Foto: David Bowie, opera di Carlo Montana, in "L'uomo delle stelle" al Teatro Verdi di Milano il 20 e 21 gennaio 2017
Foto: David Bowie, opera di Carlo Montana, in "L'uomo delle stelle"  al Teatro Verdi di Milano il 20 e 21 gennaio 2017
Foto: David Bowie, opera di Carlo Montana © Foto di Annalisa Tecnogina Fontolan

Al Teatro Verdi di Milano per “Talkin’ Menotti” , Festival di narrazioni e contaminazioni

Presso il Teatro Verdi di Milano, all’interno di “Talkin’ Menotti –  Festival di narrazioni e contaminazioni” nei giorni 20 e 21 Gennaio, ha avuto luogo un particolare tributo a David Bowie, intitolato “David Bowie, L’uomo delle stelle”.
Sul palco, a tenere le fila della narrazione Ezio Guaitamacchi, giornalista, scrittore, musicista, autore radiofonico, attivo da anni nell’editoria soprattutto in campo musicale.
Con lui Laura Fedele, Folco Orselli, Brunella Boschetti Ventura e il pittore Carlo Montana.
Con l’ausilio di diapositive –  in jam o singolarmente – i musicisti hanno proposto una selezione di brani di David Bowie.

Si è partiti da “Lazarus” dell’album “Blackstar” uscito sul mercato il giorno 8 Gennaio 2016 per il compleanno dell’Artista che solo due giorni dopo sarebbe morto a New York. Si è quindi tornati indietro nel tempo a “Space Oddity” che ne decretò il successo nel 1969 quando la BBC decise di utilizzare il brano come sigla delle trasmissioni per la missione dell’Apollo 11.
Poi è stata la volta di “The man who sold the world”, “After all” e “Starman”, dei primi Anni Settanta. “Rock and Roll Suicide” e “Rebel rebel” più elettrici sempre di quel periodo. Anni in cui Bowie aveva già cambiato pelle innumerevoli volte.
Mentre Montana era intento a dipingere con smalti all’acqua su cartone – ready-made- un ritratto “bowieano” ispirato ad una fotografia, i due brani successivi sono stati dedicati a collaborazioni che Bowie ebbe con altri artisti.

Il primo di Iggy Pop con “The Passenger”. È noto che David Bowie collaborò con James Newell Ostemberg,  per questo brano dell’album “Lust for Life, sia a livello musicale, che tecnico.
È stata poi la volta di “Under Pressure” altra collaborazione che Bowie ebbe con i Queen e Freddie Mercury.
“Heroes” – che Bowie incise all’interno della cosiddetta trilogia berlinese – ha riportato la narrazione su un brano dalla struggente bellezza e di grande riconoscibilità.
I bis sono stati invece dedicati a brani di “Crosby Stills Nash & Young” (“Helpless”) e Rolling Stones (“Simpathy for the devil”). La presunta dispersione delle ceneri di Bowie nella contea di Woodstock – ma qualcuno dice anche in Nevada – smentita dal figlio Duncan Jones; la rivalità tra Bowie e Mick Jagger, sono state più che altro associazioni libere che hanno portato il Tributo verso altri lidi della storia del Rock.

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Le interpretazioni dei brani sono parse personali e rispettose al contempo, creative quanto intimamente sentite.
Affezionati degli artisti in scena e fedeli adoratori di David Bowie componevano il pubblico numeroso e partecipe.
A un anno di distanza dalla morte di David Bowie, e alla luce dei tre inediti postumi “No Plan”, “When I met you”, “Killing a little time” usciti con l’album del musical “Lazarus” a fine 2016, la ripresa o menzione di uno di questi brani avrebbe emozionato i fan più esigenti.
Un’iniziativa ben riuscita, che ha il merito di portare in maniera accattivante aneddoti e notizie, musica e immagini, racconto e performance a un pubblico eterogeneo.
Talkin’ Menotti prosegue con Fausto Paravidino (dal 21 al 23 Febbraio) ; Massimo Cotto ( 24 e 25 Febbraio) ; Syria (28 Febbraio) .

PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI
Biglietteria Teatro Menotti
via Ciro Menotti 11 – Milano
tel. 02 36592544
biglietteria@tieffeteatro.it
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