Foto: Milano, piazza Cordusio
Foto: Milano, piazza Cordusio

“In piazza Cordusio, alle spalle del Parini, scendo le scale che portano al passaggio della metropolitana.Scese le scale ho di fronte un cartello rosso con scritto: verso piazza Duomo, linea 3. A sinistra: un’edicola; a destra un bar, quattro apparecchi telefonici a muro. Sottovalutare la situazione porta a spiacevoli inconvenienti. All’inizio del sottopassaggio mi supera una ragazza con i pantaloni e una giacca a vento nera, ombrello grigio. Ha i capelli lunghi e ricci. Nel senso inverso passa una signora di mezza età e mi guarda…” Non posso scendere come Sonia all’ingresso della metropolitana di Cordusio per arrivare in Duomo, i lavori in corso nel lungo corridoio sotterraneo che unisce le due piazze me lo impediscono. Sono costretto quindi a percorrere in superficie via Orefici, e questo cambia “il punto di vista” della mia osservazione. E ciò colora di nuova suggestione primo dei quesiti riportati su un foglietto consegnatomi al banchetto di “Due punti aperte virgolette” davanti alla Posta, unitamente alla cartella stampa con il percorso effettuato mesi prima dall’autrice. “Oltrepassare un…” … Oltrepassare in superficie un percorso sotterraneo di circa 600 metri – la distanza tra le due stazioni della linea rossa- dove ancora si animano come fantasmi gli echi dei passi delle migliaia di lavoratori che lo hanno percorso prima della sua chiusura, inclusa la ragazza dai capelli ricci e la donna di mezza età. Una domanda m’incuriosisce: come sarà ora quello spazio? Vuoto, buio, abbandonato, trasudando dalle pareti sporche come in un racconto la sua precedente urbanità costituita da quegli individui che, passando con i loro affanni, gioie, preoccupazioni e pensieri, lo hanno animato.. Entro in piazza Duomo addirittura dal sagrato – anche le entrate vicino a via Torino sono chiuse – e dalla piazzola posso “congiungermi” al percorso descritto da Sonia: “… a sinistra un cartello Polizia di Stato; di fronte i cancelli con le obliteratrici e la postazione del controllore; a destra edicola in primo piano, sul fondo il corridoio che conduce verso la linea gialla… A destra bar tavola fredda. Molte voci, rumori di passi, porte metalliche che si aprono/chiudono, che si aprono/chiudono…” Quando attraverso io la piazzola non c’è molta affluenza, eppure immagino il rumore di quelle porte che costituiscono un suono cadenzato della stazione durante le ore di punta… “… Il pavimento ora è bianco. La ragazza con la gonna rossa (incontrata precedentemente) e il suo bassotto procedono dritti. Il cane annusa il pavimento e scodinzola. Si scrolla…” Nello stesso percorso, su quel pavimento bianco, una coppia mi supera tenendosi per mano, andando velocemente verso l’ATM point. Ecco il secondo quesito del breve questionario. “Passare sotto…”… sotto una città che vive, che freme, che vive e supera le sue stesse strutture riversando milioni di individui tra i rigagnoli architettonici che la costituiscono come parte di un immenso mare urbano. Esco allo scoperto, verso piazza Diaz, e i miei passi sembrano felpati in confronto al ticchettìo assordante dell’umanità, e mi proietto verso un cielo che, subito dopo che è piovuto, lascia un tracciato blu elettrico colorando i miei movimenti. Non riprendo il percorso a ritroso come Sonia, e tuttavia entro in sintonia con i contenuti profondi del suo esperimento: la città pulsa come un enorme palco dove ciascuno vive la realtà percorrendo i sentieri di una personale drammaturgia. E la città, nella vita di ognuno, incontra il mito con la rappresentazione unica di un’insolita teatralità.

DUE PUNTI APERTE VIRGOLETTE

osservAZIONI – Azione! di Sonia Arienta
Percorsi di drammaturgia urbana
Milano, Cordusio/Duomo, giovedì 18 maggio 2006