Foto di scena © Federico Cambria

Da lunedì 18 giugno fino al 7 luglio 2012

ore 20.30

Sala Teatro Litta

Corso Magenta 24

20123 Milano

Il Censore

(THE CENSOR)

di Anthony Neilson

traduzione Imogen Kusch

con Giovanna Rossi, Gaetano Callegaro, Marianna de Pinto

regia Antonio Syxty

scene e costumi Guido Buganza

luci e immagini Fulvio Melli

staff tecnico Alessandro Barbieri, Ahmad Shalabi

foto di scena Federico Cambria

direzione di produzione Gaia Calimani

produzione LITTA_ produzioni

prima nazionale

spettacolo riservato ad un pubblico adulto

È cominciato tutto con un film pornografico. Giuro su Dio che era un film pornografico come altri centinaia che avevo visto. No, c’erano delle differenze, il montaggio e certe strane inflessioni,

ma io ho pensato che fosse per la povertà dei mezzi. No, sarò sincero con voi, ho pensato che fosse così perche l’aveva fatto una donna”.

Queste sono le prime parole de Il Censore, pièce del drammaturgo scozzese Anthony Neilson, (tra i principali esponenti, insieme a Sarah Kane e Mark Ravenhill, della corrente britannica in-yer-face-theatre), opera vincitrice del Time Out Award for Best Fringe Production e del Writers Guild Award for Best Fringe Play nel 1997. Lo spettacolo, una prima nazionale per la regia di Antonio Syxty, è l’ultimo appuntamento della stagione 2011/2012 del Teatro Litta.

La storia immaginata dall’autore è una parabola che racconta un incontro fra una donna, Shirley Fontaine, regista di film erotici, e un fantomatico Censore, addetto alla valutazione artistica e morale dei contenuti filmati: Miss Fontaine cerca di convincerlo che il film che ha girato ha il solo scopo di analizzare il sesso come linguaggio dei corpi, ma nonostante tutto il Censore, fisso nel suo ruolo “morale”, sostiene che il film è semplicemente pornografico. Nei loro incontri si sviluppa un rapporto misterioso fra ‘colui che censura’ e ‘colui che è censurato’, che mette a nudo i due protagonisti in una sorta di auto-rappresentazione delle proprie pulsioni e creando un forte legame tra di loro, fino a sfociare in una storia d’amore in cui la regista spinge il Censore a sondare il lato oscuro delle sue paure sessuali.

Parallelamente alla loro vicenda corre quella del Censore con la moglie, un rapporto in crisi da tempo per via della presenza di un altro uomo, e che troverà un drammatico sbocco nel finale a sorpresa della pièce.

Domenica 17 giugno alle ore 11.30 lo spettacolo sarà presentato al Museo del Novecento di Milano all’interno di Teatri al Novecento, ciclo di incontri creato su iniziativa del Comune di Milano, nato dalla collaborazione tra il Settore Spettacolo, Moda e Design, i teatri milanesi e il Museo.

NOTE DI REGIA

«Esiste una seconda possibilità per tutti noi. Come questa possibilità possa essere messa in atto è in parte un mistero, che alcune volte riesce a manifestarsi semplicemente creando un alias di noi stessi, in grado di fare quello che noi non possiamo fare e forse mai riusciremmo a fare.

Per questo sono convinto che la vicenda che coinvolge i tre personaggi de IL CENSORE (un uomo, sua moglie e una regista di film porno) sia semplicemente un meccanismo, in cui il film pornografico di cui tanto si parla nella piéce altro non sia che un pretesto in grado di mettere in atto una falsa rappresentazione di sé, con lo scopo di creare un ipotesi di felicità sessuale e amorosa nella vita di una coppia.

Il meccanismo è proprio lì: nel fatto che Shirley Fontaine, la regista, altro non sia che l’alias della moglie del censore, un uomo la cui vita matrimoniale è negata nella parte più intima, quella sessuale.

Ma come per tutti i meccanismi c’è un architetto. E allora chi ha creato l’alias? La moglie del Censore o Il Censore stesso?

Questo rimane un mistero sia per lui che per lei, così come sono misteriosi i legami che fanno parte delle nostre vite».

Antonio Syxty, Maggio 2012

in-yer-face theatre

In Inghilterra, a partire dalla metà degli anni ’90, un gruppo disomogeneo di giovani autori di età compresa tra i 20 e i 30 anni e formatisi nelle fucine drammaturgiche di importanti istituzioni londinesi, irrompe sulla scena proponendo un nuovo tipo di teatro diretto, irriverente, violento e provocatorio.

L’intento è quello di descrivere la vita dell’Inghilterra contemporanea, caratterizzata da nuclei famigliari ormai a pezzi, individui senza radici e relazioni problematiche. Step 1: Clearing away the heat and toxic materials, kill the bacterial or other best price on viagra pathogens, and eliminate inflammation. About 1.4% of the patients had viagra soft tab impotence after surgery. One can actually enjoy the medicine to get combat with erectile viagra buying online dysfunction problem. One is the misuse of the medication, and other is viagra 25 mg partially-rigid rod. Le commedie di questi giovani autori sono popolate da anime solitarie alla deriva e raccontano di prostituzione, gang femminili, delinquenza, droga e violenza.

Anthony Neilson, Jez Butterworth, Sarah Kane e Mark Ravenhill – solo per citare i più celebri – ricercano nel proprio pubblico spettatori “che escano dalla sala come se avessero preso un pugno in faccia” (da qui la definizione di in-yer-face theatre, letteralmente “teatro contro la tua faccia”), colpiscono allo stomaco il pubblico, mettono in pericolo la sua parte più fragile per risvegliarne l’umanità latente. La violenza dei loro testi è sistematica: stupri, torture, rapporti sessuali e violenze di ogni tipo si consumano apertamente in scena e sono la metafora della violenza che striscia nella società, una metafora cruda che nella sua insensatezza e brutalità crea preoccupanti corrispondenze con l’attualità. Per saperne di più www.inyerface-theatre.com

Anthony Neilson

Nato nel 1967 a Edimburgo, inizia gli studi presso il Royal Welsh College of Music and Drama, dal quale è presto cacciato per “insubordinazione”. Dopo essere stato a lungo disoccupato, entra a far parte di un programma della BBC dedicata a giovani scrittori BBC, vincendolo. Questa vittoria lo spinge ad intraprendere il percorso per diventare uno scrittore, iniziando successivamente la carriera di drammaturgo presso il Finborough Theatre di Londra.

Il suo approccio è caratterizzato da un modo di scrivere che procede attravero la collaborazione e la condivisione con altre persone ed autori, e il suo lavoro – così come quello del movimento “in-yer-face teatro” di cui è uno dei principali rappresentanti – è una continua esplorazione di temi scomodi quali il sesso e della violenza. Dopo aver allargato il suo interesse verso il cinema con la regia del suo primo lungometraggio The Debt Collector nel 1999, che ha vinto diversi premi in festival internazionali, dal 2007 si è dedicato alla regia: prima con il suo testo God in Ruins al Soho Theatre, poi con la prima mondiale di The Drunks dei fratelli Durnenkov per la Royal Shakespeare Company (2009), infine con Caledonia di Alistair Beaton all’Edinburgh Festival del 2010.

Neilson ha scritto più di 20 pièces, tra le quali ricordiamo (tra parentesi anno e produttori): Welfare My Lovely (1990, Traverse Theatre), Normal, (1991, Edinburgh Festival, Finborough Arms), Penetrator (1993, Edinburgh Festival, Finborough, Royal Court Upstairs), Hoover Bag (1996, Young Vic Theatre), The Lying Kind (2002, Royal Court Theatre), Realism (2006, Edinburgh Festival) e Orson Welles in the Land of the Peas (2010, Headlong theatre company).

INFO

orari

lunedì sabato ore 20:30

domenica riposo

riposi aggiuntivi 19, 25 e 26 giugno

prezzi

da lunedì a giovedì: intero €13, ridotti € 10/9

venerdì e sabato: intero €19, ridotto € 13/9

vendita on-line: vivaticket.it

abbonamenti validi: Carta Lunatica – Carta Lunatica Gold – Invito a Teatro

prenotazioni

02.86454545 | promozione@teatrolitta.it | www.teatrolitta.it