Foto: locandina filmUn prologo al ralenti apocalittico e visionario cadenzato dalle note wagneriane apre quest’ultimo lavoro di Lars Von Trier diviso in due capitoli, che prendono il nome delle due protagoniste Justine (Kirsten Dunst) e Claire (Charlotte Gainsbourg). L’intero film ruota attorno al rapporto delle due sorelle e all’avvicinarsi inesorabile alla Terra del pianeta Melancholia (omaggio a Dürer) che ne provocherà la fine. La prima parte, girata secondo gli stilemi del Dogma 95 con telecamera in spalla ed una ripresa traballante e senza stacchi , è focalizzata sul matrimonio di Justine (durato poche ore) che diventa pretesto per calare lo spettatore nelle oscure dinamiche familiari (come non rivedervi “Festen” di Vinterberg?). La seconda parte invece è incentrata su Claire che ospita la sorella afflitta da una grave depressione nella sua villa per prendersene cura e sulla loro relazione. E a questo punto scopriamo che quello che avevamo creduto sino ad un momento prima era molto probabilmente fallace: Claire la bruna moglie e madre apparsa equilibrata per buona parte del film è in realtà molto più fragile di quanto si era sino ad ora mostrata; mentre Justine, presentata sin dall’inizio come psicolabile, si comporta in situazioni fuori dall’ordinario all’opposto, ossia come una “zietta spezza- acciaio”(è così che la chiama il nipotino con un sesto senso proprio di chi è innocente). Quest’ultima infatti incapace di recitare di fronte ad un matrimonio non convincente e ad un datore di lavoro viscido e vuoto (situazioni proprie dell’ordinario), è pronta ad abbracciare ciò che accadrà -e che ha presagito come una lucida Cassandra- con una insperata risolutezza se questo è il progetto di una volontà superiore, straordinaria (d’altronde“la Terra è cattiva”). One can cialis from india online have the medicine with or without food as per the guidance of your respective physician. best viagra india If you are unable to get rid of this sexual dysfunction. Men may be advised to avoid such sexual problem. viagra sildenafil This http://www.midwayfire.com/wp-content/uploads/2015/09/Resolution-13-02-User-Charge-Fee-Schedule.pdf free cheap viagra is not a set mechanism but a dynamic one. O forse le due sorelle (e qui possiamo intravedervi “Persona” di Bergman) non sono una che il doppio dell’altra, la stessa donna con una parte oscura ed una più illuminata. Nel film oltre al fallimento del matrimonio, allo smascheramento del perbenismo comune,alla caduta delle certezze, assistiamo alla distruzione della Terra insieme a tutte le sue credenze da parte del pianeta immaginario, saturnino ed irrazionale, Melancholia. E dietro a questo atto estremo è un po’ come se Lars Von Trier volesse annientare ancora una volta quella morale borghese da lui tanto odiata, come se instillasse nello spettatore che la malinconia, come stato mentale, creativo, instabile darà scacco matto alla scienza e alle sue vanagloriose certezze. Emblematica è a questo proposito la scena in cui Justine sostituisce i libri geometrici aperti in libreria con tavole apocalittiche (la morte di Ophelia di Millet, le creature inquietanti di Bosch, l’Inverno di Bruegel, Davide che taglia la testa a Golia di Caravaggio) presagio di una tragedia annunciata. Ma il messaggio che pervade l’intero film è che dinanzi al mistero del Cosmo, così potente ed assoluto l’uomo non può che arrendersi incondizionatamente.

Melancholia di Lars Von Trier, colore, 130’, Danimarca, Svezia, Francia, Germania, 2011

Con Kirsten Dunst, Charlotte Gainsbourg, Kiefer Sutherland, Charlotte Rampling, John Hurt, Alexander Skarsgard, Stellan Skarsgard, Brady Corbet, Udo Kier, Jesper Christensen