Foto © Schiele e il suo tempo

Il 24 febbraio è stata inaugurata a Palazzo Reale di Milano la mostra Schiele e il suo tempo, che durerà fino al 6 giugno, dedicata a Egon Schiele, artista austriaco vissuto nella prima metà del 1900 e morto precocemente all’età di 28 anni, considerato uno dei massimi esponenti dell’Espressionismo.

L’esposizione riunisce una quarantina dei più significativi dipinti e lavori su carta del grande maestro austriaco, oltre ad innumerevoli opere dei grandi secessionisti ed espressionisti dell’epoca, quali Gustav Klimt, Oskar Kokoschka, Richard Gerstl e Koloman Moser, per un totale di circa 80 opere.

La rassegna, promossa dal Comune di Milano e dall’Assessorato alla Cultura e coprodotta e organizzata da Palazzo Reale e Skira Editore, è stata curata da Rudolf Leopold e Franz Smola, rispettivamente direttore artistico e conservatore del Leopold Museum di Vienna, dove ha sede la raccolta più importante di opere del grande maestro.

Come si evince dal titolo, l’esposizione mette in luce i legami tra l’artista e il suo tempo, ricostruendo, attorno alla sua figura, il clima storico, culturale e artistico di Vienna nei primi anni del XXesimo secolo, introduzione indispensabile per comprenderne la sua genialità e cogliere gli elementi di continuità e di rottura presenti nella sua produzione artistica.

La mostra abbraccia un arco temporale che va da fine ‘800 a metà ‘900, un periodo storico significativo durante il quale l’impero asburgico avanza nel proprio declino, mettendo in crisi un mondo dalle fondamenta secolari. Sono gli anni in cui si diffondono le idee rivoluzionarie di Sigmund Freud, inizia a fare capolino il giovane Hitler, con le sue convinzioni antisemitiche, scoppia la prima guerra mondiale, che si conclude nel 1918, anno che segna la fine del conflitto e la morte di Klimt e Schiele.

Dal punto di vista artistico sono rappresentate correnti di stampo opposto, ricche di spinte innovative, prima fra tutte la Secessione, fondata nel 1897 e presieduta da Gustav Klimt, ben presto superata dall’espressionismo, che vede in Schiele, Kokoschka, Gerstl i suoi più rappresentativi esponenti.

Tutto ruota intorno a Vienna che si trasforma, nel giro di pochi decenni, da vivace centro culturale in teatro di rovina della Vecchia Europa. Dal punto di vista sociale emerge la società borghese dell’epoca, pervasa da un falso e ipocrita perbenismo e moralismo, espressione di un paese rigido e austero, che mostra reticenza verso qualsiasi cambiamento.

I visitatori hanno la possibilità di rivivere la Vienna d’inizio ‘900, grazie alle numerose riproduzioni fotografiche e alla presenza, in alcune sale, di brani musicali (da Johann Strauss II a Gustav Mahler, ad Alban Berg) e calarsi quindi nell’ambiente in cui il grande espressionista si formò.

Per comprendere le opere e lo stile di Schiele espressivo è indispensabile ripercorrere, oltre al contesto in cui è vissuto, i momenti salienti della sua vita.

Nato nel 1890 a Tulln, una cittadina nei pressi di Vienna, Schiele, dalla personalità ribelle e anticonformista, mostra fin dalla tenera età una spiccata attitudine al disegno. Dopo la morte del padre, che segna la sua giovinezza, il suo curatore lo invia a studiare arte a Vienna, dove entra in contatto con la Secessione e in modo particolare con Klimt. Diventa studente dell’Accademia e inizia la sua attività artistica, ritraendo in modo ardito e inconsueto, quasi scandaloso le proprie modelle, una delle quali diviene sua moglie. Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, si arruola, per poi spegnersi, precocemente, dopo la conclusione del conflitto mondiale a seguito di una malattia.

La produzione artistica di Schiele può essere suddivisa in tre momenti, ai quali corrispondono stili espressivi differenti: quella giovanile, vicina a Klimt e ai secessionisti e caratterizzata dall’investigazione dell’eros; quella del suo arruolamento in guerra, da cui scaturiscono paesaggi urbani e soggetti bellici che comunicano angoscia e ironia; quella post guerra, che riflette il tramonto di un epoca e la rottura col passato, vissuta dall’artista in modo gioioso, come liberazione da schemi troppo rigidi e austeri.

Forti sono le influenze sulla sua arte delle correnti artistiche presenti a quell’epoca, cioè il secessionismo e l’espressionismo. Schiele eredita da Klimt il tratto elegante e il raffinato senso estetico e riprende dal secessionismo, l’inclinazione a contenuti simbolici, l’abbandono della prospettiva e la centralità della figura umana inserita in uno spazio piatto, che, però, rielabora in modo personale e supera ben presto orientandosi verso nuove tendenze.

Condivide con gli altri esponenti dell’espressionismo il rifiuto della trad
izione, l’uso di un segno primitivo ed elementare, l’impiego antinaturalistico del colore, la tendenza alla deformazione e alla riduzione delle forme a pure sagome, oltre al linguaggio pittorico convulso e corposo, espresso utilizzando un tratto più libero e sciolto, che diventa spesso segno tormentato e nervoso ed espressione di denuncia della realtà.

I suoi soggetti spaziano da nudi asciutti e taglienti a donne intense e sicure di sé, da ritratti e autoritratti di un profondo spessore psicologico a coppie avvinte in erotici abbracci senza amore , a paesaggi.

Le figure intere, presenti nei suoi quadri, sono spesso auto rappresentazioni o tratte dalla vita privata e da vicende autobiografiche. La sua pittura è un viaggio nell’introspezione psicologica, trasmessa da espressioni e gesti. If the user wishes the https://pdxcommercial.com/author/dhuffman/page/2/ cheapest cialis hard on to linger for longer, then he can remove the band and repeat the procedure after few minutes of placebo. It is considered to be a staple healthy drink that benefits the emotions, strengthens the canada viagra prescription digestion, and calms the spirit. It develops a strong relationship between canadian cheap viagra the parents and their children in this short course. The cameraman had to shut down.” Tributes, Tirades News of Irwin’s death spread discover content canadian levitra quickly, drawing hundreds of mourners to Irwin’s Australia Zoo, which he operated alongside his wife and on-camera partner, Terri, in far north Queensland. La sua attenzione artistica è prevalentemente concentrata sulla figura umana, in modo particolare su quella femminile, che ritrae con diverse modalità rappresentative. Figure e corpi sono considerati nella loro fisicità, che, tuttavia, diventa il tramite verso l’interiorità dei personaggi rappresentati, espressione di sentimenti.

Schiele mostra, senza falsi pudori, un erotismo scevro di moralismi e senza gioia, dove protagoniste sono fanciulle dal volto infantile e dall’atteggiamento deliberatamente impudico o donne dominate da una sessualità disinibita e urlata nel silenzio della loro anima. L’eros è indagato nelle sue varie forme: il sesso è mostrato senza pudori, in modo diretto e diventa quasi un’ossessione, alla quale si abbandona con tutto l’impeto della sua giovinezza, provocando scalpore. Le pose e le posture sono provocanti, dalla sensualità dirompente, spesso assurde, rappresentate in verticale per confondere la spazialità, spesso disarticolate e sgraziate, talvolta persino ridotte ai particolari anatomici. Prima di lui, nessun altro artista era stato così spregiudicato nel ritrarre le pulsioni più intime delle proprie modelle.

Spesso proietta le sue inquietudini nelle figure e scava nei propri personaggi per metterne a nudo l’anima. Linee marcate in modo deciso, appaiono sovente come disegni incompiuti o nella composizione o per la mancanza del contesto nel quale sono inserite Le sagome si distaccano dallo sfondo. Pieni e vuoti si rincorrono, lo spazio si annulla, i punti di vista sono arditi e inconsueti. Il suo tratto forte e sensuale, senza veli, diventa critica sociale verso la falsità della borghesia.

La sua linea nervosa lascia trasparire la voglia di ribellione, di provocazione, di rottura con le regole, chiara evidenza del suo conflitto verso le autorità. Le sue scelte artistiche lasciano trasparire un forte individualismo, che denota la perdita del senso d’appartenenza a una collettività e persino a un movimento artistico, tipico dell’epoca, anche se spesso espresso solo in modo implicito.

Dopo lo scoppiò della guerra i suoi paesaggi, malinconici, assumono una dimensione cosmica di rara forza espressiva, dove manca qualsiasi connotazione topografica e l’assenza di prospettiva, tanto da ridurli a una giustapposizione di forme geometriche. Alberi avvizziti e immagini di madri e figli disperati, denuncia di dolore e sofferenza e testimonianza del dolore portato dalla guerra. I colori usati sono cupi: vanno dal rosso al bruno, dal giallo pallido al nero. Il suo stile diventa più realistico, le figure acquistano maggiore tridimensionalità, ma l’indagine dell’interiorità del soggetto non viene mai a mancare.

Nella sua ultima fase produttiva aumenta la sua visibilità nel panorama artistico, all’interno del quale egli partecipa attivamente,esponendo presso le maggiori istituzioni di Vienna, Berlino, Dresda, Praga e Zurigo.

I suoi ultimi dipinti raggiungono un equilibrio tra eros, colore, linea e senso della composizione, simmetria, plasticità, movimento e dinamismo, indice della fine di un’epoca e dell’inizio di un nuovo periodo artistico. Grazie alla sua originalità artistica, al suo coraggio e anticonformismo, diventa testimonial di un periodo di transizione, interprete di esigenze inespresse, rappresentante di un avanguardia artistica in divenire.

La mostra offre una rara occasione per ammirare, affiancati alle grandi opere esposte di Schiele, altri capolavori dell’Espressionismo austriaco, che per la prima volta sono riuniti in un progetto tanto ambizioso.Tra i capolavori in mostra:“Donna inginocchiata con abito rosso-arancione (1910)”, “La danzatrice Moa (1911)”, Autoritratto con alchechengi (1912), Case con biancheria colorata (periferia) (1914), Donna accovacciata con foulard verde (1914) e Donna distesa (1917) di Schiele, oltre a, Autoritratto con busto nudo su fondo blu (1904-1905) di Richard Gerstl, Venere nella grotta (1914) di Kolo Moser e Autoritratto con mano sul viso (1918-1919) di Oskar Kokoschka,

Il catalogo, pubblicato da Skira, presenta un saggio di Franz Smola sull’arte austriaca tra Jug
endstil ed Espressionismo, un’Introduzione all’arte di Schiele di Rudolf Leopold, oltre alle riproduzioni e alle schede di tutte le opere in mostra e alle biografie di Schiele e degli altri artisti presentati.

INFO:

Palazzo Reale – dal 24 febbraio al 6 giugno 2010

piazza Duomo, 12

20121 Milano

www.mostraschiele.it

ORARI

• Lunedì 14.30-19.30

• Martedi,Mercoledì, Venerdì e Domenica 9.30-19.30

• Giovedì e Sabato 9.30-22.30