Foto di scena de Il signor Pourceaugnac © Camilla Mastaglio

DIREZIONE ARTISTICA:

Renzo Martinelli, Federica Fracassi, Francesca Garolla

Germinazione. Per il sesto anno Teatro i si apre alla città per dare voce agli artisti della scena contemporanea italiana ed internazionale.

Chiamati a fornire le coordinate artistiche che orientano il disegno della nuova stagione la prima immagine che vogliamo condividere con i nostri spettatori ha a che fare con la germinazione. In molti e differenti modi.

Quando nel novembre 2004 abbiamo gettato un piccolo seme, con l’inaugurazione della sala, avevamo già in mente l’albero che vogliamo lasciare in eredità alla nostra città. E’ a quell’albero che sono dedicati tutti i nostri sforzi, stagione dopo stagione, a un progetto che sappia entrare in dialogo con il presente e dal presente si faccia modificare, ma che abbia il suo fine ultimo nei germogli futuri, al di là delle mode e degli eventi effimeri, al di là di noi. Con il lavoro di questi cinque anni abbiamo disegnato un’identità definita che, come la nostra “i”, continua ad essere semplice e fragile, ma anche molto riconoscibile. Siamo cresciuti, abbiamo messo radici che ci permettono ora di guardare al futuro con nuovi sogni e nuove responsabilità.

E’ il momento di un importante passaggio per Teatro i, una fase delicata di accrescimento e sviluppo a tutto tondo. Innanzitutto ci troviamo ad affrontare l’annunciato ampliamento e rinnovamento dello spazio, che si rende necessario per essere più fruibile per il numeroso pubblico e adeguato ad ospitare un’attività sempre in crescita. Il progetto, che nasce dalla collaborazione con il prestigioso studio Piuarch, prevede la riqualificazione di tutta l’area circostante la sala teatrale e verrà illustrato ufficialmente in una conferenza stampa indetta dal Comune di Milano, proprietario dello stabile.

Questa crescita avviene in un panorama desolante che mai come ora si è fatto tangibile. Un’assenza di ideali, di riferimenti, di risorse che tocca il nostro lavoro e le nostre vite e li modifica brutalmente. Il nostro albero cresce in un deserto di prospettive. Festeggiamo i 150 anni dell’unità del nostro paese in un deserto affollato di padri che non vogliono passare il testimone, che giocano con le regole di un futuro che non sarà il loro, che soffocano i nuovi semi e sono incapaci di coltivarli. In questo orizzonte crudele diventiamo grandi. Dentro un grande rumore dove si chiacchiera ad alta voce e si volta lo sguardo.

10_11 Dentro un grande rumore. Abbiamo scovato questa frase nel cuore di una poesia di Edoardo Sanguineti diventata manifesto del nostro programma. A Edoardo, che ci ha lasciato e che aveva calcato la scena di Teatro i in una memorabile serata, va il nostro affettuoso ricordo. Ci è parso che per interrogarci sui nodi di un possibile/impossibile passaggio generazionale, che riguarda la nostra vita e il nostro sentire artistico oggi e che diventa tema di indagine della stagione, servisse un’alternativa alla razionalità, che non ci fosse nulla da spiegare, ma molto da chiedere, suggerire, intuire. Le parole di Sanguineti sono perfette come le immagini che dispiegano: un padre, un figlio, più figli, l’impossibilità di un dialogo, i tentativi, le parole, il progetto artistico, l’umanità, la storia…e uno schiaffo d’amore tremendo.

Su questi temi si situano molti degli spettacoli in cartellone, 16 titoli, di cui 13 per la prima volta a Milano, 3 nuove produzioni e collaborazioni, incontri, eventi collaterali, presentazioni di libri con un fil rouge appena suggerito, che lega e slega, che dà voce ai figli e ai padri e al solito crea un dialogo più profondo con il pubblico. Lo spettatore più attento potrà andare al di là della condivisione del singolo lavoro scoprendo come ciascuna proposta si rispecchi nelle altre moltiplicando la propria eco.

Parlando di padri e figli ecco innanzitutto Amleto, il figlio per eccellenza, in due pièces affrontate con lo sguardo di due diverse generazioni. Ex Amleto, attraverso lo splendido lavoro di scrittura scenica di Roberto Herlitzka, straordinario attore autore che abbiamo l’onore di ospitare, esplora il più grande sentimento teatrale, quello della solitudine. Michelangelo Dalisi fa convivere con grande poesia comico e tragico. Per Amleto è la ricerca dell’identità che il Principe di Danimarca ha perso soggiogato dal peso del quotidiano dover-essere, dover fingere, dover vendicare.

C’è chi invece sembra credere in sè, quel rampollo simpatico e violento disegnato con maestria da Maurizio Camilli. Col sole in fronte ci parla di un figlio dell’odierno benessere, mostro del nord est corredato di tutte le giustificazioni e forse, nella sua mancanza di poesia, perfettamente coerente al nostro sistema.

Le vicende di una strana famiglia sono il centro della commedia Lucido, testo ancora inedito in Italia dell
’argentino Rafael Spregelburd, artista di punta della nuova scena internazionale, che debutterà in prima assoluta a Teatro i in un progetto curato dalla compagnia Costanzo/Rustioni. Oltre allo spettacolo, che indaga temi universali con leggerezza e mistero, è prevista la presenza dello stesso Spregelburd che condurrà un breve percorso laboratoriale rivolto ad attori e drammaturghi e incontrerà il pubblico in diverse occasioni.

Padre e figlio condividono la scena in Osso di Virgilio Sieni che insieme a Fosco, il padre ottantenne, crea un dialogo gestuale, intimo e trasfigurato che rivela il rispecchiarsi delle generazioni. La presenza di Sieni nel nostro programma è molto significativa. E’ uno sguardo poetico che attraverso la danza e la coreografia allarga gli orizzonti al di là del teatro di parola. Oltre ad Osso, che incarna perfettamente lo slancio della ricerca di quest’anno, Sieni presenterà Signorine, ispirato ad alcune opere di Samuel Beckett, con le danzatrici Simona Bertozzi e Ramona Caia che in una stanza chiusa, in un salottino in comune, decidono di scandire la loro giornata lasciandosi andare alla durata.

Con gli artisti presenti in stagione abbiamo costruito un percorso che va al di là del puro evento spettacolare. Molti di loro sono presenze ormai care che hanno arricchito le scorse stagioni aprendo discorsi che continuiamo ad affrontare. Una reazione non in linea con il mercato e i tagli alla cultura ci spinge controcorrente a scegliere di concentrare la nostra attenzione su coloro che stanno sviluppando progetti di lunga durata: una scelta difficile nell’immediato, coerente con la convinzione che il fare presente possa parlare e modificare il nostro prossimo futuro.

Fanny&Alexander, presenza ormai centrale nelle stagioni di Teatro i, presenta West, l’estremo dei punti cardinali della storia del mago di Oz, dopo aver mostrato l’anno scorso Him e Emerald City, altri due capitoli del percorso che ha impegnato la compagnia negli ultimi anni, oggi ben illustrato nel volume O/Z- Atlante di un viaggio teatrale edito da Ubulibri. Il lavoro, incentrato sulla presenza dell’attrice Francesca Mazza, rivisitando le tecniche della manipolazione sottile del linguaggio pubblicitario, intersecherà motivi mitici a motivi legati alla contemporaneità, alla cronaca e ai grandi emblemi dell’occidente.

Auguri e figli maschi! per la regia di Antonio Latella sintetizza e racchiude in sé mirabilmente la proposta progettuale di quest’anno. 6 autori propongono un racconto sul fondamentalismo. Sono 6 atti unici quelli che si succederanno sul palco di Teatro i. Natural Energy Vitamins for Mind super cialis canada and Body using natural ingredients. But, they got the medicine of their desire and dream but the cost viagra sale of it made them prohibited from purchasing the medicine of their use. order generic levitra Men gets their organ enhanced and regain pertinent physical strength during the lovemaking session. 4T Plus capsule heals the problem of erection internally. Search out for fast restorative consideration on the off chance that it is taken in wrong way then it will definitely show its negative side apparently. discount bulk viagra 6 attori, 6 storie. Questo progetto è un viaggio alla ricerca di un linguaggio che traduce l’estremo urlo di chi muore per un’idea, per un Dio o per un amore. Vivere per una causa. Vivere e morire in nome di ciò in cui si crede. Mettere un punto.

Produzioni. La crescita dello staff organizzativo in linea con il progetto di miglioramento gestionale sostenuto da Fondazione Cariplo e l’ingresso in Invito a Teatro, abbonamento trasversale alla programmazione dei teatri milanesi promosso dalla Provincia di Milano, sono due importanti segni del nostro consolidamento che permettono alla direzione artistica una concentrazione produttiva impensabile nelle scorse stagioni. Saranno 3 le nuove produzioni della compagnia per la regia di Renzo Martinelli, 2 delle quali in collaborazione con Face à Face – parole di Francia per scene d’Italia con cui continuiamo potenziandolo un fortunato dialogo, che va oltre alle nostre produzioni anche ospitando 2 mise en espace curate da altri artisti.

N.N., la prima produzione in scena, prende spunto da un percorso di scrittura originale a partire da un tema. Una prassi di lavoro già cara a Teatro i in passato che, in questo caso, nasce da una ricerca attorno alla storia italiana dell’ultimo trentennio e si interroga sul rapporto padre-figlio, a partire dallo sguardo e dall’esperienza dei “figli di oggi”. Una serie di laboratori condotti con adolescenti provenienti da contesti eterogenei ha portato Francesca Garolla all’elaborazione del testo.

La compagnia affronterà poi Incendi, uno dei testi più rappresentativi di Wajdi Mouawad, franco-libanese, artista di punta del teatro contemporaneo internazionale. Incendi è una delle opere della sua Tetralogia della memoria, composta da altri tre testi: Littoral, Forets, Ciel(s), tutti andati in scena al Festival d’Avignone 2009, di cui è stato artista associato. La vicenda si incentra sulla ricerca delle origini mescolando la storia di un popolo, di una famiglia e la formazione dell’identità. I destini contemporanei immaginati da Mouawad riattivano e interrogano i grandi miti trasfigurando l’eredità del teatro classico.

< span style="color: #000000">Hilda, di Marie NDiaye autrice non solo teatrale di grande fama europea che è stata appena insignita del Premio Goncourt, chiude il cerchio delle proposte produttive disegnando personaggi-specchio in cui si riflette una società arrogante, in perpetuo movimento, corrosa da un cieco individualismo. Hilda è uno sguardo sulla condizione della donna, sulle frustrazioni e sulle mortificazioni che subisce nella società contemporanea e al tempo stesso una folgorante reinvenzione del rapporto servo-padrone che il teatro ha spesso indagato.

Accanto alle nuove produzioni sono da segnalare la ripresa di Corsia degli incurabili di Patrizia Valduga per la regia di Valter Malosti, prodotto da Teatro di Dioniso in collaborazione con Teatro i, che torna dopo lo straordinario riscontro di pubblico e critica ottenuto nella scorsa stagione e Mi chiamo Roberta, ho quarant’anni, guadagno duecentocinquanta euro al mese di Aldo Nove, una produzione di Teatro i ospitata nella stagione del Teatro della Cooperativa. Entrambi i lavori vedono protagonista Federica Fracassi.

Punta Corsara e le collaborazioni con Olinda. La stagione si apre con Punta Corsara, un’impresa culturale con sede a Scampia, quartiere periferico di Napoli, costruito nel ventennio ’70-’90, uno dei quartieri più popolosi della città con uno dei tassi di disoccupazione più alti d’Italia, pari al 50% – 75% della popolazione attiva. Una tale densità di persone in precarie condizioni socio-economiche ha determinato l’esplodere di una criminalità organizzata che ha trovato un terreno fertile per tutti i suoi traffici. La sfida di Punta Corsara è legare la cultura con lo sviluppo, sia per i partecipanti al progetto, sia per il contesto locale, dove opera. Poter ospitare il risultato di questa sfida, per la prima volta a Milano, come evento di apertura della stagione ci pare estremamente significativo.

Punta Corsara presenta la nuova produzione, Il signor di Pourceaugnac farsa minore da Molière, diretta da Emanuele Valenti con gli attori corsari che ha debuttato al Napoli Teatro Festival Italia. Sarà in scena dal 1 al 3 ottobre al Teatro La Cucina, grazie a una preziosa collaborazione con l’Associazione Olinda.

Punta Corsara per ciò che ha realizzato a Scampia e Olinda per ciò che realizza quotidianamente negli spazi dell’ex Paolo Pini ad Affori ci sembrano, più di altre esperienze, sogni fattisi carne che avvicinano il teatro e l’arte alla vita; che trovano il teatro nelle vite degli altri, dai diversi perché criminali, poveri, migranti, folli e che, tramite questo scavo, ridonano vita al teatro. Si tratta per Punta Corsara e per Olinda di lavorare ogni giorno, seppur in ambiti e territori differenti e con differenti bacini d’utenza e modalità, per puntare un faro nella giusta direzione, in modo che si possa finalmente ricominciare a immaginare di poter essere bellezza, forza, salto. E non si tratta banalmente di teatro sociale o fatto per il sociale, perché questo fare teatro e questo programmare teatro raggiungono picchi di rara professionalità attraverso un percorso studiato con rigore insieme ad artisti affermati che lavorano con i principianti mostrando loro una possibilità di realizzazione e un percorso di vita. Il teatro diventa automaticamente alta formazione, anche nei suoi momenti di pura spettacolarità, perché si rivolge ai più giovani, coinvolge i più giovani mostrando loro un modello alternativo e fino ad allora sconosciuto di scoperta di sé e degli altri attraverso la cultura, verso la tolleranza, l’integrazione e il disegno di un’identità personale scelta e non imposta.

Da tempo era nell’aria una più ampia collaborazione con Olinda. Abbiamo innanzitutto comuni interessi artistici, ovvero condividiamo la stima nei confronti di un numero di artisti che consideriamo stra-ordinari e che sono stati protagonisti di entrambe le nostre programmazioni.

Accanto a questo comune sentire, che è in ogni caso un grande punto di partenza su un territorio come quello di Milano e del suo hinterland ricco di case teatrali, ma in cui si fatica a fare rete, si è sviluppata una precisa attenzione nei confronti dei progetti.

In questa stagione, oltre a Punta Corsara, condividiamo il progetto Questi amati orrori di Renato Gabrielli e Massimiliano Speziani.

Questi amati orrori ha preso forma durante quattro brevi periodi di residenza tra il settembre 2009 e il giugno 2010 negli spazi del Teatro La Cucina. La partitura verbale di una sorta di Orfeo dei nostri tempi è emersa a partire dall’invenzione scenica, in un processo di continuo rimando tra improvvisazione attorale e scrittura. Un desiderio bruciante di comunione con il pubblico è ciò che muove il nostro “lui” in un’ora di viaggio – comico a tratti, a tratti elegiaco – tra gli “amati orrori” della memoria e del sogno, in un esperimento teatrale che si evolve di serata in serata e che Teatro i ha scelto di inserire in stagione rafforzando un sodalizio con gli artisti coinvolti e ampliando le possibilità di visibilità di un luogo alternativo alle sale teatrali del centro città.

Areapergolesi. Alla ricerca di un’ulteriore condivisione, in questo caso rivolta all’individuazione di un luogo e d
i una realtà che potessero potenziare la presenza dei progetti performativi all’interno della nostra stagione, abbiamo incontrato Areapergolesi. Lo spazio di Areapergolesi ha una superficie di 550 mq e ha inaugurato in luglio il suo progetto artistico con l’ambizione di essere una piattaforma della creatività dove possano trovare asilo le più diverse esperienze che nascono e si sviluppano come risposta alla necessità di espressività, comunicazione e innovazione. E’ stato un incontro molto felice che ha avuto una conseguenza naturale nella possibilità di disegnare in poco tempo una collaborazione solida mettendo a disposizione gli spazi di Areapergolesi per tre dei nostri artisti: innanzitutto Virgilio Sieni che presenterà qui la creazione Osso e poi Fagarazzi & Zuffellato e Cosmesi.

In Enimirc Fagarazzi & Zuffellato, due artisti indipendenti che collaborano dal 2005 investigando la diversità in relazione all’identità e alla sua alterità, mettono in discussione, e in bilico, il rapporto e i ruoli di performer e di spettatore partendo dalla domanda: “Può l’arte commettere un crimine?”. Un lavoro che coinvolge il pubblico direttamente.

Cosmesi, compagnia che nasce nel 2001 ad opera degli artisti e performer Eva Geatti e Nicola Toffolini, presenta Periodonero. Una pagina bianca è il punto di partenza di lavoro, una parete di luce, uno schermo per retroproiezione, uno spazio che è puro concetto dove si rincorrono segni di accadimenti e momenti neri. Il corpo non è più ridotto a convivere all’interno della struttura fisica, ma si scioglie in una serie di rappresentazioni stilizzate al limite tra il videogame ed il cartone animato.

Altre collaborazioni. Continuano le collaborazioni con il festival Danae e con Bancone di prova, con l’Università degli Studi, con Hangar Bicocca, con Ied.

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