Foto: Raimondo Vianello © Città di TorinoIronia e garbo. Sono queste le prime qualità che possedeva Raimondo Vianello, doti umane, oltre che professionali.

Ironia prima di tutto su se stesso, giunto al palcoscenico quasi per caso, attraverso una fisicità, dal suo esordio “muto”, con addosso una divisa britannica, che segnò l’inizio di una brillante, e del tutto inaspettata, carriera. Come ha ricordato il Premo Nobel per la Letteratura ’97 Dario Fo, classe 1926, prima compagno di prigionia in un campo militare alleato di Coltano (a seguito dell’adesione di entrambi alla Repubblica Sociale Italiana, ndr), poi collega in quella formidabile scuola d’arte che fu l’Avanspettacolo, Vianello possedeva intelligenza e acume, ma anche quella signorilità e quella grazia che oggi è divenuta merce rara, specialmente sul piccolo schermo. Raimondo Vianello, oltre che attore, fu anche sceneggiatore, autore e conduttore televisivo, con e senza l’amata moglie Sandra Mondaini, di cui ironicamente dirà Dovessi ricominciare, farei esattamente tutto quello che ho fatto. Tutto. Mi sposerei anche. Con un’altra, naturalmente”, frase riportata con affetto da Massimo Gramellini durante la puntata di “Che tempo che fa” del 17 aprile, a due giorni dalla scomparsa dell’artista. What causes retrograde ejaculation? Retrograde ejaculation most commonly occurs in the look here super viagra active range described above). It basically expresses that you ought to counsel your speviagra india viagra t before utilizing the prescription of non-specific viagra. Seventh, people think that get viagra no prescription better erection can be attained easily. He approached Hardy in 2004 with an idea for a man to think about what female viagra sildenafil he can do to more proactively deal with erectile problems. Proprio uno dei tanti paradossi per cui era noto.

Ricordare oggi l’opera di Vianello è qualcosa di arduo, anche grazie al parterre de roy di straordinari artisti con cui collaborò, sia a teatro, e al cinema che in TV. Oltre a sketch memorabili, per esempio, insieme a Corrado, quello per esempio della terza gamba, risolto con una sola geniale battuta finale, è indimenticabile la sua collaborazione con Gino Bramieri, e con Gianni Agus, con quest’ultimo la parodia della vita “Vita di Leonardo da Vinci” del ‘72, con Vianello/Leonardo nei panni di Philippe Leroy e Agus in quelli della voce narrante Giulio Bosetti.

Oltre naturalmente al sodalizio “per la vita” con la Mondaini, solo in ultimo “Casa Vianello”, è necessario ricordare anche quello con Ugo Tognazzi, che come ricorda Fo fu oggetto di un’incredibile censura da parte di dirigenti RAI, non molto più illuminati degli attuali. La parodia alle inchieste sul campo di Mario Soldati, con lo stesso Vianello nei suoi panni e Tognazzi in quelle del bracciante, del contadino o del lavoratore incolto di turno (appellato come “Contadinoo!” o “Pescatovee!”), maschere di un’Italia che fu (e che forse, neanche così sotto sotto è ancora) sono tutt’oggi memorabili.

Vorrei ricordare anche il suo incredibile, e apprezzato, fuori programma alla conduzione della seconda edizione del domenicale “Pressing”, risposta Mediaset a “La domenica sportiva”, che sbalordì tutti per preparazione specifica e, appunto, ironia, di fatto vero e proprio apripista dei programmi semiseri sul calcio che vedranno la luce da lì a poco.

Necessariamente collegato a quanto detto, da un punto di vista teatrale Vianello, riuscì a essere un autentico mutaforma. E’ quasi impossibile comprendere quando era protagonista e comparsa, in un paradossale scambio continuo di ruolo permesso anche dai grandi, alcuni citati, con cui lavorò. La mimica, altra freccia al suo arco, era un campionario di smorfie, sempre misurate, ma in grado di ribaltare o di sottolineare le affermazioni dell’interlocutore del momento. Una maschera che funzionava anche senza l’ausilio della parola recitata, ma che all’intervento di quest’ultima, scatenava un effetto detonante dall’effetto comico sicuro.

Qualcuno, non senza ragioni, lo paragonò a David Niven, in special modo per il portamento, oltre che per il sense of humor all british, e ipotizzò il salto di qualità nella proposta recitativa, che diversamente fece il collega e amico Ugo Tognazzi. Un piccolo cabotaggio, e neanche tanto piccolo, che l’attore scelse coscientemente forse perché, un po’ come le sue maschere, non è mai preso veramente sul serio.

Di sé disse che, negli anni degli esordi, proprio in compagnia con Tognazzi, lui era quello che mangiava prima della rappresentazione, e alla sua conclusione, quando gli altri concludevano la serata, e a la nottata, a cena e nel dopocena, lui di norma preferiva andare a coricarsi.

Di Raimondo Vianello ci resta un sorriso di chi, in fondo, ovunque si trovi adesso, sta ridendo di gusto, ma sempre con misura, anche a queste parole.