
«Seri bisogna esserlo, non dirlo, e magari neanche sembrarlo!»
Pier Paolo Pasolini
Mentre si vaneggiano invasioni russe, tra venti di guerra e mari insanguinati dalle vittime della nuova schiavitù, Pier Paolo Pasolini emerge come gigante tra nani dopo cinquant’anni dalla sua scomparsa. Che cosa può raccontare oggi Petrolio, il suo ultimo romanzo incompiuto e testimonianza scomoda del malaffare che portò a riaprire il caso Mattei? Forse quel guizzo poetico di consapevolezza che Pasolini incarnava al di là di tutto e contro tutti, quale apostolo della semplicità contro la corruzione del consumismo.
Claudio Elli ed Ettore Distasio ne parlano con un ospite telefonico d’eccellenza del mondo del teatro, Ulderico Pesce, interprete e autore di Doppio Boom. Pasolini, andato in scena al Teatro Menotti Filippo Perego di Milano oltre che in numerose piazze d’Italia, dopo avere incrociato l’analisi del politologo Giorgio Galli nel suo saggio Il golpe invisibile e le affermazioni del filosofo Giorgio Agamben, interprete come attore ne Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini nel ruolo dell’apostolo Filippo, sulle più recenti esperienze di biopotere nel Paese e nel mondo. Il tutto accompagnato in Osteria da un generoso vino rosso e un piatto di fagioli, frutti propiziatori come tutti i legumi di una ricchezza che ci si augura dell’anima, menù fucina di un desiderato pacchetto natalizio sotto l’albero di nuova vita.
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