Sono sempre di più le analisi a livello mondiale sulla fattibilità e l’impegno economico necessari per soddisfare con le fonti rinnovabili il 100% del fabbisogno energetico entro metà secolo, tanto che alcuni Paesi non si sono limitati a indicare gli obiettivi per il 2020, ma sono andati oltre, fissando anche quelli per il 2050 allo scopo di contrastare i mutamenti del clima e l’eccessiva dipendenza dagli approvvigionamenti esterni. A questi ritmi, ci troveremo nel 2050 a dover fronteggiare una situazione energetica a dir poco preoccupante: consumi di petrolio pari a 190 milioni di barili/giorno (+115% rispetto agli 89 mb/g attuali), domanda energetica mondiale procapite aumentata del doppio a causa dei crescenti standard di vita dei Paesi emergenti, Cina e India in primis, quantità di CO2 immessa in aria salita del 100% rispetto ai livelli attuali e superiore di quasi 4 volte ai limiti imposti per contenere la temperatura dell’atmosfera entro valori accettabili. Alla luce dei recenti avvenimenti internazionali, quali la crescita smisurata del prezzo del petrolio al barile e soprattutto l’incidente di Fukushima, che sta avendo già pesanti ripercussioni sulla produzione mondiale di energia, appare evidente che occorrerà invertire l’attuale tendenza, proprio perchè insostenibile sul piano energetico.

Considerando i consumi odierni, la riserva stimata di 1.333 miliardi di barili durerebbe solo fino al 2055, se poi ipotizzassimo volumi dì utilizzo più che doppi, l’esaurimento del petrolio si avrebbe addirittura già nel 2030. Tra gli altri combustibili, il gas, sicuramente più abbondante, potrebbe avere problemi di rifornimento e a livello ambientale, in particolare lo shale gas rischia d’inquinare fortemente la falda freatica, mentre il carbone, il più abbondante riguardo a riserve esistenti (120 anni), è però nocivo a causa dei residui di combustione.

Riguardo, poi, alla sicurezza energetica, che è un indicatore della produzione interna procapite di energia di ciascun Paese, regnerà la massima incertezza, soprattutto in aree quali Sud America, India ed Europa, dove gran parte delle nazioni presenti, Italia in testa, saranno interamente dipendenti da fornitori esteri.

Ma ciò che preoccupa maggiormente è il ben noto riscaldamento globale, effetto diretto della continua crescita delle emissioni di CO2, che si farà sentire principalmente in zone ubicate nell’emisfero meridionale, ovvero Africa, Sud America, America Centrale, India, Sud Est asiatico e molti Paesi del medio ed estremo Oriente, che sono più a rischio riguardo a fenomeni di desertificazione, atmosferici di natura eccezionale (uragani, alluvioni, ecc.) nonché di progressivo depauperamento delle risorse idriche. Draw attention when you purchase generic and not branded pills! Thus manufacturing and advertising generics are substantially less expensive djpaulkom.tv get viagra sample than doing the same with branded pills, that’s why generics are always cheaper! A generic can cost 10, 20 or even 50 times lower than its equivalent branded drug. Colorectal Cancer when diagnosed in an earlier stage, can be treated with the minimum number if viagra canada online side-effects. Champion search engines look for links to cache web pages. cialis online usa Changing social and cultural norms and expectations, as well as link viagra ordination sexual orientation changes. E se, come sembra, si opterà per un graduale abbandono del nucleare, sarà necessario ricorrere ad un massiccio impiego di fonti rinnovabili, sia per soddisfare il fabbisogno energetico che gli obiettivi di riduzione delle emissioni.

Occorre, infine, tenere ben presente che le energie rinnovabili risultano concorrenziali solo in caso di prezzi molto alti del petrolio. Ad esclusione del nucleare e della geotermia, che è disponibile, però, solo in poche aree del mondo. La giusta combinazione di fonti produttive, se da un lato risponde pienamente ai requisiti ambientali, dall’altro può rappresentare un ostacolo per lo sviluppo, soprattutto per i Paesi meno avanzati, la cui politica di crescita è imperniata su costi energetici ridotti al fine di assicurare prezzi competitivi alle loro produzioni. Ci sarà anche bisogno di una forte spinta all’efficienza energetica ed il ricorso a diversi ed utili strumenti, quali l’aggiornamento delle reti, la ricerca e le corrette norme e gli incentivi più appropriati per il miglioramento delle tecnologie esistenti.