In alto: foto di scena © Ufficio Stampa PiM Spazio Scenico

Suoni – Immagini – Ordini – Annullamento della Volontà – Eliminazione della Libertà. La giornata di 84-06 inizia con una scarica elettrica (come una Creazione); finisce con i lavori forzati, (come nei Gulag, quasi cicloni infernali), corpo appeso a cavi d’acciaio – burattino. C’è una violenza sconcertante, una totale assenza di umanità nel tempo scandito da ordini e azioni, che sradicano la vita dai corpi fortemente presenti nella loro carnalità e quindi nella loro vulnerabilità. Questa scansione provoca angoscia, sgomento, sensazione di impotenza, desiderio di fuga. E’ un guardare ed esser guardati su più livelli: il pubblico, costretto in un quadrato delimitato da linee bianche, i personaggi al computer, come registi dello spettacolo, in verità manipolatori della vita di 84-06 e dei suoi compagni, le telecamere che riprendono e proiettano immagini, in diretta e non, in un ripetere all’infinito, come un gioco di specchi, quelle povere vuote azioni quotidiane. Forte impatto. Afasia.

(Alessandra Antiga, 13 febbraio 2009) Giudizio: ****

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L’ALCOVA MEDIATICA DEL GRANDE FRATELLO

Se un tempo l’ispirazione a Orwell poneva la società contemporanea sotto la lente di un rischio possibile e tuttavia inserito nella pura dialettica intellettuale circa uno sviluppo “degenerato” in chiave fantapolitica, già raccolta peraltro da Burgess come da Bradbury e Dick, oggi il monito pare invece riguardare una diversa lettura dell’esistente, quasi il distillato alchemico, ovvero l’essenza, del contenuto di 1984 come del precedente Animal Farm. Lo spettacolo dei Santasangre sviluppa una drammaturgia dell’angoscia oscurata dalla maschera di una edulcorata finzione mediatica, dove la personalità dell’uomo è inesistente. Il diaframma tra rischio possibile e rischio reale è rappresentato appunto dalla lettura del presente nel richiamo dell’intuizione orwelliana, quando nel 1948 – da cui, invertendo le ultime due cifre dell’anno, nasce 1984 (N.d.R.) – dopo pochi anni dal termine dell’ultimo conflitto mondiale, si stavano configurando i tre blocchi militari e politici internazionali che hanno rappresentato il globo fino al crollo del muro di Berlino del 1989 e la successiva sparizione due anni più tardi della stessa Unione Sovietica. Oggi non c’è più spazio per la dialettica, il Grande Fratello è qui, tra noi, si nasconde e ci seduce dietro la facciata global della democrazia, e comincia ad affermarsi laddove gli anticorpi della ragione e del pensiero libero sono stati maggiormente attaccati dal virus dell’apatia comunicativa. Il messaggio di questo spettacolo non assume più il semplice format di una denuncia passiva, ma è già il grido di battaglia di un’umanità che non vuole estinguersi.

(Claudio Elli, 13 febbraio 2009)

SANTASANGRE 84.06 di Diana Arbib, Luca Brinchi, Maria Carmela Milano, Dario Salvagnini, Pasquale Tricoci Con: Stefano Cataffo Voce: Roberta Zanardo Musiche originali ed elaborazione dal vivo: Dario Salvagnini Elaborazione video dal vivo: Diana Arbib, Luca Brinchi Luci: Maria Carmela Milano Milano, PiM Spazio Scenico, via Tertulliano 68/70 Dal 6 al 9 febbraio 2009 www.pimspazioscenico.it