Foto di scena: Alessandra Faiella, Valerio Bongiorno in "Coppia aperta, quasi spalancata" al Teatro della Cooperativa di Milano
Foto di scena: Alessandra Faiella, Valerio Bongiorno in "Coppia aperta, quasi spalancata" al Teatro della Cooperativa di Milano
Foto di scena: Alessandra Faiella, Valerio Bongiorno © Marina Alessi

Lui-lei, un incontro-scontro sempre esistito. Ma in “Coppia aperta, quasi spalancata” si colora di pregiudizi che vogliono giustificare e approvare l’uomo propugnatore di una coppia aperta, ma recalcitrante quando ad aprire è anche lei. Perché lui può andare (preferibilmente per lui) con la ragazzetta, mentre lei deve rimanere in casa, anche se non impegnata a custodire il focolare solo perché il camino non c’è più.

Nella versione ora in scena a Milano al Teatro della Cooperativa, con Alessandra Faiella e Valerio Bongiorno e la regia di Renato Sarti, tutto è portato all’oggi, con marito e moglie che si scontrano circondati da sauna, tapis roulant, manubri, cyclette e, naturalmente, una pistola che forse non è caricata a salve. L’Antonia del testo qui è tutt’altro che dimessa, appare decisamente rampante in leggins: se pure minaccia strani, improbabili suicidi, certo non piagnucola di fronte a un lui che – i tempi sono cambiati – sembra già in partenza (e in confronto a lei) dimesso.

Alessandra Faiella, nell’interpretare il ruolo, mette tutta la sua carica di ironia e sa suscitare risate prendendo in giro un lui (Valerio Bongiorno) che sembra non avere scampo: non può che essere deriso e finire strangolato dalle sue stesse idee e azioni, fermo sul palcoscenico, mentre lei gioca a coinvolgere il pubblico, rendendolo partecipe, interrogandolo, affidandogli addirittura i proiettili di una pistola resa inoffensiva al momento giusto. E le battute affondano nell’attualità, ma qui, diversamente da quanto avviene in altre pièce teatrali, non disturbano. Anzi divertono ancora di più, perché il match lei-lui è sempre aperto. E così il coltellino svizzero che lui brandisce non può che portare a chiari riferimenti a un personaggio di oggi con passato da boyscout: diverte e l’incursione nell’attualità non richiede nemmeno di essere perdonata. Come diverte l’incursione nel cinema, quando Alessandra fa il verso a De Niro ne “Gli intoccabili” apostrofando il marito con «sei solo chiacchiere e distintivo» o si rifà a Sophia Loren, parlando per qualche momento come lei nei film di un tempo. E diverte il racconto dell’incontro con il figlio, che, con troppe parole e frasi in inglese, vorrebbe una madre superpalestrata. Lei, negli anni 2000, brandisce il cellulare, si tiene in allenamento e alla fine l’amante se lo fa lei (e potrebbe anche non essere un uomo).

Il Teatro della Cooperativa apre dunque con un testo omaggio a Franca Rame, come omaggio a lei è tutta la stagione 2014/2015, e lo fa rivitalizzando un testo che, in coppia con Dario Fo, aveva portato al successo, giocando sul riconoscimento del pubblico. Allora – il testo è del 1982 – si parlava molto di «coppia aperta». Oggi è una espressione dimenticata, ma il rapporto di coppia – qualunque coppia: siamo negli anni 2000 – è poco cambiato, anche se è meno basato sull’ipocrisia. Piace dunque la scelta di attualizzarlo, perché il riconoscimento non si esaurisca.

Giudizio: ***


Produzione TEATRO DELLA COOPERATIVA

Coppia aperta, quasi spalancata di Dario Fo, Franca Rame
Con Alessandra Faiella, Valerio Bongiorno
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Prima Nazionale

Scene e costumi: Carlo Sala
Musiche: Carlo Boccadoro
Disegno luci: Luca Grimaldi
Si ringraziano Lunatica Festival e Festival dei Tacchi.

Milano, Teatro della Cooperativa, via Hermada 8
Dal 6 al 26 ottobre 2014 e dal 6 all’11 luglio 2015
www.teatrodellacooperativa.it