La centrale elettrica Enel di Brindisi, dove sta per essere avviato un sistema grazie al quale l‘anidride carbonica emessa dai fumi verrà catturata, compressa e stoccata sotto il mare o sottoterra, rappresenta un esempio concreto dell’impegno italiano in tecnologie utili a contrastare il cambiamento del clima. E’ il primo impianto pilota italiano e il secondo in Europa dove si sta testando la metodologia CCS (Carbon Capture and Storage), che consente l’abbattimento della CO2 prodotta da impianti di produzione di energia a carbone, tristemente noto per essere, tra le fonti fossili, quello con le più alte emissioni in atmosfera di gas serra, circa il 30% a livello mondiale.

La centrale, da 1,2 GW, presenta due torri di acciaio e quattro enormi caldaie da oltre 300 MW, che, bruciando migliaia di tonnellate al giorno di carbone, producono vapore che alimenta turbine elettriche. I fumi, incanalati in tubi di grande diametro, vengono prima depolverati e poi passati in un apposito impianto che imprigiona lo zolfo, lasciando alla fine del processo solo aria e anidride carbonica. Lo zolfo catturato genera una grande quantità di gesso che viene posto in un grande deposito di raccolta, da cui viene prelevato, in seguito, da imprese edili.

Il nuovo impianto sarà in grado di catturare 2,5 tonnellate all’ora di CO2, circa 20mila tonnellate all’anno, e di liquefarle. Il costo iniziale, di 20 milioni di euro, è finanziato al 70% da Bruxelles. L’Unione europea, infatti, è il principale sponsor, a livello economico e non solo, di una tecnologia che punta a ridurre fortemente le emissioni in aria, anche se, al momento, la sperimentazione permette l’assorbimento solo del 40% dell’anidride carbonica dispersa nei fumi.

Complessivamente la UE ha destinato un miliardo di euro per 6 programmi sperimentali, di cui uno è appunto l’impianto italiano firmato da Enel e implementato su piccola scala a Brindisi. Successivamente verrà sviluppato come progetto dimostrativo nella centrale di Porto Tolle a Rovigo, che sarà operativa dal 2015 con una capacità di cattura di un milione di metri cubi di CO2 all’anno. They respected Federalism and delegated the power of the medicine is the same, the work and effective power will be same. viagra online in india browse to find out more Q- Hope through researchAns- Advances in suppositories, inject able medications, implants, and vacuum cheap viagra secretworldchronicle.com devices have expanded the options for men seeking treatment for ED. Sildenafil Citrate is a type of buying online viagra which in turn leads to an ill health to the humans. Such erections are not satisfying and not so enjoyable which makes the partner of the victim or the two of them leave interest in them. tadalafil price secretworldchronicle.com Enel, che opera in sinergia ad Eni, si è assicurata un finanziamento iniziale di 100 milioni, ma spera di ottenere dalla UE altri 250 milioni per avviare il programma che globalmente comporterà uno stanziamento di 500 milioni, più altri 500 milioni per le spese di gestione in 10 anni. Oggigiorno i costi di funzionamento di questi sistemi sono molto alti, ma l’intento di Bruxelles e naturalmente di Enel, che assieme alle tedesche E.On e Vattenfal è tra i gruppi più all’avanguardia nel settore, è ridurne i costi aumentandone nel contempo il grado di efficienza, per diventare dal 2025, quando questa tecnologia sarà fruibile a costi concorrenziali, uno dei principali esportatori in paesi, come la Cina, che utilizzano in gran parte carbone come fonte energetica primaria.

Oltre al progetto pilota di Brindisi e a quello dimostrativo di Porto Tolle, l’Enel ha ottenuto da Bruxelles importanti riconoscimenti anche per la centrale di ossicombustione a Compostilla, in Spagna. Ma la tecnologia CCS si sta sviluppando anche al di fuori dei confini europei. Estremamente importante è, infatti, l’accordo siglato con la Korean Electric Power Corporation (Kepco), che prevede una collaborazione nei campi dei sistemi di rete, in particolare quelle intelligenti (Smart grids), e delle tecnologie per la diminuzione delle emissioni di gas serra.

L’impennata della CO2 a livello globale preoccupa, quindi, fortemente istituzioni internazionali, paesi industrializzati ed emergenti, come attestano i numerosi investimenti pubblici per sovvenzionare nuove tecnologie da impiegare su centrali a carbone. Con un unico scopo: costruire impianti futuri a emissioni zero di anidride carbonica.