Foto: Alice Spito, Nostra Signora del Silenzio (frame) © Francesca Lolli
Foto: Alice Spito, Nostra Signora del Silenzio (frame) © Francesca Lolli
Foto: Alice Spito, Nostra Signora del Silenzio (frame) © Francesca Lolli

Il lungometraggio di Francesca Lolli sulla veridicità dell’essere nella ricerca del silenzio assoluto

Per John Cage il silenzio è un mezzo espressivo, relatore di potenti significati nascosti alla comune sensibilità musicale. Come da esperienza nella camera anecoica dell’università di Harvard, il silenzio assoluto è impossibile da raggiungere, poiché c’è sempre il rumore del proprio corpo, il respiro, il battito del cuore. Nell’ambiente esterno il silenzio significa rinunciare alla centralità del proprio ego per ascoltare il flusso sonoro della natura, il mormorio di un torrente, il fruscio di un albero, una percezione del mondo che ha portato alla rivoluzione estetica del suono dove tutto può essere musica, un annullamento dell’intenzione compositiva foriero della realizzazione di un’opera che, al pari di un quadro bianco del pittore e fotografo Robert Rauschenberg, muta sulla base dell’ambiente circostante.

Il silenzio immaginato nel film supera il pensiero di Cage. Si vuole raggiungere l’orizzonte di un silenzio assoluto, utopia mascherata dalla vita distopica della protagonista, che agisce sul proprio corpo con azioni commiste a una cruauté dal sapore artaudiano che non lascia spazio ad alcun compromesso.
I rumori della natura non sono melodia, ma il richiamo impositivo di un mondo che insiste a esistere soverchiando la volontà di uno spirito completamente libero da qualsiasi vincolo ambientale o sociale.
Gli animali stessi divengono le visioni antropomorfe di un passato che riappare nelle consistenze del presente.

Francesca Lolli affronta il silenzio quale elemento distinto di una ricerca verso la perfezione dell’identità. L’idiosincrasia della protagonista Alice nei confronti del prossimo non consegue a una forma di elitismo gerarchico, è solo l’espressione di una necessità comportamentale verso la ricerca di un assoluto altrimenti oscurato dalla contaminazione dei suoni. Il taglio costituisce il leit motiv della narrazione, fin dall’inizio strumento di quella crudeltà dettata dalla sottrazione drastica degli elementi che costituiscono l’allontanamento da una autenticità primigenia.

Vita e morte si alternano nel definire l’affresco bucolico del lungometraggio, dai deserti dell’amore all’allontanamento formale da tutto ciò che l’invasività del mondo procura. Il risultato è un film della passione umana verso il divino, riassunto nella nudità dell’essere proiettato verso la sua preesistenza che può costituire la Die Sorge heideggeriana nella veridicità dei valori esistenziali.
Un annullamento che può comportare, nella destrutturazione totale, l’inusitata scintilla della palingenesi.

Nostra Signora del Silenzio (Our Lady of Silence)
Scritto e diretto da Francesca Lolli
Con Alice Spito, Stefano Baffetti, Andrea Tocci camera Francesca Lolli, Marco Valerio Carrara
Durata: 67 min.

Disponibile al pubblico fino al 6 gennaio 2021 su

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