Foto: da sin. Jacopo Costantini e Michele Costabile (frame del film) © Prossimo tuo (Hotel Milano) © Noi Film – Pasquale Marrazzo
Foto: da sin. Jacopo Costantini e Michele Costabile (frame del film) © Prossimo tuo (Hotel Milano) © Noi Film – Pasquale Marrazzo
Foto: da sin. Jacopo Costantini e Michele Costabile (frame del film) © Prossimo tuo (Hotel Milano) © Noi Film – Pasquale Marrazzo

Il nuovo coinvolgente film di Pasquale Marrazzo visto al Cinema Anteo di Milano

Forse per pampsichismo, concetto filosofico caro a Talete e Platone quanto a Giordano Bruno, secondo il quale tutti gli esseri, viventi e non viventi, posseggono una capacità psichica di pensiero, la vita della sostanza spiega la molteplicità del divenire degli esseri, la loro nascita e la loro morte. Il mutamento è per Eraclito il fulcro stesso del divenire, poiché ogni cosa è soggetta nel tempo alla trasformazione, incluso anche ciò che sembra in un primo momento perenne. Da qui la tesi che vede nel fuoco il simbolico principio di tutto, in quanto rappresenta nel movimento sia la vita sia la distruzione, facendo del divenire una legge immutabile, in quanto tutto si trasforma, meno la legge sul mutamento. Il tempo diviene una funzione esiziale per qualsiasi fenomenologia organica ed emotiva, tuttavia se il tutto non scorresse ci si troverebbe in una condizione di staticità, equivalente alla morte stessa.

L’amore tra Riki e Luca, i due protagonisti maschili del film Prossimo tuo (Hotel Milano) di Pasquale Marrazzo interpretati rispettivamente da Michele Costabile e Jacopo Costantini, rientrano tra i canoni di questo fiotto immanente come unica risposta possibile alle loro esistenze, permeate da sensi di abbandono, violenze domestiche, tossicodipendenze, ipocrisie bigotte, pavidità familiari. La stessa presenza di una squadra di “bulli” di quartiere che molestano la coppia fino a vendicarsi su Luca riducendolo in fin di vita rientra nel gioco del mutamento, poiché da quel momento nulla sarà più come prima e il sentimento dei due ragazzi resterà ostaggio di un potere esercitato dalla famiglia della vittima (ma in particolare dalla madre) contro Riki, nei confronti del quale sono attribuite tutte le responsabilità dell’accaduto. Un evento drammatico in un certo qual modo annunciato dalla posizione del capo della banda di aggressori, il figlio di un’amica della madre di Riki che era già entrato nella vita del ragazzo fin da bambino e che sembra in qualche modo ossessionato dal rapporto omosessuale dei due ragazzi, un naziskin di periferia a sua volta probabile vittima della pressione autoritaria non scevra da violenza del padre.

Lo stesso rapporto tra Riki e Luca, al di là del coinvolgimento fisico, appare controverso, di un’intensità instabile, a tratti morboso, eppure il risultato di un sentimento non scevro da connotati cristologici che, dentro un humus relazionale tutt’altro che salubre, non può che resistere e perpetrarsi fino al suo tragico epilogo.

Un film esplicito, senza filtri, dove la stessa macchina da presa è strumento per un’autentica narrazione dei fatti, senza impalcature che possono tradire la descrizione iperrealistica di una fenomenologia psicosociale. Se lo scopo di Marrazzo è quello di colpire il pubblico attraverso la descrizione di abusi a cui almeno una volta nella vita è sottoposto un omosessuale, l’esito artistico, grazie a questa espunzione, è quello di uno schiaffo alle convenzioni sul tema attraverso una visione di fatti e avvenimenti che poco lasciano spazio a una magnitudo se non quella dei propositi traditi dalla legge di mutazione di Eraclito, la stessa che proprio Luca aveva sottolineato al partner come possibile svolta nel loro rapporto, ovviamente senza prevederne il traguardo.

Il contesto, degno di una tragedia shakespeariana, lascia spazio all’effettività dettata dalle ponderazioni che il film suscita, grazie alla costruzione registica e l’ottima interpretazione degli attori che riescono a coinvolgere lo spettatore al punto da immergerlo in un costante clima d’impeto anche nelle analessi, codificando il fluxus narrativo all’esegesi di una società empia destrutturata da qualsiasi rappresentazione formale.
E, questo, è il punto.

Prossimo tuo (Hotel Milano), drammatico, 96’, Italia, 2022. Un film di Pasquale Marrazzo
Con Michele Costabile, Jacopo Costantini, Luisa Vernelli, Lucia Vasini, Rossana Gay, Antonio Rosti

Soggetto: Pasquale Marrazzo
Sceneggiatura: Pasquale Marrazzo e Valeria Cavalli
Fotografia: Alessandro Branca
Montaggio: Maurizio Grillo
Scenografia: Mattia Pozzi
Costumi: Lucia
La Polla
Musica: Theo Teardo

Produzione: Noi Film – Pasquale Marrazzo
Al Cinema Anteo – Palazzo del Cinema di Milano dal 10 al 12 luglio 2023