival L’Ultima Luna d’estate

UN PALCO…AL PARCO CON L’ULTIMA LUNA D’ESTATE

Con il Festival teatrale “L’ultima Luna d’estate” dal 27 agosto al 5 settembre 2010

teatro, cultura, natura e tempo libero in un unico grande evento nel cuore del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone.

Tra i protagonisti di quest’anno Lella Costa, Iaia Forte, Bebo Storti, Renato Sarti, invitati a una riflessione sul tema «Gli italiani. L’Italiano»

INAUGURAZIONE venerdì 27 agosto 2010 – ore 18 – Cascina Bagaggera, Rovagnate

con la partecipazione di

Pap Khouma

scrittore e giornalista senegalese, direttore della rivista online di letteratura della migrazione El Ghibli

Carlo Passera

capo redattore politica del quotidiano La Padania

Si svolge dal 27 agosto al 5 settembre 2010 nel Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, nella brianza lecchese, la 13^ edizione del Festival del teatro popolare di ricerca “L’ultima Luna d’estate”, il più importante festival teatrale estivo della Lombardia, organizzato dall’Associazione Teatro Invito in collaborazione con Ultimaluna. La manifestazione è promossa, con il patrocinio della Regione Lombardia – Assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia e del Touring Club Italiano, in collaborazione con la Provincia di Lecco, la Fondazione Cariplo, i Comuni di Casatenovo, Cernusco Lombardone, Lomagna, Merate, Montevecchia, Olgiate Molgora, Osnago, Perego, Rovagnate, Sirtori, Viganò, il Consorzio Brianteo Villa Greppi, il Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone.

In un connubio tra cultura, natura, storia e tradizioni, ad ospitare gli spettacoli e gli eventi del Festival, “palcoscenici” inconsueti e straordinari – ville patrizie, antiche corti di cascine e case coloniche, chiostri, giardini e parchi botanici – tra cui, per citarne solo alcuni, il parco di Villa Greppi a Monticello Brianza, Villa Besana a Sirtori, il Chiostro di S. Giovanni e l’Antica chiesa a Perego, il Castello a Cernusco Lombardone, l’Oasi di Galbusera Bianca a Rovagnate – luoghi di grande interesse e valore culturale, storico e ambientale situati nel cuore del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. Its simple super cheap viagra and easy, just take one pill a day, any time. As a photographer, light is important purchase viagra and it helps to hold your erections for longer. The fact that acai is a low GI food which can improve the glucose and lipid levels in cialis fast delivery diabetics. 16. So what is a parent to accomplish…in addition to receiving the boys and girls to bed eventually? Maintain caffeine containing drinks away from them, not only at night but also the afternoons. viagra uk sale

In dieci giorni di programmazione dalla fine di agosto, quando la natura si prepara alla nuova stagione e ‘l’ultima luna’, la “luna dell’uva” illumina le serate di fine estate, il Festival “L’ultima Luna d’estate” propone oltre 20 appuntamenti, pomeridiani e serali, tra teatro, musica, cultura, spettacoli e laboratori dedicati ai più piccoli, aperitivi teatrali e degustazioni enogastronomiche per scoprire e riscoprire luoghi, colori e sapori del territorio, in una cornice speciale e di grande suggestione: l’ambiente e la natura.

Fil rouge della 13^ edizione del Festival il tema «Gli italiani. L’Italiano», che ispira e guida un “itinerario” attraverso pièce e spettacoli che esprimono e raccontano le tante, diverse e straordinarie italianità che caratterizzano il nostro paese. “Esiste ancora l’italiano, inteso come lingua? O non bisogna anche in questo caso parlare di ‘italiani’, di numerose e varie lingue italiane?” Questa la riflessione da cui muove Luca Radaelli, direttore artistico del Festival, autore e attore teatrale, nella individuazione degli spettacoli protagonisti dell’edizione di quest’anno, che compongono un percorso e un dialogo tra lingue, dialetti, storie, culture e tradizioni popolari, con l’invito a partecipare ad artisti e interpreti di rilievo nel panorama teatrale e culturale nazionale. Da Lella Costa con Femminile e Singolare. Vedi alla voce poetessa, suggestiva lettura dedicata alle poetesse del ‘900, a Iaia Forte, in scena con l’Erodiade di Giovanni Testori, in cui è protagonista un personaggio femminile complesso e a volte contraddittorio, potente e “virile”, innocente e corrotto al tempo stesso, a Bebo Storti e Renato Sarti con La nave fantasma, tragica cronistoria di uno sbarco di clandestini in Sicilia. Ed ancora, l’atto unico di Piero Colaprico Qui città di M. con Arianna Scommegna, unica attrice in scena ad interpretare sette personaggi, tutti provenienti da regioni diverse, il milanese delle canzoni di Enzo Jannacci nello spettacolo Roba minima s’intend della compagnia A.T.I.R., il calabrese di Saverio La Ruina in scena con La Borto, storia al femminile, tutta italiana, di maschilismo, miseria e mammane, il “padano” dell’Ameleto dei Porselli di URTeatro, il sardo di Laribiancos del cada die teatro. In calendario, inoltre, Il corpo di Totò, testo scritto e interpretato da Marco Manchisi, attore della scuola di Leo de Berardinis, che porta in scena un dialogo tra le due anime di Totò e Antonio De Curtis, che si esprime anche sul piano linguistico tra il colore e la musicalità del dialetto napoletano e la razionalità della lingua italiana.

In una riflessione sul linguaggio, sulla dimensione locale e globale della cultura, sui dualismi diversità/affinità, divisione/unione, esclusione/inclusione, il Festival affronta temi attuali e sensibili del nostro quotidiano. Dalla divisione politico-ideologica, come ai tempi di Don Camillo e Peppone, rievocati nello spettacolo Don Camillo e Peppone sono me di Elsinor Teatro Stabile d’Innovazione, tratto da racconti di Giovannino Guareschi, alla europeizzazione dell’Italia, dove i giovani crescono come figli di un unico ‘crogiolo’, come testimoniato dallo spettacolo U, due, tres di Jogijo, compagnia internazionale poliglotta formata da attori italiani, portoghesi e catalani, che recitano nella loro lingua originale.

E per i più giovani, la compagnia Koreja – Teatro Stabile d’Innovazione del Salento presenta Paladini di Francia, spettacolo colto, divertente e coinvolgente, premiato nel 2009 dall’Associazione Nazionale Critici Teatrali Italiani, in cui i personaggi dell’Orlando Furioso di Ariosto nella insolita veste di ‘pupi siciliani’ narrano le vicende e le avventure dei paladini di Carlo Magno.

INFO E PRENOTAZIONI:

Associazione Teatro Invito / Ultimaluna – tel. 0341 201451

info@teatroinvito.it – www.ultimaluna.org