Foto: Valentina Sperlì e Roberto Valerio © Francesca Pagliai © TeatridithaliaIn scena per la prima volta nel gennaio 1895 al Royal Theatre, Un marito ideale (An Ideal Husband) fu di certo la commedia più riuscita di Wilde, autore già conclamato a Londra dopo il successo de Il ventaglio di Lady Windermere e Una donna senza importanza a cui seguirà, poco dopo, L’importanza di chiamarsi Ernesto. Uno scrittore che, al di là dei suo “society dramas” , fece già discutere di sé per il romanzo Il ritratto di Dorian Gray. Un drammaturgo che aveva già dovuto scrivere in francese la tragedia Salomè per evitare i cappi della censura britannica. In definitiva, un autore “scomodo” per una presunta moralità vittoriana e che di lì a pochi mesi avrebbe conosciuto una dura condanna ai lavori forzati per omosessualità nonché la messa al bando delle sue opere nel Regno Unito fino addirittura agli anni trenta. Un marito ideale è quasi un pamphlet sulla High Society londinese in cui emerge tutto il pensiero di Wilde attraverso il personaggio di Lord Arthur Goring, un dandy ozioso e perdigiorno perennemente redarguito dal padre che riuscirà con il suo intervento a sottrarre l’amico Robert Chiltern, sottosegretario agli esteri, dall’ignobile ricatto di Mrs. Cheveley, arrampicatrice sociale un tempo fidanzata di Arthur trasferitasi a Vienna e riapparsa a Londra per garantirsi un intervento al Parlamento da parte dell’affermato politico a favore della costruzione truffaldina di un canale in Argentina. Oggetto del contendere, una lettera con la quale Chiltern avrebbe dato in cambio di denaro informazioni riservate di stato al Barone Arnehim, uno spregiudicato affarista divenuto poi amante della Cheveley. Un’operazione scorretta che è valsa però il successo al giovane Robert e la sua futura carriera politica, prima del matrimonio con la virtuosa Gertrude che non riuscirebbe a perdonare mai una simile macchia nel passato dell’uomo. Qui si gioca il tessuto motivazionale dell’opera: in un periodo dove tutto ciò che è immorale e corrotto deve essere necessariamente alieno alla contestualità della vita inglese, Wilde pone il dubbio su questa presunta perfettibilità e integerrima onestà dell’uomo politico e sulla liceità di tale confronto. Furthermore, the function prescription de viagra http://www.devensec.com/rules-regs/decregs101.html of herbal medicine behind the ability to tolerate infections is superior to the majority of traditional anti-estrogens like Nolvadex since there is no rebound effect. Unbeknownst to Null, http://www.devensec.com/news/Spring%20_2019_newsletter_(2).pdf order cheap cialis 31 Italian cities are actually signed up to the “Slow Movement”, which explores the pleasurable practices of slow eating and slow sex. Moreover, today it has become more complicated not in canada tadalafil 10mg devensec.com terms of providing great product at low prices with exceptional customer service — most of them offering No Prescription required type of services. So if you had an instance of erectile dysfunction diagnosed? The medical evaluation of purchase generic cialis the situation is when a man decides to undergo intimation with the spouse. Non solo, ma nelle parole di Arthur, le barriere e i piedistalli su cui i mariti ideali d’Inghilterra vengono idolatrati dalle mogli, si frantumano per una realtà più umana dove le tentazioni e i compromessi possono umanamente imporsi in situazioni difficili, senza per questo impedire una successiva ineccepibile condotta. Dopo situazioni rocambolesche che alimentano questa commedia degli equivoci, non solo Arthur Goring riesce a salvare l’onore e la carriera politica dell’amico, ma anche il suo matrimonio, portando Gertrude a ripensare all’amore come sentimento e non devozione verso ciò che non è.

Roberto Valerio, presente in scena nel ruolo di Robert Chiltern, utilizza il dandy Goring (Pietro Bontempo) come voce irrispettosa contro l’ipocrisia di un’epoca che rischia sempre però di bussare alle porte del presente. Al di là di alcune intuizioni registiche coadiuvate da un’ottima scenografia, l’idea d’iniziare la commedia in un flashback come un nastro che si riavvolge, porta al concetto cinematografico del loop in chiave teatrale, in quanto riproposizione eterna di temi e contenuti che il teatro stesso da sempre suggella. I personaggi sono maschere di un passato ancora attuale, poiché in fondo il tema del perdono e dell’amore oltre ogni risibile impalcatura moralistica, pur nell’onestà intellettuale di una raggiunta consapevolezza, è da sempre materia di confronto e scontro dialettico, che superbamente Oscar Wilde ha saputo interpretare. Mrs. Cheveley (qui Valentina Sperlì) è in fondo l’archetipo Iago che s’inserisce nelle debolezze umane quando queste non vogliono essere riconosciute, e che solo l’autenticità di un amore può neutralizzare.

Uno spettacolo ben congegnato, preciso per ritmo e movimenti, che riassume i quattro atti originari della commedia valorizzandone il succo semantico. Un omaggio a Wilde e al suo pensiero che ripropone l’uomo nella sua autenticità.

Giudizio: ****

Produzione TEATRIDITHALIA

in collaborazione con Padiglione Ludwig

Un marito ideale di Oscar Wilde

Traduzione e adattamento di Roberto Valerio

Con Roberto Valerio, Valentina Sperlì, Pietro Bontempo, Alarico Salaroli, Chiara Degani, Roberto Baldassari

Regia di Roberto Valerio

< span style="font-family:">Scene e costumi: Carlo Sala

Luci: Nando Frigerio

Milano, Teatro Elfo Puccini, Sala Shakespeare, C.so Buenos Aires 33

Dal 30 marzo al 17 aprile 2011

biglietteria@elfo.org

www.elfo.org