Foto: Yvan Salomone, compterendu, 2004La Galleria Gruppo Credito Valtellinese, proseguendo l’indagine sul tema del “paesaggio costruito”, presenta una personale dedicata al celebre artista francese Yvan Salomone, oggetto anche di un recente omaggio al Beaubourg, dal titolo “Rear View Mirror”, prodotta e organizzata dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese in collaborazione con Galerie Xippas, Parigi
Si tratta di cinquanta acquerelli su carta di grandi dimensioni che raccontano i porti di Saint-Malo, dove l’artista vive e lavora, Le Havre, Rotterdam, Shanghai, Dakar e altre città di mare. Questi vengono visti come luoghi dove finisce la città più che come spazi di apertura verso l’immenso acqueo. Il mare anzi è escluso da queste visioni anche se è presupposto e immaginabile, mai direttamente raccontato o mostrato, è un’idea e una presenza che non ha bisogno di rappresentazione. Sono luoghi situati “ovunque purché da nessuna parte”, che rientrano più nel campo dell’immagine mentale che della descrizione topografica.
“Decidendo, undici anni fa, di dipingere ad acquerelli il soggetto del porto che aveva sotto gli occhi quotidianamente, Yvan Salomone raccoglieva – scrive Véronique Vauvrecy – due sfide: l’una, trasformare un luogo ordinario in paesaggio singolare; l’altra, attualizzare una tecnica desueta. Il suo primo quadro, una serie di vagoni su una banchina indefinita, quella di una stazione o di un porto, era emblematico. Esso orientava immediatamente la sua ricerca verso l’idea di transito e, per estensione, quella d’impermanenza. Le zone portuali progressivamente integrate con le zone industriali sono così diventate le basi di questa esplorazione. Ambito e luoghi senza fondamenta, come le navi, in preda agli stessi pericoli e alle stesse turbolenze, questi oggetti sono talora fluttuanti, talora in naufragio, costruiti a partire da una pratica pittorica energica e puntuale, nella quale si affrontano l’acqua e il colore in modo non tradizionale”.
Il cinquantenne Yvan Salomone si dedica infatti a dominare la tecnica e mascherare la tavolozza dell’acquerello, affinché si carichi di nuovi significati. Il fenomeno della diluizione materializza l’ondeggiamento, il crollo, la dislocazione con i colori che l’artista fa tutti da sé: riesce a far parlare la quotidianità con queste opere e fa entrare nel quadro lo spettatore per vivere questa cronaca dell’oggi.

”Il lavoro di Yvan Salomone – secondo Valerio Dehò – ha caratteristiche che lo collocano fuori degli schemi ricorrenti dell’opposizione tra pittura e arte concettuale, mostrando come le categorie critiche siano spesso insufficienti a leggere l’individualità dei percorsi e delle scelte. Così avviene per la tecnica dell’acquarello: “L’artista la sceglie con il linguaggio e ne conosce anche i limiti e la storia. La rinnova negandola. E’ una tecnica straordinaria che richiede molto tempo, esattamente all’opposto della fretta quotidiana”. cialis in The spine protects the brain. However, in the early 90s many companies came up with the generic version of anti-impotent cialis no prescription cheap midwayfire.com drugs that cost very less and provide same level of effectiveness for men with different age, so they can take the desired precautions for it. A severe inflammation of the periodontal ligament surrounding the tooth is known as apical sildenafil 50mg price periodontitis. The ED drug is prepared with much care and attention in laboratories, only then it would additional info purchase viagra online show one the best possible results.

Ecco pertanto i grandi formati 100 x 138 cm. e la loro fissità dimensionale, ma a colpire è innanzitutto la loro genesi. Sono immagini raccolte fotograficamente in lunghi viaggi su lontane rotte, oppure dietro casa. Istantanee che vengono selezionate in studio e poi alcune diventano dei grandi lavori realizzati con la tecnica da lui preferita, l’acquarello appunto, non più però di piccole dimensioni e raffiguranti paesaggi. Un’altra particolarità è che ogni quadro ha un titolo numerico, come un codice “…una sorta di passaporto per veicolare le mie opere nel mondo” ha spiegato l’artista “Se non ci sono figure umane nelle mie tele è perché spesso non incontro nessuno nelle mie passeggiate e poi perché come a teatro gli attori scompaiono ed appaiono, così nei miei quadri è come se fosse il momento della scena vuota. E poi il tempo di realizzazione è così lento che nessuno resterebbe lì”.

“Un lavoro a settimana – sottolinea ancora Dehò – con una regolarità certosina, maniacale: una vera e propria disciplina. Questa è forse una parola chiave, qualcosa che conduce a dichiarare un metodo, ad adottare una procedura di lavoro che è una filosofia dell’arte. Yvan Salomone, ispirato dalla cultura metafisica, mette insieme la manualità del fare, ma proprio nel senso della parola greca poiein, qualcosa che è distaccato dalla pura e semplice esecuzione materiale di qualcosa, che possiede regola, che ha qualcosa di monastico che riesce ad accompagnare le giornate, a scandirle di ordine e di libertà.
La mostra è accompagnata da un bel catalogo bilingue italiano – francese, edito dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, con saggi critici di Valerio Dehò e Thierry Devila, in vendita € 22.00.

In contemporanea giovedì 20 gennaio presso il Centre Culturel Francais di Milano è stata inaugurata anche la prima mostra personale in Italia di Aurélien Froment, dal titolo “Forme della natura, forme della conoscenza, forme della bellezza”, a cura di Andrea Viliani, direttore della Fondazione Galleria Civica – Centro di Ricerca sulla Contemporaneità di Trento.
L’esposizione, in corso fino al 16 marzo 2011, costituisce il quarto appuntamento del progetto “Una certa idea della Francia”, ideato e promosso dal direttore del Centre Olivier Descotes, che, nell’arco di due anni, coinvolge artisti francesi invitati da sei curatori italiani.
Aurélien Froment utilizza abitualmente molteplici media, dall’installazione alla fotografia, dalla scultura al video, per mettere in scena un universo che interroga il potere semantico delle immagini e il modo in cui esse si formano nel corso del tempo e nello spazio. Costruite attorno al principio della narrazione, le opere di Froment, che traggono la loro ispirazione dalla storia culturale e dalla memoria collettiva, dialogano tra di loro ponendo il visitatore in uno spazio-tempo aperto nel quale elementi di fiction e documentari si fondono. Per ulteriori informazioni www.culturemilan.com

Rear View Mirror di Yvan Salomone
Fin
o al 16 marzo 2011
Galleria Gruppo Credito Valtellinese – Corso Magenta n. 59 – Milano – tel. 0248.008.015
e-mail : galleriearte@creval.it – www.creval.it
Orari : da martedì a domenica 10.00 – 18.00 – chiuso il lunedì

Ingressi 4,00 intero
gratuito per bambini fino a 10 anni compiuti, un accompagnatore per gruppo, due insegnanti accompagnatori per classe, giornalisti e guide turistiche con tesserino, disabili e accompagnatore, correntisti del Gruppo bancario Credito Valtellinese

Visite guidate:
su prenotazione, per gruppi di massimo 25 persone

80,00 gruppi – 60,00 scuole – 100,00 lingua straniera
Info e prenotazioni: Tel 0243.353.522 – www.civita.it