Foto di scena de Il banchiere anarchico di Pessoa presso il Teatro arsenale di Milano
Foto di scena © Giacomo Tincani

Per Pessoa il nutrimento dell’intelletto era ragione primaria dell’esistenza. In effetti, nell’esprit semantico della sua poetica, comporre opere era come navigare negli oceani inesplorati della coscienza, infiniti bacini d’acqua che conducono all’uomo nella sua centralità espressiva ed esoterica.

Nell’indagine dello scrittore, una posizione di rilievo viene occupata dal paradosso, che nella sua accezione ha valore solo quando non lo è, acquisendo di conseguenza lo status di verità nella demolizione dell’apparenza, in un percorso che si richiama all’assurdo teoretico.

Il banchiere anarchico, racconto pubblicato per la prima volta nel 1922 sulla rivista Contemporanea, può dirsi a pieno titolo il manifesto del pensiero di Pessoa sull’argomento, unito alla rappresentatività dell’individuo in quanto omen (destino) espressivo di un contesto più ampio quale l’identità anarchica.

Questa è a sua volta “utopia”, ovvero non risiede in nessun luogo fisico, ma, come ebbe a dire Giorgio Gaber, può emblematicamente manifestarsi dentro la persona, in ogni momento, subito.

La trama del racconto è semplice: al termine di una cena un banchiere illustra a un giornalista, intento a scriverne la biografia, le motivazioni che lo hanno portato ad esercitare tale professione proprio per soddisfare la sua fede anarchica, lungo un cammino di vita solo apparentemente in contraddizione con essa.

Marina Spreafico è riuscita ad adattare il testo inserendo tra i personaggi la presenza dell’Anarchia in persona durante il racconto del banchiere, emulo di una coscienza ideale che interviene a dettare con lucidità le condizioni per la sua affermazione. Particolarmente bello lo spazio scenico allestito dall’architetto Massimo Scheurer, che prevede l’utilizzo di tutto il teatro nel richiamo cromatico dei colori dell’Anarchia già presenti nei costumi, in suggestiva melange con le sonorizzazioni del compositore Walter Prati.

Una pièce ben interpretata per ritmo e movimento, densa d’ironia pur nella sua logica trasgressiva, nell’impianto tipico di una teatralità dell’assurdo. Un ennesimo fiore all’occhiello della black box milanese che riporta alla luce uno degli autori più rappresentativi del Novecento europeo, sul tema di una verità occulta che si può solo palesare oltre le maschere dell’apparenza. In fondo, per dirla proprio con Pessoa, il poeta è un fingitore, al punto da simulare quel dolore che realmente prova.

Giudizio: ****

 

PRODUZIONE TEATRO ARSENALE

Rassegna Dedicato a Fernando Pessoa

Il banchiere anarchico di Fernando Pessoa

Traduzione, adattamento e regia di Marina Spreafico

Con Arsenale-lab: Mario Ficarazzo, Mattia Maffezzoli, Vanessa Korn

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Assistente alla regia: Lorena Nocera

Spazio scenico: Massimo Scheurer

Costumi:Giulia Bonaldi

Oggetti: Ambra Rinaldo

Sonorizzazione musicale: Walter Prati

Video: Ino Lucia

Luci: Piera Rossi

Milano, Teatro Arsenale, via C. Correnti 11

Dal 16 febbraio al 14 marzo 2010

Foto: Fernando Pessoa (1888-1935)
Foto: Fernando Pessoa (1888-1935)

Altre iniziative ispirate allo scrittore e alla sua opera:

27 febbraio 2010, ore 16.30 A Lisbona con Pessoa + aperitivo portoghese: una passeggiata “virtuale” per Lisbona con la guida di Pessoa e di ospiti speciali. Pierluigi Salvadeo, docente di scenografia alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, illustrerà la forma urbis della città a partire dalla guida turistica Lisbona. Quello che il turista deve vedere (scritta da Pessoa nel 1925), confrontandola con la città come è oggi. Antonio Capelo, forse il più noto attore portoghese contemporaneo, regalerà al pubblico un recital di poesie di Pessoa, in lingua originale, accompagnato dalla chitarra.

Ingresso: € 10,00 – A Lisbona con Pessoa + Il banchiere anarchico: € 30,00

6 marzo 2010, ore 17.30 – Arsenale-lab Per Pessoa: I giovani di Arsenale-lab presenteranno Atto unico per il diavolo, liberamente ispirato a L’ora del diavolo di Pessoa.

Ingresso: € 5

www.teatroarsenale.it

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