
Si chiude la Stagione sinfonica 2024/25 con un programma speciale, che vede il M° Tjeknavorian dialogare con la musica “americana” di Gershwin, Dvořák e Weill insieme all’Orchestra Sinfonica di Milano e a Thomas Hampson, straordinario artista di fama internazionale
Venerdì 13 giugno 2025 ore 20
Domenica 15 giugno 2025 ore 16
Auditorium di Milano, Largo Mahler
George Gershwin
Cuban Ouverture
Kurt Weill
Four Walt Whitman Songs
Antonìn Dvořák
Sinfonia n. 9 in Mi minore op. 95 “Dal Nuovo Mondo”
Orchestra Sinfonica di Milano
Thomas Hampson Baritono
Emmanuel Tjeknavorian Direttore
Con il contributo del Ministero della Cultura.
Fondatori Istituzionali: Regione Lombardia, Comune di Milano.
Fondatori Promotori: Città metropolitana di Milano, Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, Banco BPM, Pirelli, Intesa Sanpaolo
Con il sostegno di Fondazione Cariplo
Alla musica “americana” di Kurt Weill, nella ricorrenza del suo 75° anniversario della morte, l’Orchestra Sinfonica di Milano dedica il suo ultimo concerto di stagione, accogliendo un artista leggendario, Thomas Hampson, che con le Walt Whitman Songs si confronterà venerdì 13 (ore 20) e domenica 15 giugno (ore 16) con la direzione di Emmanuel Tjeknavorian. In questo programma tutto dedicato al sound americano tra Otto e Novecento fanno da contraltare a Whitman e Weill la Sinfonia “Dal Nuovo Mondo” di Antonìn Dvořák e la Cuban Ouverture di George Gershwin.
Classe 1955, Thomas Hampson è un musicista leggendario, che con le sue interpretazioni ha scandito la storia del repertorio per baritono, collaborando con i più grandi direttori del panorama musicale, da Claudio Abbado a Nikolaus Harnoncourt, da Daniel Barenboim a Bernard Haitink, e con le più importanti orchestre del mondo. Un artista a tutto tondo, che ha saputo abbracciare tutto il repertorio musicale, dai Lieder al teatro musicale. Il suo percorso musicale è iniziato proprio con la scoperta della canzone d’arte (la cosiddetta Art Song). A portarlo a quello straordinario repertorio fu una delle sue prime insegnanti, Marietta Coyle, una suora che viveva nella California del Sud negli anni ’50 e aveva studiato con Lotte Lehmann, poi a Parigi con Pierre Bernac. “Lei era entusiasta delle mie capacità innate. Mi disse che avrei dovuto continuare a esplorare il lato artistico della mia anima che lei percepiva quando cantavo. Iniziammo a studiare i Lieder di Schubert, Schumann e di Fauré. Mi diede una pila di libri di musica che non avevo mai visto prima e una pila di registrazioni. Erano le interpretazioni di Fischer-Dieskau, Hermann Prey, Pierre Bernac, Gerald Souzay… ‘È così che funziona’, disse. ‘Vai a vedere se ti esplode qualcosa in testa’”. E qualcosa di straordinario esplose.
Non solo cantante, ma anche ispirato didatta. Dal 2003 la sua passione per la canzone d’arte è alla base del progetto della Hampson Foundation, una piattaforma digitale ricca di risorse testuali, audio e video sulle opere, i compositori e gli interpreti di questo affascinante repertorio. Ha progettato il sito per giovani cantanti di tutto il mondo, per i curiosi, ma anche per gli organizzatori di concerti in cerca di ispirazione.
«Straniero, se tu passando mi incontri e desideri parlarmi, perché non dovresti parlarmi? E perché io non dovrei parlare a te?». Con queste parole si apre la poesia “A te” di Whitman nella celebre raccolta Foglie d’erba. E, sembra che proprio per questo motivo siano nate le composizioni in programma il 13 e 15 giugno: veicolare immagini di mondi lontani utilizzando un’unica lingua, quella della musica. C’è chi come George Gershwin, americanissimo, coglie suggestioni fugaci dal suo stesso orizzonte geografico riplasmandole in una commistione inedita; chi, come il tedesco Kurt Weill, raggiunge la terra del Sogno lasciandosi indietro gli orrori della Guerra Mondiale ma mantenendo sempre un occhio di riguardo alla questione civile e politica, e chi invece all’alba del nuovo secolo dalla terra boema, come Antonìn Dvořák, approda negli Stati Uniti portando un bagaglio pieno di tradizioni che si intrecciano con i nuovi panorami sonori, cambiando per sempre il viaggiatore in una direzione e nell’altra.
Il wanderer (giramondo, viaggiatore) è stato in epoca romantica la figura principale della tradizione liederistica tedesca: così è per il protagonista della Winterreise schubertiana e per i protagonisti dei cicli di Schumann e di Wolf. L’esperienza del viaggio liederistico è certamente quella che si fa macinando lo spazio fisico tra il primo e l’ultimo passo della propria vita, ma è anche e soprattutto un viaggio interiore. È in quest’ottica che possiamo leggere le Four Walt Whitman Songs musicate da Kurt Weill tra il 1942 e il 1947, e così, Thomas Hampson diviene un novello wanderer che ci porta tra le pieghe dei dolori della guerra, presenti e passati.
Un programma nel segno della commistione culturale e George Gershwin ne è un ottimo esempio. Prima di approdare alla Cuban Ouverture, infatti, il maestro di Tin Pan Alley compone nel 1928 An American in Paris, in cui questo riversamento è al contrario: Gershwin assorbe tutte le impressioni avute durante il suo soggiorno a Parigi per fissarle in una composizione ibrida, venata di jazz americano cui si sovrappongono impressioni urbane (come l’uso del clacson), e riconoscibilmente continentali nell’utilizzo della melodia. In questa chiave, una delle prime composizioni è proprio la Cuban Ouverture (inizialmente intitolata Rumba) nel 1932, in cui lo stile sinfonico americano si fonde con i ritmi della musica cubana. L’ispirazione arriva a Gershwin dopo un soggiorno a L’Avana, dove viene folgorato dai ritmi popolari afrocubani e, grazie all’attenzione di questo periodo per la tecnica orchestrale, dagli strumenti a percussione locali.
Gli spirituals afroamericani sono stati fonte di interesse e studio anche per Antonin Dvořak: non a caso la Sinfonia n. 9 è intitolata “Dal Nuovo Mondo”, indicando con ciò tutta la forza di fascinazione che gli Stati Uniti, dove viveva allora (era il 1893), e l’America tutta avevano avuto su di lui. Ma Dvořak non si snatura mai: gli accenti irregolari dati da una scrittura ritmica senza filtri, melodie cariche si sentimento con spesso uso del modo minore (la sinfonia e, senza sorpresa, in Mi Minore) che richiamano la tradizione musicale slava si mischiano senza mai perdere identità con le esotiche scale pentatoniche e i ritmi sincopati degli spirituals.
CONFERENZA INTRODUTTIVA:
Venerdì 13 giugno alle ore 18.30 si terrà una conferenza introduttiva nel Foyer della Balconata dell’Auditorium di Milano, una chiacchierata tra Thomas Hampson e Gaia Varon: “Contengo moltitudini”. Questa è la frase-totem di Walt Whitman, un poeta che ci insegna, ogni volta che lo leggiamo, a non aver paura delle nostre contraddizioni, ad accogliere le diversità, a valorizzarle e a coltivare le infinite anime che ci abitano. È il contrario della fissità di un’identità singola e univoca, quella che un artista non può permettersi di avere. Lo sa bene Thomas Hampson, il baritono che fa scuola, che insegna che la voce con cui si affronta il Winterreise di Schubert non può essere la stessa con cui ci approcciamo alle Four Walt Whitman Songs di Kurt Weill. Gaia Varon, voce di Radio Tre, intervista dal vivo Thomas Hampson, musicista leggendario che si racconta e ci racconta questa straordinaria pagina di musica vocale di Kurt Weill.
BIGLIETTI:
Intero: 40 € in platea, 30 € in galleria. Over 60 e Convenzioni: 30 € (platea), 22 € (galleria). Under 35 (e Carta Nazionale Giovani) e Sostenitori: 20 € (platea), 15 € (galleria).
I biglietti sono in vendita presso la biglietteria dell’Auditorium di Milano, oppure online su Vivaticket.
Orari biglietteria Auditorium di Milano: Martedì-Domenica, 10 – 19.
Recapiti: T. 02 83389.401, e-mail: biglietteria@sinfonicadimilano.org.
Il 13 e il 15 giugno sarà possibile acquistare gli abbonamenti della nuova stagione. Accanto all’Abbonamento Classico (25 concerti con posto fisso), torna anche l’Abbonamento Mosaico, una formula flessibile da 10 o 15 concerti, componibile liberamente scegliendo tra tre categorie della Stagione Sinfonica. Un’opportunità per costruire un percorso su misura, secondo gusti ed esigenze personali. Introdotto nella Stagione 2024/25, l’Abbonamento Mosaico ha riscosso grande successo, rappresentando il 70% delle sottoscrizioni totali: un mix vincente di convenienza e libertà di scelta.